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venerdì 31 dicembre 2010

Delusione

La prima volta li ho visti montare a Roma Termini. "Cavoli !" mi sono detto "maxi schermi dappertutto ... la comunicazione con i viaggiatori farà un bel passo avanti !"
Dopo diverse settimane, hanno cominciato ad accenderli ...
... che delusione ! ... solo pubblicità.

Forse qualcuno di voi ricorda quel giorno, era estate, in cui molte stazioni andarono "in tilt", credo per problemi ai sistemi di controllo del traffico. Migliaia di persone erano stipate in stazione, cercando di capire gli annunci, che non dicevano nulla di utile; fissavamo tabelloni fermi, in una bolgia irreale, ed i maxi schermi lanciavano imperterriti il loro messaggi pubblicitari.
Veniva da dire: "ma che ci faccio io qua ?"

In quel periodo, in molte stazioni, erano cominciati lavori di ristrutturazione: tanti spazi nuovi di zecca, belli, di lusso. Piano piano hanno cominciato a riempirsi di negozi: calze, mutande, videogiochi (andremo in stazione per comprarli ?). Ma del trucco mi sono accorto solo recentemente, in una giornata fredda di novembre: parlo della sparizione delle sale d'aspetto.
Mi correggo: sono sparite quelle dove di notte trovavi spesso qualche derelitto che dormiva, e ne è comparsa una, nuova fiammante, riservata ai ricchi.

Che delusione.

Chissà se avete provato anche voi questo sentimento. Me lo dite ?

Ma approfondiamo un attimo la questione.
Uno resta deluso quando ha un'aspettativa, che si rivela falsa.
Secondo me, la delusione non è un'azione passiva, ma riflessiva. Intendo dire che è un problema dell'illuso, che coltivava un'idea irreale, non di chi "lo ha deluso".
Perché mai dovrei aspettarmi che le Ferrovie dello Stato si preoccupino di "tutti" i viaggiatori ?
Forse per via della qualifica: "...dello Stato" ?
In effetti, quel nome l'hanno cambiato da tempo, ed ora si chiama Trenitalia.
Forza Italia
Stesso periodo, stessa filosofia
Privilegiare i privilegiati, illudere tutti gli altri
Farti desiderare uno status di benessere superiore, accessibile pagando.
Dare tanto ad un gruppo di pochi, mentre gli altri desiderano di passare nel primo gruppo...

Chiuse le fontanelle, comparsi i distributori dell'acqua (1,5€ per 250 ml di acqua).
Il treno dei pendolari è in ritardo, ed hai freddo ? Vai nel bar, e consuma.

Credevi che il prezzo che paghi per il biglietto, comprendesse un servizio da grande albergo ?

Ma la delusione non è affatto giustificata: cosa stiamo facendo, in concreto, per evitare che questo accada ?
Chi è disposto a rimboccarsi le maniche, per costruire il mondo che immaginiamo ?
Non c'è nessuno che "ci delude": siamo noi a vivere nelle nuvole.
Chi di noi ha il coraggio di affermare che i meccanismi economici sono ingiusti ?

Eppure i paradossi sono sotto gli occhi di tutti.

Questo è l'augurio per il 2011, che venga una stella, a farci un po' di luce, e .... che scotti un po', così ci diamo una mossa.
Un abbraccio a tutti

martedì 28 dicembre 2010

Nane

Nane e Felice erano due fratelli, ma Name era timido, ed invidiava il successo di suo fratello con le donne.
Un giorno decise di spiarlo, per capire come facesse. Si nascose ad ascoltare: "Tesoro, come sono felice di stare con te" diceva suadente alla sua ultima conquista.
Nane adesso aveva capito, ed andò subito a suonare il campanello della sua vecchia morosa: "Beh, che c'è ?" chiese lei, stupita di vedere Nane così determinato: "Tesoro" disse lui "come sono Nane di stare con te".

L'imitazione è un meccanismo insidioso.

La ripetizione ce la insegna il sole, che sorge ogni mattina.
Il tempo, in genere, propone schemi ripetitivi. Ogni cosa che oscilli, tende ad uniformare la propria frequenza di oscillazione, con le altre cose che le oscillano attorno.

Pensate se, ogni mattina, ci chiedessimo: "Ed ora ?"
Invece abbiamo già i nostri impegni, le cose da fare, gli orari...
Ma è proprio vero che sono proprio quelle le cose da fare ? Oppure è solo un meccanismo di ripetizione, insidiosissimo ?

Come con lo sbadiglio, ci contagiamo i comportamenti, e quelli di noi che fanno più fatica ad uniformarsi, li isoliamo, e li considerimo pericolosi.

Quando a scuola si studiavano le "serie" dei numeri, si entrava nel merito di cosa succedesse "all'infinito". Buffo, no ? perché sappiamo bene che non esiste.
Per quanto alto, c'è sempre un numero successivo. Perchè studiare così accuratamente qualcosa che non c'è ?
Per non parlare del tempo, quale follia più grande, di considerarlo infinito ?

E allora, perchè mai la ripetizione, e l'imitazione, ci sembrano "giuste" ?
Come fare a sfuggire da questo meccanismo insidioso ?

Ripetizione ed imitazione sono due fattori moltiplicativi, essenziali per l'economia. La produzione di "pezzi unici" ha costi elevati. I consumi, determinano profitti per il produttore, se hanno volumi elevati. La promozione pubblicitaria propone modelli da imitare. Insomma, mi sono fatto l'idea che siano la ripetizione, e l'imitazione a determinare lo sviluppo dell'economia.

Tra un po' andremo a votare. Per molti sarà disgustoso ripetere le scelte fatte nel passato.
Ma in questi mesi, lavorare per un cambiamento, chi lo fa?
E' sulla nostra inerzia che si basa chi il potere ce l'ha, e vuole mantenerlo.
"Come sono Nane a votare per te"

sabato 18 dicembre 2010

Neve

Tutto chiaro: sembra bianca, ma è rossa... sì, sì: comunista

Poi la perturbazione veniva chiaramente da sinistra, per questo ha fatto tanti danni.
E cosa sono tutte queste lamentele ? Solo perché avete fatto 24 ore in coda, sotto la neve ? Non fate i soliti disfattisti !

E poi è stata inaspettata.
A no ? Dite che si sapeva che avrebbe nevicato ?
Sì, è vero, ma se vi dicevamo che non potevamo sgombrare le strade dalla neve, perché i soldi li abbiamo spesi per altre cose, e nei posti chiave abbiamo messo i nostri amici, e i loro parenti... ci sareste rimasti male... per quello non l'abbiamo detto a nessuno.
Un'altra volta, state a casa, a guardare la TV; ve lo diciamo noi quando è ora di uscire, per andare a votare.
Vi diciamo anche per chi votare: cosa volete di più ?

martedì 14 dicembre 2010

Monarchia

Dicono che quando si fa cadere un Re, bisogna averne pronto un'altro.

Ma siamo in monarchia ?... scusatemi, ma ero rimasto che eravamo in uno stato di diritto ...

Riapplicare il diritto (i nostri diritti)

"Questione morale": detta così sembra un interrogativo
Invece è un punto esclamativo
Se oggi sono tutti ad agitarsi in Parlamento, è per un problema di disonestà !

Ma quando andremo a votare, come faremo a sapere se eleggiamo una persona onesta ?
Con questa legge elettorale, per essere sicuri di non dare il voto ad un disonesto, bisognerebbe che fossero onesti TUTTI i candidati di TUTTE le liste elettorali che sostengono la coalizione abbinata alla lista che stai votando.

