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mercoledì 11 giugno 2008

Degrado

Le ortiche che crescono nel giardino, il muro che si scrosta, le piastrelle del pavimento sconnesse...
Segni di degrado.

La prima impressione è negativa, un segno di trasandatezza, di povertà.
Ma se ci penso, trovo che non c'è niente di più naturale.
Ci sarebbe da preoccuparsi se le ortiche non crescessero più... provate immaginare il muro, che resta intatto. Passano gli anni, ed è sempre uguale. Avreste l'impressione che il tempo si è fermato. La sospensione del tempo blocca il degrado, ma è questo che vogliamo ?

Provate a immaginarvi incorruttibili... a vivere con tutti i nostri avi davanti, in eterno. Lo troverei terrificante. Penso che sia meglio degradare, trapassare e poi dissolversi, com'è adesso.

Ma torniamo alle ortiche... Certo, ripristinare le condizioni d'ordine, ci tranquillizza; un po' di ordine e di pulizia ci fa piacere.

Ma perchè ?

Ci possono essere dei casi in cui ha senso parlare di igiene, cioè di protezione della salute, ma io credo che si tratti di casi rari. Francamente, in molti più casi, noi dimostriamo un grande sprezzo della nostra integrità fisica: basta guardarci, ad esempio, quando sfrecciamo a velocità pazza, racchiusi in una scatola di metallo, uno a fianco all'altro, anche in mezzo alla nebbia. Secondo voi, è' un comportamento “igienico” andare in automobile ?
Allora c'è qualcos'altro che ci fa essere ostili al degrado naturale delle cose.

Ricordo un amico australiano, che quando vide l'Arena (a quel tempo abitavo a Verona) disse: “Bella, ma perché non la ricostruite ?”

Annullare il tempo trascorso.

Mi son fatto l'idea che è questa dimensione, il tempo, che implica il degrado, e che noi col tempo non siamo ancora andati a patti.