Si parla di

tempo (45) potere (38) soldi (20) parole (19) scritture (16) verità (15) giornalismo (14) comix (9) libertà (9) valori (9) numeri (8) relativismo (8) acqua (7) emozioni (6) evoluzione (6) decrescita (5) errori (5) fisica (5) morte (5) dolore (4) lavoro (4) diritto (3) sogni (2)

venerdì 26 novembre 2010

Newton

Per ora, aiutare Paola a fare i compiti vuol dire temperare le matite colorate, ma mi aspetto arriveranno presto problemi più impegnativi.
Voi direte che è prematuro, ma un pensiero l'ho fatto, e mi è venuta in mente la lezione di fisica.

Cominciamo con la legge di Newton.

Il principio di inerzia, è il trionfo del menefreghismo: "Il tempo passa ? E chi se ne frega, io resto qua". Indifferenza totale dello spazio, rispetto al tempo.

La posizione, con il tempo, sembra non volerci avere niente a che fare.

Il fatto che un corpo in movimento continui a mantenere il suo moto, è la stessa cosa: non esiste un punto di riferimento privilegiato per misurare una posizione... "Io mi muovo rispetto a te ? Macché, sei tu che ti muovi rispetto a me". Potremmo discuterne all'infinito.
Un buon compromesso è accettare che tutto sia relativo, e quindi nulla è veramente fermo, o stabilmente in movimento.
In pratica, anche nel moto costante, il tempo è indifferente allo spazio: abbiamo solo introdotto la relatività nella misura della posizione.

Le cose si complicano parecchio se c'è di mezzo la rotazione. La posizione fatica a professare la propria indifferenza al tempo, ed i corpi tendono ad allontanari dal centro di rotazione.
A scuola la chiamavano: "forza centrifuga". Per capirsi: quella della lavatrice.

Beh, si parla di forza, per via che il corpo tende a muoversi, ma quello che può vedere un bambino, è il corpo che si muove, mica la forza.

E se invece Paola mi dicesse che è "lo spazio che si restringe ?"... Cavoli: le ho appena spiegato il moto relativo... sarebbe la stessa cosa, no ? Il corpo in realtà sta fermo, ma lo spazio si restrige, e quindi a noi sembra che il corpo si allontani.

Chi di voi è attento, dirà subito: "Hei bello, mica tutti i corpi si allontanano allo stesso modo: dipende dalla massa!".

Vero: più un corpo è pesante, più sembra aver fretta di allontanarsi dal centro.

L'entrata in campo della massa, raccontata così, sembra legata alla rotazione.
Se non avessimo fatto girare la giostra, non ci saremmo accorti della massa.
Ma come si fa a parlare della "massa", a Paola ? Lei consce il peso degli oggetti, cioè quanto impegno mettono nel loro desiderio ostinato di cadere, per avvicinarsi al centro della Terra.

Distinguere tra massa gravitazionale ed inerziale, sembra uno scrupolo da pignoli; in effetti, la loro contemporaneità, è all'origine di quel meraviglioso equilibrio ("mi allontano ? Mi avvicino ?... che faccio ?") che tiene i pianeti attorno al sole (ho letto che attorno alla Terra c'è anche un guanto spaziale, perso in una delle missioni "Gemini", che soffre della stessa indecisione).

Albertone ci ha spiegato che la gravitazione non sarebbe un "effetto a distanza", ma una deformazione dello spazio-tempo... che so, magari anche le rotazioni deformano lo spazio, in modo simmetrico.

Riuscite ad immaginare qualcosa nello spazio, che non ruoti attorno a qualcos'altro ? ...in particolare, attorno a qualcosa di "pesante" ?

Se lo state pensando, non lo penserete a lungo, perché sta già precipitando, a rotta di collo.

Mi sono fatto questa idea: la massa centrale, sembra espandere lo spazio attorno a sè, così a noi sembra che i corpi vogliano "cadere"; e la massa del corpo che gli ruota attorno, sembra comprimere lo spazio attorno a sé. L'equilibrio tra questa espansione, e contrazione determina il fatto che la Luna sembra ferma, quando ruota attorno alla terra, ma invece è lo spazio che le scorre sotto.
Detto in altre parole, è come se il corpo centrale "cedesse" spazio al corpo che gli ruota attorno.
E questo fluire é il tempo.

no ?

Sentite, forse è meglio che la fisica, alla Paola, gliela facciamo spiegare a qualcun'altro, e che io tempero le matite colorate, siete d'accordo ?

venerdì 12 novembre 2010

Troppo

Non so se è vera... me l'hanno raccontata così. Però è verosimile.

Uno dei fratelli B (non dico il nome esatto, per motivi di privacy) è un ricco imprenditore veneto.
Un giorno fa un viaggio, con un amico, in Inghilterra.
Per caso, passano vicino ad un antico castello, che attira la loro attenzione. Lo visitano, ed è veramente molto bello, ma in stato di abbandono.
Vanno nel paese più vicino, e si informano di chi fosse. Gli viene indicata un'agenzia immobiliare, perchè il vecchio maniero è in vendita.
Hanno un po' di tempo, e vanno nell'agenzia, e lì scoprono che l'imprenditore non può acquistare quell'immobile, perché... è già suo !

Buffo, vero ?

Quando fumavo, mi capitava di accendere una sigaretta, mentre già ne avevo una accesa appoggiata sul posacenere. E' anche per quello che ho smesso.

Le persone ricche, hanno molto di più di quello che possono usare. Dire che non ha senso, non è comunismo, è buon senso.
Adesso penso all'altro B, capo del governo, che a me suscita un sentimento di compassione.
Se scoprissero dei vizi, nella mia vita sessuale, io mi vergognerei...
Se tanta gente mi fosse ostile, mi sentirei un verme...

Io credo che di Berlusconi non ci dovremmo stupire troppo: è un imprenditore.
Sarebbe molto interessante un'indagine, oggettiva, sugli ambienti imprenditoriali; per la mia esperienza, il sesso non è all'ultimo posto.

Fare l'imprenditore non è uno stress da poco; ti privi di un sacco di cose: fissi obiettivi materiali... mangiare troppo fa male... tempo per coltivare relazioni normali non ce n'è... encefalo sinistro sempre in allerta... cosa resta per gratificare un essere così deformato ?

Perché stupirsi se va a puttane ?
Non lo sapevate che era un benestante frustrato ?
Che io sappia, dalle prostitute non ci vanno mica gli operai ...

Scandalosi sono quelli che gli fanno la corte. Che ronzano attorno ai suoi soldi come api.
Allora ecco che ritorno al punto: il troppo danaro.
Fa solo male, come la mia seconda sigaretta.

Io però ho smesso
Diamogli una mano, a smettere