Impossibile

Ma chi è quel malvagio che l'ha pensata ?
E chi sono quei pazzi che l'hanno votata ?

Io vorrei votare una persona; se altri la pensano come me, quella persona va in Parlamento, altrimenti no.
Fine
Il mio voto non può essere usato da nessun altro, perdinci !
Al massimo una persona, ed una lista

L'imbroglione a cui il perverso meccanismo elettorale darebbe il diritto di governarci si vede in pericolo, e libera i cani.
Prepariamoci ad un crescendo di aggressioni.
Come ha detto lui stesso, conosce bene i meccanismi della comunicazione televisiva.

Io intanto la tengo spenta

domenica 12 dicembre 2010

Sbadiglio

Poco fa, alla radio, hanno ricordato John Lennon, e la frase: "la vita è quello che ti succede mentre sei occupato in altri progetti"

Come dire: "Dov'è la tua attenzione ? Beh, ti stai perdendo tutto il resto"

Una vigliaccata: mica dobbiamo fare la fine di quell'asino, che è morto di fame perchè non sapeva da quale greppia mangiare...
Poche storie: la nostra vita è proprio quello che stiamo facendo, quello che mangiamo è proprio quello che diventa la nostra carne, e quello che diciamo è proprio quello che resta di noi.
Forse il resto può interessare quelli che amano i rimpianti.

Mi viene in mente un giochino, che si faceva ai tempi dei primi programmi sotto windows: il pulsante che, quando ci vai sopra con il mouse, scappa all'angolo opposto del video.
Chissà perché faceva così tanto ridere.
Una cosa così frustrante, che scappa quando quasi l'hai raggiunta.
Così drammaticamente attuale per i meno fortunati di noi.
Che ci sarà da ridere ?

Avete notato anche voi che si raccontano sempre meno barzellette ?
Qualche anno fa: "La sai l'ultima ?" era una delle prime cose che si diceva quando ci si incontrava la mattina.
Adesso le raccontano i professionisti (comici, e capi di governo (non tutti (per fortuna))), ma noi sempre meno.

Ridiamo, ma pensiamo anche che c'è poco da ridere.
Eppure riso e sbadiglio sono due cose misteriose, che ci danno benessere
per cui, se sbadigliate leggendo questi pensieri, un grazie potreste anche farmelo

venerdì 26 novembre 2010

Newton

Per ora, aiutare Paola a fare i compiti vuol dire temperare le matite colorate, ma mi aspetto arriveranno presto problemi più impegnativi.
Voi direte che è prematuro, ma un pensiero l'ho fatto, e mi è venuta in mente la lezione di fisica.

Cominciamo con la legge di Newton.

Il principio di inerzia, è il trionfo del menefreghismo: "Il tempo passa ? E chi se ne frega, io resto qua". Indifferenza totale dello spazio, rispetto al tempo.

La posizione, con il tempo, sembra non volerci avere niente a che fare.

Il fatto che un corpo in movimento continui a mantenere il suo moto, è la stessa cosa: non esiste un punto di riferimento privilegiato per misurare una posizione... "Io mi muovo rispetto a te ? Macché, sei tu che ti muovi rispetto a me". Potremmo discuterne all'infinito.
Un buon compromesso è accettare che tutto sia relativo, e quindi nulla è veramente fermo, o stabilmente in movimento.
In pratica, anche nel moto costante, il tempo è indifferente allo spazio: abbiamo solo introdotto la relatività nella misura della posizione.

Le cose si complicano parecchio se c'è di mezzo la rotazione. La posizione fatica a professare la propria indifferenza al tempo, ed i corpi tendono ad allontanari dal centro di rotazione.
A scuola la chiamavano: "forza centrifuga". Per capirsi: quella della lavatrice.

Beh, si parla di forza, per via che il corpo tende a muoversi, ma quello che può vedere un bambino, è il corpo che si muove, mica la forza.

E se invece Paola mi dicesse che è "lo spazio che si restringe ?"... Cavoli: le ho appena spiegato il moto relativo... sarebbe la stessa cosa, no ? Il corpo in realtà sta fermo, ma lo spazio si restrige, e quindi a noi sembra che il corpo si allontani.

Chi di voi è attento, dirà subito: "Hei bello, mica tutti i corpi si allontanano allo stesso modo: dipende dalla massa!".

Vero: più un corpo è pesante, più sembra aver fretta di allontanarsi dal centro.

L'entrata in campo della massa, raccontata così, sembra legata alla rotazione.
Se non avessimo fatto girare la giostra, non ci saremmo accorti della massa.
Ma come si fa a parlare della "massa", a Paola ? Lei consce il peso degli oggetti, cioè quanto impegno mettono nel loro desiderio ostinato di cadere, per avvicinarsi al centro della Terra.

Distinguere tra massa gravitazionale ed inerziale, sembra uno scrupolo da pignoli; in effetti, la loro contemporaneità, è all'origine di quel meraviglioso equilibrio ("mi allontano ? Mi avvicino ?... che faccio ?") che tiene i pianeti attorno al sole (ho letto che attorno alla Terra c'è anche un guanto spaziale, perso in una delle missioni "Gemini", che soffre della stessa indecisione).

Albertone ci ha spiegato che la gravitazione non sarebbe un "effetto a distanza", ma una deformazione dello spazio-tempo... che so, magari anche le rotazioni deformano lo spazio, in modo simmetrico.

Riuscite ad immaginare qualcosa nello spazio, che non ruoti attorno a qualcos'altro ? ...in particolare, attorno a qualcosa di "pesante" ?

Se lo state pensando, non lo penserete a lungo, perché sta già precipitando, a rotta di collo.

Mi sono fatto questa idea: la massa centrale, sembra espandere lo spazio attorno a sè, così a noi sembra che i corpi vogliano "cadere"; e la massa del corpo che gli ruota attorno, sembra comprimere lo spazio attorno a sé. L'equilibrio tra questa espansione, e contrazione determina il fatto che la Luna sembra ferma, quando ruota attorno alla terra, ma invece è lo spazio che le scorre sotto.
Detto in altre parole, è come se il corpo centrale "cedesse" spazio al corpo che gli ruota attorno.
E questo fluire é il tempo.

no ?

Sentite, forse è meglio che la fisica, alla Paola, gliela facciamo spiegare a qualcun'altro, e che io tempero le matite colorate, siete d'accordo ?

venerdì 12 novembre 2010

Troppo

Non so se è vera... me l'hanno raccontata così. Però è verosimile.

Uno dei fratelli B (non dico il nome esatto, per motivi di privacy) è un ricco imprenditore veneto.
Un giorno fa un viaggio, con un amico, in Inghilterra.
Per caso, passano vicino ad un antico castello, che attira la loro attenzione. Lo visitano, ed è veramente molto bello, ma in stato di abbandono.
Vanno nel paese più vicino, e si informano di chi fosse. Gli viene indicata un'agenzia immobiliare, perchè il vecchio maniero è in vendita.
Hanno un po' di tempo, e vanno nell'agenzia, e lì scoprono che l'imprenditore non può acquistare quell'immobile, perché... è già suo !

Buffo, vero ?

Quando fumavo, mi capitava di accendere una sigaretta, mentre già ne avevo una accesa appoggiata sul posacenere. E' anche per quello che ho smesso.

Le persone ricche, hanno molto di più di quello che possono usare. Dire che non ha senso, non è comunismo, è buon senso.
Adesso penso all'altro B, capo del governo, che a me suscita un sentimento di compassione.
Se scoprissero dei vizi, nella mia vita sessuale, io mi vergognerei...
Se tanta gente mi fosse ostile, mi sentirei un verme...

Io credo che di Berlusconi non ci dovremmo stupire troppo: è un imprenditore.
Sarebbe molto interessante un'indagine, oggettiva, sugli ambienti imprenditoriali; per la mia esperienza, il sesso non è all'ultimo posto.

Fare l'imprenditore non è uno stress da poco; ti privi di un sacco di cose: fissi obiettivi materiali... mangiare troppo fa male... tempo per coltivare relazioni normali non ce n'è... encefalo sinistro sempre in allerta... cosa resta per gratificare un essere così deformato ?

Perché stupirsi se va a puttane ?
Non lo sapevate che era un benestante frustrato ?
Che io sappia, dalle prostitute non ci vanno mica gli operai ...

Scandalosi sono quelli che gli fanno la corte. Che ronzano attorno ai suoi soldi come api.
Allora ecco che ritorno al punto: il troppo danaro.
Fa solo male, come la mia seconda sigaretta.

Io però ho smesso
Diamogli una mano, a smettere

giovedì 7 ottobre 2010

Dormiamo

"Tu eri il cacciatore di serpenti, ed io ero la volpe".
Gioco, per Paola (sei anni), è recitare
Quando sono a casa, chiede sempre di giocare: "Aspetta, ti dico io quando cominciare"... la recita è recita. Ha le sue regole !

L'attore è quello che recita una parte
noi, di solito, recitiamo un ruolo

Educare è insegnare un ruolo: non conosco modi diversi di "stare in società".
Il compenso è l'apprezzamento degli altri
Nessuno ha fatto studi
Tutti autodidatti, ma dobbiamo ammettere che non tutto è farina del nostro sacco: copiamo spudoratamente da papa' e mamma.
... (benché neanche loro fossero professionisti).

La recita quotidiana è una forma di mimetismo del tempo, che finge di scorrere, ma evita di appartenerci (chissà, avrà paura di noi).
Mi sono fatto questa idea: il tempo che scorre non è il nostro, ma quello della controfigura che animiamo.

Tutto sembra aiutarci a rientrare nel nostro ruolo.
La televisione ci propone modelli positivi (e negativi)... ci insegna che fard e fondotinta sono "normali".

Il mondo delle possibilità sfiora il reale, ci invoglia, facendoci immaginare quello che non sarà mai il nostro tempo (NB.: il bello dello spettacolo è che non si sa con precisione qual'è il limite da non valicare).

Piedi per terra ? cosa sono ?

Dovremmo essere legati più alla terra o al cielo ?

Il passaggio tra terra e cielo (quello alto) penso sia questione di preparazione.
Forse non siamo ancora pronti per il cielo: forse ci vuole un bel po' di esercizio
Partiamo svantaggiati, ma penso che non sia impossibile costruire una scala lunga abbastanza...

E c'è una stella in cielo che illumina la scena, e non si lascia ingannare
Anzi, nel cielo ce n'è un'infinità di stelle
che non si lasciano ingannare
solo che di giorno io non le vedo

e
di notte

dormiamo

mercoledì 22 settembre 2010

Un momento

Signore e signori, un momento di attenzione.
Chiedo troppo ?
Via, un momento non dura a lungo.

"Ancora un momento" lo chiede anche Paola, la nostra piccolina, quando vuole scroccare una dilazione, breve breve. In genere seguita da una dilazione altrettanto breve, e così via, come sicuramente sapete essere la tecnica dei bambini.
Ma io non voglio barare, e vi assicuro che sarà un momento soltanto.

Questo momento

Un momento veramente particolare, direi: quanti pianeti hanno la stella più vicina, ed un satellite che appaiono nel cielo della stessa dimensione ?
La probabilità di questa circostanza credo sia piccolissima, infinitesimale... siamo in un pianeta veramente unico, ed in una situazione tutt'altro che definitiva.

Ma questo è un momento particolare, anche per tantissime altre cose...

Ad esempio, avremmo mai immaginato un uomo di colore presidente degli USA ? ... 166 anni fa, ancora schiavi, ed adesso al top del potere economico e militare !
Dovremmo essere tutti attorno a quel "uomo abbronzato", a dirgli: "Dai, diamoci tutti una bella regolata, se non si fa stavolta, quando ?"...

Invece niente, come se non sapessimo che i momenti passano.

Ma io trovo anche incredibile che in questo momento, ....ci sono dentro io....! beh, ok, anche voi.
E non è straordinario che con la maggior parte di voi neppure ci conosciamo ?
E neppure ci preoccupiamo di conoscerci ?
Spettatori di uno spettacolo irripetibile, e neppure ci scambiamo un numero di telefono, l'indirizzo per una cartolina.
Chissà quando, e se, avremo più l'occasione di fare assieme un viaggio simile.

Beh, un po' mi dispiace che in questo viaggio ci siano anche Berlusconi e Bossi, ma se promettono di non disturbare, direi di lasciarli in pace. Anziani ed invalidi vanno rispettati.

Adesso però basta, il momento è passato.
ve l'avevo promesso
Signore e signori, grazie per l'attenzione

ah, scrivetemi !

martedì 24 agosto 2010

Stoccolma

La gara interna alla destra (Bossi, Fini, Berlusconi) serve per farci puntare tutti, su uno dei tre, cioè per portare voti a destra.

Una straordinaria operazione di marketing

Solo loro hanno i titoli dei giornali: quando verrà chiesto di scegliere, la gente avrà quei tre nomi in mente, non altri.


Schierarsi dall'altra parte, non è facile, sia per carenza di candidati "popolari" (cioè amati da molta gente), sia - si dice spesso - per carenza di linee politiche condivise, cioè un elenco di promesse agli elettori, che la destra (e Fini ne fa parte a pieno titolo) non possa scimmiottare.

Aspetta un momento... perché "condivise" ?

Mi sono fatto questa idea: come nella sindrome di Stoccolma, non ci accorgiamo che stiamo usando gli schemi mentali del nostro tiranno: chi l'ha detto che la maggioranza debba fare promesse agli elettori ?

La nostra costituzione esclude esplicitamente, per gli eletti, l'obbligo di mandato verso l'elettore, e tanto meno verso la sua maggioranza.
Il capo del governo ha il compito di scegliere la squadra di governo: che siano competenti, onesti, capaci, ma nel parlamento ognuno risponde solo alla propria coscienza.
Ed il capo del governo non risponde al Popolo, ma al Parlamento, e solo il Parlamento può sfiduciarlo.

Chi l'ha detto che i ministri si debbano dimettere, se non c'è la maggioranza sul processo breve ? Ve lo dico io: solo Berlusconi e i suoi servitori (una volta -chi si ricorda ?- si diceva lacché).

Ma come fare per ripristinare i concetti dei nostri Padri Fondatori ?
Mi sono fatto questa idea: solo la “moderazione” può vincere l'attuale supremazia della destra (uso il termine "destra" per abitudine, ma intendo dire: "coloro che hanno a cuore solo gli interessi immediati dei più agiati, e dei loro amichetti").

Provate a seguirmi...
Moderato è opposto di eccessivo
La democrazia deve essere moderata ?

Ad Atene il popolo deliberava in piazza, in riunioni di migliaia di persone, e vinceva chi arringava la folla, chi aveva maggiori qualità oratorie.
Oggi, in Italia, è lo stesso.
Stiamo imitando ciecamente quella forma di democrazia, ignorando decine di secoli di vicende umane.
Oggi la volontà popolare non può essere trasformata “tale e quale” in delega. E’ come se facessimo guidare l’areo ai passeggeri.

Non si può... è troppo complesso...
Occorre preparazione, conoscenza dei meccanismi, capacità di comunicare, e di prendere decisioni, ci vogliono sistemi di controllo, ci vogliono regole da rispettare.

Ecco, ci vuole moderazione

se posso… ci vuole anche amore

Chiunque sia mite, è moderato.
Mite è la pecora, cioè la maggior parte di noi.
Ma neanche la pecora ama farsi comandare da un pastore egoista bastardo
Anche se non ha le corna dell'ariete, quando ci sarà l'occasione un meritato spintone glielo darà.

Forza, pecore !

lunedì 9 agosto 2010

Febbre

Quando ci veniva, era d'obbligo restare a letto, ma se era forte, lo si faceva volentieri.

La febbre ti altera davvero.

Ed i sogni diventano prepotenti.
Di solito si ritraggono al primo cenno di risveglio... con la febbre padroneggiano.
Non è che siano diversi dal solito.
Il mondo dei sogni è pazzesco sempre, solo non ne teniamo ricordo.
Due mondi che non si intersecano.
E se lo fanno, lo fanno di nascosto.

Qual'è il tabù che devono rispettare ?
Quali sono i guardiani che li fermano, e che la febbre distrae ?

Nel sogno le cose accadono in modo non molto dissimile dalla realtà, e difatti sono molto realistici, ma seguono percorsi che anticipano, o aggirano la realtà

La legge che non rispettano, è quella del tempo.


Il sogno è anarchico di nascita
Leggi non ne conosce: ti spiattella di fronte le tue, di leggi, per deriderle, e farti capire quanto sono assurde.
Il sogno segue il senso
non rispetta le precedenze
Non si ferma agli stop
Sregolato
Indisciplinato
Irrispettoso


Il sogno di Luter King si è realizzato

Bisogna crederci
E' quello che manca tanto oggi
Un bel febbrone collettivo, che bene che ci farebbe !

martedì 27 luglio 2010

Creanza

Quando il vassoio con gli antipasti stava finendo il giro, qualcuno spesso sentenziava: "Beati gli ultimi, se i primi i ga creansa", sorridendo sconsolato, perché i bocconcini migliori si erano dileguati.
Oggi si compensa la mancanza di creanza con l'abbondanza, e difficilmente il vassoio si riesce a vuotarlo.

Strano termine la "Creanza", decisamente in disuso. Molto più usato il suo opposto: "Screanzato !"

Creanza sarebbe rispetto, pensare anche agli altri.
Creanza sarebbe anche moderazione, parsimonia nel prendere per sè, se gli altri non ne hanno.

Sembra di parlare di un'altro mondo, vero ?

Metti, ad esempio, i fatti accaduti l'altro giorno, alla "Love Parade" di Duisburg, in Germania.
Tutti ad schierarsi se le colpe fossero degli organizzatori, del comune, o delle forze dell'ordine.

Nessuno, mi pare, ha detto che: "spingere per entrare è da screanzato" ?
...
La folla fa l'elevamento a potenza, ma alla base, c'è la mancanza di creanza.
Uno spintone alla fermata dell'autobus è maleducazione.
Lo stesso gesto, moltiplicato per decine, centinaia di migliaia di persone, fa una strage.
Ma è lo stesso gesto.

Perché abbiamo rinunciato ai principi etici ?
Perché non riusciamo più a vedere che sta proprio lì l'inizio della fine ?
Perché ammiriamo chi prende per sè, e diventa l'uomo più ricco d'Italia ?

"Demonio scatenato" diceva un mio collega (che mi piacerebbe ri-incontrare) quando le cose andavano storte.
Forse lui lo zampino ce l'ha messo, e ridacchia dietro lo stemma rosso nero.


Sarà un caso...

mercoledì 14 luglio 2010

Errori

Si presentano come un problema, magari da punire... ma gli errori hanno anche tanti meriti.

Mi sono fatto questa idea: sono loro che consentono al nostro destino di realizzarsi.

Volete un esempio ? quanti di noi sono a questo mondo per un errore, il più inconfessato ? Forse qualcuno non lo sospetta neppure.

L'errore è una specie di distanza tra il pensiero e la realtà: perchè mai ci stupiamo se c'è ?

Un errore frequente, riguarda le percezioni.

Le distanze sembrano sempre più brevi di quanto non siano veramente, specie in montagna; il tempo che passa sembra scomparire improvvisamente, quando finisce nel passato; la persona di cui ci innamorammo, sembra essersi trasformata... tutti errori quasi inevitabili.

Lo scherzo: "Pesa di più un chilo di ferro, o un chilo di paglia ?" non è stupido: per quasi tutti sembra più pesante il chilo di ferro, perchè non percepiamo tanto il peso, quanto la densità.

Mi sono fatto questa idea: certi errori sono necessari. Ditemi, se avessimo una percezione esatta di quello che stiamo facendo, quanti di noi continuerebbero a farlo ?

La necessità dell'errore, è alla base dei meccanismi di comprensione della realtà. Vi ricordate il famoso "epsilon piccolo a piacere", su cui si base il calcolo differenziale ? Tutta la teoria si appoggia sull'accettazione di una inesattezza infinitesimale. Quell'inesattezza ci consente il salto dal discontinuo, alla immaginazione di uno spazio continuo, che sappiamo bene non esistere.
Paradossalmente, questa finzione è necessaria alla matematica che descrive il comportamento della natura.

Il mondo della politica non è da meno: Berlusconi forse è stato un errore di molti, ma chissà che ci abbia fatto capire qualcosa di buono.

martedì 22 giugno 2010

Respiro

In generale, io sono per l'uguaglianza, ma anche per la coerenza, così l'ugualianza cerco di applicarla senza distinzioni, anche sulle questioni più lievi, come il respiro...

Ad esempio, perché mai dovrebbe essere così importante proprio l'ultimo ?

Perdinci: tutti importanti allo stesso modo, dal primo all'ultimo !

Ma è così: l'essere involontario, ce lo fa trascurare ... come l'acqua, ci si accorge che serve solo quando manca.

Al respiro non facciamo gran caso.

Quando ci svegliamo, al mattino, neanche ci viene in mente che abbiamo respirato tutta la notte.


Il respiro - l'alito - fu sperimentato la prima volta sull'uomo al tempo della Genesi, ed ebbe subito un successone: l'omino di creta cominciò presto a fare il birichino, come Pinocchio. Da morire dal ridere !

Insomma, che una boccata d'ossigeno sia una botta di vita, nessun dubbio, ma se uno non c'è abituato, può dare stordimento.

Noi, probabilmente, non ci siamo ancora abituati, visti i comportamenti, un po' da inebetito...

Un esempio ?

In un paese, in cui nessuno si fa scrupolo di usare il cellulare in pubblico, c'è qualcuno che dice: "tutti sono preoccupati delle intercettazioni telefoniche".

E nel darne la notizia, nessuno precisa che probabilmente si tratta di un buffone...

Ora ditemelo: siamo o no inebetiti ?

mercoledì 2 giugno 2010

Legami

La prima cosa che fa Paola, appena sveglia, è chiamare.
I cuccioli sono sempre molto legati ai genitori.

Ma cos'è un legame ?

Qualcosa che "unisce" ?
Una connessione che contiene energia (o significati) ?

Prendiamo il legame tra due atomi in una molecola: è qualcosa che li fa stare in determinate posizioni ... riduce lo spazio delle possibilità.
Più forte è il legame, più improbabile -per i due atomi- allontanarsi.

Parlare di forza di legame, o di improbabilità dell'allontanamento, è la stessa cosa.

Immaginare un "ruolo attivo", di una forza che "tiene unito", è solo un modo di descrivere la vicinanza. Tirare in ballo le forze, è un vizio che -secondo me- converrebbe abbandonare.
La domanda successiva, infatti, diventa subito: "e che cos'è questa forza ?", e siamo daccapo... non abbiamo chiarito proprio nulla !

Pensate alla pallina della roulette, che gira attorno all'asse, ma non più di quanto il bordo le consenta. Se non vedessimo il bordo, inventeremmo una forza speciale, che agisce sulla pallina e l'attira verso l'asse. L'asse, in questo caso, non c'entra proprio nulla: è solo un luogo geometrico.

L'energia che passa nella connessione, è solo un modo di rappresentarci il vincolo.
Il significato che passa nella connessione, è solo un modo di escludere altri significati, ed allontanarci dal caos.

I legami sono utili:
  • L'ancora, è utile alla barca.
  • Un legame di parentela, può dare sicurezza.
  • Un contratto, è un legame alla base del commercio.
  • Un legame tra due concetti, può anche farci ridere.
  • Il matrimonio, beh, è lecito avere dei dubbi...
Ma il legame è legato al tempo. Ogni legame -prima o poi- scade, o si allenta, o si rompe.
L'improbabilità dell'allontanamento non vuol dire "mai".
E cosa c'è oltre il legame ?
Perché tentenniamo quando ci sarebbe da recidere un legame ?

Paura, vero ?Corsivo

Già, ma di cosa ? del Caos ? dello spazio di possibilità che si aprirebbe improvvisamente ?


Forse, quello più difficile da recidere è il legame con questa terra.
All'idea della morte ci ribelliamo, come se ci stessero togliendo un diritto acquisito.

Non ci sono diritti acquisiti, dovremmo saperlo bene: oggi basta un decreto legge...

sabato 22 maggio 2010

Rotazioni

Chi l'ha detto che il tempo non torna indietro ? Ho forti indizi che sia proprio il contrario.

Pensate ai giorni. Potremmo contarli se non ci fosse il ritorno sistematico di giorno e notte ? Prendete qualsiasi sistema di misura del tempo: che so, un pendolo. Se non tornasse sempre al punto di partenza, cosa conterebbe ?

Non si scappa, il tempo ha il vizio di ritornare al punto di partenza, anzi, è tutt'uno con il conteggio di quante volte ritorna.

Anche una clessidra non misura gran che, se non contiamo quante volte la rigiriamo. Prendiamo il cronometro più preciso - l'orologio atomico - non conta proprio delle oscillazioni ?

(mettete una lucciola su una giostra, di notte: vi sembrerà che oscilli. Una oscillazione è una rotazione, appiattita da un rullo compressore)

Il tempo sembra strettamente legato ad una qualche ciclicità, e - secondo me - una rotazione.

Nella misura delle altre dimensioni, si conta quante volte un regolo copre la distanza tra due punti. Il tempo invece misura quante volte un punto "ruota" rispetto ad un'altro.

La differenza rispetto alle altre 3 dimensioni, sembra stare nella sua natura oscillatoria.
Per questo tempo e musica stanno così vicine.
La materia dimostra le sue caratteristiche ondulatorie quando si muove, cioè quando tira in ballo il tempo (una particella ferma è estranea alla meccanica quantistica).

Mentre lo spazio potremmo immaginarlo sconfinato, la ciclicità è nella natura del tempo, anzi, questa ripetizione le è proprio necessaria per esistere.

Poi, sulla ciclicità del tempo, e della Storia, ci da ampia dimostrazione il governo nazionale: quando mette il bavaglio alla stampa, non sembra anche a voi che ritornino proprio "quei tempi" ?

lunedì 26 aprile 2010

Negativi

I numeri incuriosiscono Paola, che quest'anno andrà alle elementari, così noi abbiamo provato a spiegare le prime operazioni.
2 + 1 = 3 viene fatto con quello che si ha sotto mano: possono essere noci o mandaranci.
Che 2 più 1 faccia 3, è facile convincersi, contando le noci.
Subito dopo viene il 3 - 1 = 2: invece di mettere una noce, la si toglie.
La difficoltà di spiegare 2 - 3 = -1, si supera passando dalle noci (che richiederebbe l'introduzione delle anti-noci, o del "credito di noci"), alla scala graduata, ma Paola deve accettare di chiamare "negativi" i numeri sotto lo zero.
Ora, com'è noto, "negativo" ha una connotazione negativa, e sembra poco appropriata per dei numeri che non hanno fatto niente di male... ma grazie alla sconfinata fiducia che i bimbi hanno nei loro genitori, lo scoglio è superato.

Non sono andato oltre (a Paola voglio bene), ma ho provato ad immaginare cosa succederebbe con altre, semplici, operazioni.

Ad esempio, le moltiplicazioni sono facili con la scala graduata: 2 x 3 si fa con 2 quadretti verso destra, 3 verso l'alto, e viene fuori un rettangolo fatto proprio da 6 quadretti.

Rispetto alla somma, però, c'è una bella differenza; seguitemi...
2 noci più una noce fanno 3 noci; se avessimo fatto 2 noci + 1 mandarancio, venivano -che so- 3 frutti.
Se avessimo fatto 2 noci + 1 starnuto, sarebbe stato difficile dire cosa fa...

La somma ha senso se parliamo di oggetti uguali, o con qualcosa in comune.
La somma di numeri puri, è difficile da spiegare.

Sotto intendere (=nascondere) a cosa si riferiscono i numeri (come fa la matematica), è qualcosa di simile ad un imbroglio. Come quelle pubblicità che fanno di tutto per non farti capire dov'è la fregatura.

Nella moltiplicazione, i 2 lati che si moltiplicano per i 3 lati, intanto devono starsene ortogonali (con un punto in comune), e poi il risultato non sono lati, ma quadratini, cioè una "roba diversa"...

Direte: uno dei due fattori lo devi leggere come: "numero di volte".

Vero: la moltiplicazione può essere letta in due modi, o come ripetizione di un conteggio (conta 2, per 3 volte), o come sviluppo di una dimensione, su una dimensione ortogonale, ma in questo caso si forma qualcosa di diverso rispetto all'oggetto moltiplicato.
I due concetti a me sembrano molto diversi.

Ma provate ad applicare la tecnica del "numero di volte", con un fattore negativo... imbarazzante, vero ?

Per fare 2 x -3, bisogna prendere il -3 dalla parte prima dello zero (avevamo spergiurato che erano quelli i numeri "negativi"). Il risultato sono sempre 6 quardratini, ma, a quanto pare, negativi... sembrano del tutto simili a quelli che si ottengono con 2 x 3, ma quel benedetto zero gli porta male.

Vogliamo provare con -2 x -3 ?
Un gazzabuglio...
Come si fa a spiegare ad un animo puro, che il prodotto di due negativi è positivo ?

Qui ci vuole tanta immaginazione; anzi forse proprio lui, "i", il numero immaginario, che quando fa i quadrati, li fa negativi.

Eccesso di fantasia ?

Ma, ditemi, cos'è più vicino alla realtà: due numeri negativi che moltiplicati tra di loro danno un numero positivo, oppure proprio la "i", che -guarda caso- compare nelle equazioni della meccanica quantistica ... proprio quelle che descrivono così precisamente il comportamento della materia ?

Ma scusatemi la divagazione; in effetti l'intersezione più attuale tra matematica e fisica, è il principio di Conservazione Universale. Fa più o meno così: "per quante elezioni si facciano, i soliti privilegiati conserveranno i loro privilegi".
Gli anglosassoni, che sono dei precisini, li chiamano "Conservatori"..

mercoledì 21 aprile 2010

Distrazione

Una regola per scrivere bene, è quella di evitare le ripetizioni.
Per rispettarla, si usano i sinonimi.
Così, ad esempio, nei resoconti dei recenti battibecchi romani, invece di “Fini” trovi scritto: “la terza carica dello stato”.
La scelta del sinonimo è libera: uno avrebbe potuto dire: “il delfino di Almirante”, o “il fondatore di Alleanza Nazionale”. La cosa importante, è che si capisca bene di cosa si sta parlando.

Così, per fare un altro esempio, per certi furti nella Pubblica Amministrazione, si usa il termine: “peculato per distrazione.
Tanto si capisce...
In effetti è un sinonimo azzeccato: se il politico usa per sé (o per i suoi amici furbetti) del denaro pubblico, vuol dire che chi doveva controllare era distratto...

No ?

martedì 23 marzo 2010

Acqua

Eravamo con amici, e si parlava della natura, e di quanto fossero belli certi posti dove uno di noi era stato.
Ed il discorso è finito su "quel ristorantino, dove abbiamo mangiato..." e via con descrizioni dettagliate dei sapori, e del relativo godimento.

Avete notato ? Finisce sempre così.

Mai che uno dica: "ed il posto era così bello, che mi è venuto da pensare a ..."
Ma quando lasceremo la parola ... alla nostra anima ?

Alle volte mi chiedo che razza di civiltà siamo.

Ad esempio, ieri era la giornata internazionale dell'acqua.
Chi di voi le ha fatto la festa ?
No eh !? Cioè: per S.Valentino, sì, e all'acqua no ? Ma vi sembra carino ?
Chi ha fatto apprezzamenti sull'acqua che ha bevuto ?
Chi ha ringraziato l'acqua della doccia, per il lavoro che ha fatto ?



Ieri pioveva

Piano piano

Era come se dicesse: "ehi, ragazzi, guardate che sono qui"
Si raccoglieva in pozzanghere, assieme allo sporco raccattato in ogni dove, e si avviava in ordine verso il tombino.


Ciao bella, torna ancora

sabato 13 marzo 2010

Quattro

Dopo che ho scritto il post sull' "Uno", il Quattro mi ha telefonato arrabbiatissimo, perchè l'avrei trascurato.
Dice: "Non sai che non ci sarebbe vita sulla Terra, senza di me ? Tutta la chimica del Carbonio si fonda sul numero 4. Neanche tu ci saresti, carino"

Bisogna ammettere che un po' ha ragione: il quattro è il primo numero spaziale.

Mi spiego meglio: l'uno, come dicevo, è quello che non può neanche girarsi... un punto perso nel vuoto. Siamo all' "essere o non essere", o poco più.

Con due punti fai una retta, e comincia il senso della direzione (di qua, o di là ?). Puoi fare un minimo di scelta, di confronto.

Con 3 punti fai un piano, ed è separazione, barriera. Un piano è stato necessario, perché finalmente le acque si separassero dal cielo; il piano, non è l'acqua, e neppure il cielo, ma è necessario perchè loro esistano.

E finalmente il quattro è la conquista dello spazio che conosciamo bene, quello tridimensionale.
Metti quattro sfere a piramide, e non c'è angolo dello spazio che resti inaccessibile.
Per questo dicevo che è spaziale.

Direte: ".. ma lo spazio cartesiano ha 3 dimensioni, non 4 !". Beh, avete mica provato a togliere, ai 3 assi, il punto di vertice ? Gli assi non esistono più. Ve lo dico io, per raggiungere lo spazio tridimensionale, occorre il 4: il 3 non basta affatto.

Uno dice: "E allora gli altri numeri a cosa servono ?"

Come il solito, la natura è stata abbondante: mica una manciata, di numeri ... addirittura infiniti: un vaso di Pandora di numeri.
"Chiedete e vi sarà dato"; si vede che qualcuno era incerto su quanti gliene servivano, e nel dubbio ne sono stati fatti di più di qualsiasi immaginabile richiesta (tié !).

Però, mi vien da dire, dal cinque in poi, cominciano dei numeri un po' meno schietti.
Numeri che hanno qualcosa di nascosto, di inaccessibile.
Di un po' subdolo, insomma, una fregatura.

Il quattro è facile: 1 + 3: un completamento dell'identità esistenziale (l'uno), con la più compita formulazione di sé stessa (il 3), oppure puoi vederlo come il terzo stadio della crescita per auto-sdoppiamento (1 -> 2 -> 4)... ma il 5 ?

Le piramidi egiziane avrebbero potuto avere la base triangolare, no ? Sarebbero state molto più simmetriche: così hanno un vertice che è diverso dagli altri.
Il 5 è asimmetrico di nascita. Guarda la mano: un dito si oppone agli atri 4.

E' inutile che la tiri tanto in lungo: tutti gli indizi portano a pensare che il 5 abbia a che fare con l'entrata in campo della dimensione temporale...

Una stella (suppongo a cinque punte) segnala l'ingresso del Messia nella dimensione terrena, cioè quella dove il tempo esiste, e determina la scadenza delle cose, la caducità dell'esistere, la perdita dell'immortalità.

E che quella dimensione sia molto diversa rispetto alle altre, è indubbio. Se non altro perché nello spazio puoi tornare indietro, nel tempo no.

Così, non sprechiamolo questo tempo, andiamo a fare una passeggiata, che sta venendo la primavera.

sabato 6 marzo 2010

Forma e Sostanza

A proposito dell'esclusione delle liste di Berlusconi, ci sono due argomenti che vengono ripetuti nei messaggi radio e TV, ossessivamente.
La prima è che la presentazione delle firme sarebbe un problema formale, mentre la possibilità di votare la lista appoggiata dal primo ministro è un problema sostanziale.

Ma quelli che hanno scritto cinquant'anni fa le norme elettorali, per quale motivo hanno previsto il rito della presentazione delle firme ?
Potevano prevedere il versamento di una cauzione, no ?
Potevano prevedere la firma da parte di pubblico amministratore, no ?
Perché è stata scelta proprio la firma di semplici cittadini, ma in numero pittosto elevato ?

Beh, è chiaro. Anche cinquant'anni fa c'era il problema delle liste civetta, che potevano attrarre l'attenzione degli elettori, ma che non avevano riscontro popolare.
La raccolta delle firme era la prova che quella lista aveva un collegamento con la base degli elettori. Non una lista preparata da personaggi potenti, per ottenere consensi, ma senza avere quella struttura organizzativa, che poi consente, una volta eletta, di gestire democraticamente le attività dell'eletto.

Le firme non sono forma, ma la sostanza del processo di selezione dei candidati.
Forma sarebbe stata se si diceva che la dista doveva essere presentata su un appositi moduli, o se doveva essere scritta in ordine alfabetico.

Una lista i cui candidati non riescono neppure a raccogliere le firme, come può essere democratica ? Quei signori, come possono pretendere di essere eletti ?

Poi si dice: "la lista del PDL", ma la lista è un elenco di candidati; sono loro che hanno fatto cilecca, non il PDL ! Magari il PDL ha sbagliato, in quella circoscrizione, a fidarsi di loro, ma questo non mi sembra un problema istituzionale.

Il secondo argomento riguarda il fatto che il PD vuole una vittoria "a tavolino". Forse si dimentica che le liste non erano 2, ma molte di più. La gara continua ad esserci anche se un atleta è escluso per doping. Continua tra gli altri, che non si dopano.

Ma dov'è andato il buon senso comune ?

venerdì 26 febbraio 2010

Uno

Paola sta imparando a scrivere le lettere ed i numeri.
L'uno per lei è la "I" con il naso.

Avete mai notato quant'è brutto l'uno ?
Impettito come un palo, con quel nasone spiovente.
Si vede che è solo.

Essere l'uno non dev'essere facile.
"Sei il primo"; sì, ma ditemi, se non c'è il secondo, che gusto c'è ?

Immaginatevi un punto nello spazio vuoto.
Non si può neanche girare, perché se lo fa, non sa se si è girato o meno.
Che vita è senza un secondo come riferimento ?
Parli, e sei l'unico che ti ascolta.
Dimagrisci e nessuno se ne accorge... neppure tu !

Anche il Creatore, dopo un po' si è stufato (e si che lui la pazienza la fabbrica), ed ha fatto l'uomo.
Poi ci ha preso gusto, ed ha fatto anche la donna.

Ed ecco comparire il numero 3, che con l'uno sembra quasi un tutt'uno.
Uno e trino, no ?

Ma la promiscuità tra l'uno ed il 3, mi vien da dire, è ancora più stretta che tra l'uno ed il due.

Il due è facile: l'uno dopo un po' si stufa di star da solo, e si divide in due: mitosi (fece l'uomo a sua immagine).
Così in due te la spassi un po'...ma... attenzione ! dopo, viene il 4, e non il 3...

Il 3, piuttosto, sembra quasi venire prima dell'uno.

Quando pensavamo che il protone avesse carica 1, ed il neutrone 0, non sapevamo che erano fatti di quark: 2/3 + 2/3 - 1/3 = +1 il protone, 2/3 -1/3 -1/3 = 0 il neutrone...

L'1 non c'è proprio, ma solo le sue possibili divisioni per 3 (2/3 ed 1/3, e stop).

Vuoi mettere, il 3, con le sue belle rotondità, rispetto a quel palo dell' 1 ?

Anche perché si dice 1, ma - sotto sotto - ci vuole anche il -1.
Cioè, se puoi mettere, devi poter anche togliere, no ?
E se il -1 arriva prima dell'1, fa come una buchetta, l'1 ci casca dentro, ed ecco fatto lo zero.
Cavoli: di nuovo il 3: -1, +1 e 0.

Vedi che non puoi pensare l'1, senza avere in mente anche il 3 ?

Ho una proposta, cominciamo da 3, e l'1 ed il 2 ci riposiamo
Vi va ?

venerdì 12 febbraio 2010

Tracce

Facevo una passeggiata con Paola, ed aveva nevicato da poco. "Guarda, è passato un animale di qua, seguiamolo".

Le tracce sono il segno del passaggio.
Le lascia l'auto sul terreno fangoso, o l'anatra sullo stagno.

Beh, magari quelle dell'anatra sull'acqua, sono un po' più "volatili", ma via, nessuna traccia è per sempre..

Tracce le lasciano le particelle nella camera a nebbia, quando velocissime l'attraversano
I fisici fotografano la nebbiolina condensata al loro passaggio, studiano lo scatto, e commentano qualcosa del tipo: "Ecco, questo è un positrone"...

... ma quello non è il positrone, è solo la traccia del suo passaggio.
La particella, in quanto tale, è difficile fotografarla, perché non esiste da ferma.


Il presente è il punto di contatto tra te ed il tempo, che ti scorre sotto.
Tu non sei la traccia che lasci sul tempo, ma quella, forse, è la cosa più reale di te.


Ma "tracce" sono anche lo stronzio nell'acqua minerale: non si può dire che non c'è, ma neanche quanto ce ne sia.

Il nostro passaggio sul tempo, è poco più di una traccia.
Pensa quanto poco siamo noi

venerdì 5 febbraio 2010

Tasse giuste

Visco diceva che pagare le tasse è bellissimo.
Sicuramente la frase è paradossale, ma poco fa ho avuto la quarta telefonata della giornata (e sono le ore 11), da parte di quelle sfortunate impiegate (a tempo determinato), che hanno il compito di cercare spillarti quattrini con un contratto che non ti interessa (principalmente telefonia ed energia, ma anche altre carabattole).

Allora ho pensato: "cavoli, ci vuole una tassa !"

Tremonti, ascoltami: una bella tassa su ogni telefonata con scopo commerciale: 10 € a chiamata.

Si fa così: ogni azienda dovrà avere un elenco dei suoi corrispondenti abituali (chi non ce l'ha ?); l'azienda deve informare le persone contenute nell'elenco, e queste ovviamente hanno il diritto di richiedere di farsi cancellare dall'elenco (che poi è la norma sulla privacy... non c'è già ?);
L'elenco va comunicato al provider telefonico, in modo che non addebiti la tassa, quando si chiamano i corrispondenti abituali.

Questo ovviamente solo per le utenze intestate ad aziende.
La richiesta di cancellazione dall'elenco la si farebbe al garante, che la notificherebbe ai provider telefonici, che tartasserebbero l'azienda che tenta di ignorare le proteste delle sue vittime.
Credo di aver chiesto parecchie decine di volte che mi togliessero dagli elenchi, e quasi sembrava che per ritorsione si accanissero ancora di più sul mio numero telefonico !

Una tassa di 10€ sul diritto di disturbare.

Quando ricevessi una telefonata di quel tipo, mi consolerei pensando: "Beh, almeno versa 10 € a favore di quelli che hanno perso il posto di lavoro".

Sarebbe una tassa benedetta dalla stragrande maggioranza degli italiani ! (cavolo: Visco aveva ragione !)

Che ci vuole per farla ?
Facciamo un po' di casino perché la facciano ?
Dai !
Garante, dove sei ? Batti un colpo

sabato 30 gennaio 2010

Tocca a me

Ad un certo momento, arriva il proprio turno.

Per qualsiasi cosa

Quando si giocava, da bambini, c'era “la conta”: una lunga filastrocca che aveva lo scopo di rendere casuale la scelta di uno di noi, per il ruolo meno piacevole del gioco.

Quando toccava a te, non potevi rifiutarti.

Oppure all'ora di ginnastica: tutti in fila davanti all'attrezzo... l'esercizio lo fa un tuo compagno, poi un'altro, poi un'altro, ed alla fine … tocca a te.
Sei tu che lo devi fare.
Se sei preparato, non è difficile, ma non è come vederlo fare ad un'altro. E' tutta un'altra cosa.

Anche per cose meno importanti, come salire sull'autobus: prima si aspetta, si guardano gli altri che salgono, ma poi lo devi fare tu il movimento giusto, e salire.

La differenza tra veder fare qualcosa, ed essere tu che la fai, non è questione di punto di vista, è questione di tempo.

L'azione sembra esserci a prescindere da chi la fa; come una lente, che mette a fuoco un solo punto, e spostandosi cambia il punto illuminato, così nel mondo delle possibilità, le azioni esistono, ed il fatto di farla tu, l'azione, è come se il "fuoco" della lente del tempo passasse sopra di te e, per un momento, l'azione improvvisamente diventasse il tuo presente.
Sei tu il soggetto prescelto, finché il fuoco non ti lascia, e passa su qualcun'altro.

Se l'azione non la fai tu, ma qualcun altro, vuol dire che non è ancora il tuo tempo.
Quando tocca a te, vuol dire che è giunto il tuo tempo.

E allora non avrai troppo tempo per quell'azione.
Difficilmente potrai tirati indietro.
Qualcuno ti guarderà, pensando a quando verrà il suo turno.

E' inutile nascondervi a cosa sto pensando: anche per l'ultima cosa da fare su questa Terra, l'addio, è solo questione di tempo.

Beh ? Cosa sono questi musi lunghi ?
Dai, era solo un esempio.
Che so, anche per un governo senza Berlusconi è solo questione di tempo. Poi alle prossime elezioni, potremmo anche dargliela noi, una mano, al Tempo... mica può fare sempre tutto Lui !

martedì 26 gennaio 2010

Windows7

Da un po' sono passato, sul mio portatile, a Windows7, l'ultima versione di sistema operativo di massa di Microsoft.
Quando parte, fa il suono classico, anche se stavolta è decisamente migliore, più armonico.
Uno lo sente, e dice: "Che bel suono"

Poi però sono rimasto col dubbio: quel suono l'avevo già sentito
Non la melodia: quella è chiaramente la stessa del vecchio windows XP
Il suono, intendo dire, quel timbro di suono.

Alla fine me ne sono ricordato.
E' la Glassarmonica... siete d'accordo ? Quello strumento fatto di bicchieri di cristallo, che ruotano, e che vanno suonati sfiorandoli con i polpastrelli.
Provate a confrontare: ci assomiglia un sacco.
Non è facile fare questa prova, perché è stato abolito due secoli fa, per "gli effetti sulla psiche del suono dello strumento, ritenuto troppo penetrante e capace di produrre profondo turbamento"

Strano, no ?

Poi mi sono accorto che non c'è più la clessidra.. al suo posto c'è un cerchio, che ruota, ruota, ruota...

Non è così che si ipnotizza la gente ?

Non so cosa pensare. Di sicuro, se uno vuole avvelenarti, non te lo dice.
Ti devi accorgere tu, da piccoli indizi.

Ragazzi, io direi che se ci teniamo in casa un gatto, è meglio...
non si sa mai

sabato 2 gennaio 2010

Uguaglianza

L'altra sera, con Paola, la nostra piccolina di 5 anni, si parlava dell'anno che finisce, ed a me è venuta la classica metafora dell'anno vecchio che se ne va, e dell'anno giovane che arriva.
Paola mi fa: “Va, ma poi ritorna ?” In effetti no: il 2009 è stato un esemplare unico, non ci sarà mai più un altro 2009. Piuttosto di dire che se ne va, sarebbe stato corretto dire che l'anno vecchio schiatta del tutto, ma mi pareva brutto.

Allora ho detto: “Sì, ma il nuovo anno in effetti sarà come quello precedente: comincia con l'inverno, poi ci sarà la primavera, sbocceranno i fiori, e poi verrà il caldo dell'estate...”

Ed è lì che mi sono incasinato...

Sono uguali o diversi ?

Perché l'uguaglianza non è che sia un concetto tanto chiaro. “Siamo tutti uguali”: sì, come le gocce d'acqua, che non ce ne sono due di identiche, neanche per sbaglio !

Ci sono uguaglianze veramente vigliacche, come quando allo specchio ti riconosci, e dici “Quello sono io”, e invece, se provi a sovrapporre, ti accorgi che la destra è finita a sinistra !

Mi ha sempre colpito il fatto che a noi, i cinesi sembrano tutti uguali... loro però si riconoscono perfettamente. Poi un cinese mi ha spiegato che anche noi, per loro, siamo difficilmente distinguibili uno dall'altro: incredibile, no ?

Quando comprammo il cagnolino di casa, lo andammo a prendre da un allevatore. La mamma aveva appena sfornato nove cuccioli. Quando siamo attivati, dalla cuccia è uscita prima la madre, e poi uno alla volta, i piccolini. A noi sembrano tutti uguali. Per la mamma però sono tutti ben diversi.

Come con i vini, se non sei allenato, puoi fare fatica a distinguerli, non è facile riconoscerli.
Per distinguere, bisogna conoscere.

Ma vorrei attirare la vostra attenzione, su una uguaglianza, che sembra ovvia e banale, ma non lo è poi tanto, secondo cui ogni cosa è uguale a sé stessa, e su un'altra, che sembra falsa, ma che ha del vero, per cui ogni cosa è uguale a qualsiasi altra cosa.

Se confrontiamo una cosa con... se stessa, vuol dire che la stiamo osservano in due, da due punti diversi, oppure anche da soli, ma in momenti diversi. E sì, perché altrimenti il confronto non avrebbe senso.
In entrambe i casi, le due osservazioni NON POSSONO COINCIDERE. Supponete che sono io l'oggetto osservato: in un momento diverso, quanto meno sarò più vecchio; invece, visto da due persone diverse, non c'è nessun modo di dimostrare che stanno vedendo la stessa cosa, salvo un atto di fede, o se mi chiedono la carta d'identità.

L'esempio più evidente siamo noi stessi. Non so dove ho letto, che gli atomi che costituiscono il nostro corpo sono ricambiati abbastanza spesso, soprattutto quelli dell'acqua.
Credo che tra me, e me dieci anni fa, non siano molti gli atomi nello stesso posto.

Ma non c'è solo il tempo, che crea confusione.

Forse gran parte delle diversità, sono solo l'effetto di una nostra confusione.
Quando studiavo fisica, mi stupiva la semplicità dell'espressione matematica delle leggi dell'elettromagnetismo, e di quanto si assomigliassero le equazioni di leggi relative a fenomeni così diversi tra di loro, come la legge gravitazionale, o dell'attrazione elettrostatica.
L'impressione è che da qualsiasi punto tu parta, arrivi sempre allo stesso risultato, e che sotto sotto, di leggi ce ne siano ben poche, chissà, magari una sola.

Così puoi studiare le interazioni tra particelle, oppure tra pianeti, oppure tra persone, e le conclusioni sono trasferibili con una facilità incredibile...

Ma provate ad immaginare il nostro mondo, ed allontanarvi, finchè non lo vedete nella galassia, ed allontanari, finchè non lo vedete in un ammasso, e poi allontanarvi ancora, e ancora, e ancora.
Non vi sembra che allora veramente ogni cosa diventa uguale ad ogni altra cosa ?

Beh, salvo di fronte alla legge, perché lì c'è sempre (almeno per un'altro po') qualcuno che è più uguale degli altri (almeno qui in Italia).