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sabato 31 maggio 2014

Bianco

Da tempo lo sospettavo, ma adesso è certezza: è proprio lui.
Sarà capitato anche a te: quel vasetto di marmellata iniziato da poco: così buona... c'era fino a ieri, ed adesso: sparito.
Avrai rovistato da cima a fondo i ripiani del frigo, prima con gli occhi, poi spostando vasetti di yogurt scaduti, e limoni rattrappiti, ma la marmellata sempre introvabile.
Solo quando hai comperato un altro vasetto, e lo hai aperto, ecco che salta fuori.
Ti sarai detto: "sto diventando smemorato", oppure avrai dato la colpa a qualcun'altro, ma intanto, lui, il vero artefice dello scherzo, nascostamente -te lo assicuro- ridacchiava.

Oppure quella volta che hai trovato due cartoni di latte aperti, o quando è ricomparso all'improvviso il sacchetto di pasta fresca, dato per disperso.
Distrazione ?
No, no, caro mio, non siamo affatto rintronati: c'è qualcuno che si diverte alle nostre spalle.

Si, parlo di lui, quel santerello che sta sempre zitto, e solo la notte lo senti borbottare, piano piano, per poi interrompersi con un sussulto, come un adolescente colto in fallo.
Lui, pallido come un seminarista, freddo ma disponibile, apparentemente il più docile di tutti gli elettrodomestici in cucina: il frigorifero !

Come faccio ad essere così sicuro ?

Te lo racconto.
Tutti dormivano, e la casa sembrava una segheria. Io sveglio come un grillo. Come altre volte, mi sono alzato, ma stavolta era stata una giornataccia... telefono ... contrasti... auto ... problemi ... malumori ... mi sentivo uno straccio.
Lui deve essersene accorto.

Quando ho aperto lo sportello per un po' di acqua fresca, ha trattenuto il suo solito alito da affettato stanco, ed ha lasciato che il profumo delle pesche mature mi raggiungesse;
quel tanto che è bastato per farmi sorridere.
Poi, mentre richiudevo,  ha sussurrato: "stanco ?"

Già, perché a lui piace fare gli scherzi, ma non per cattiveria: solo per fare allegria.

Subito credetti che la voce venisse dal televisore, ma era spento.
Strano...
Ho riaperto lo sportello, e lui: "Chiudi per favore, possiamo parlare lo stesso"
"...non vorrei che il compressore si svegliasse".

Aveva una voce roca, calma. Un tono basso, da confessionale.
Ero troppo stanco per spaventarmi, così risposi: "Ma tu parli ?". "No, non con tutti, ma credo che di te mi posso fidare".
Così mi ha raccontato di lui, la fabbrica, i mesi trascorsi in negozio aspettando una famiglia, poi la gioia dell'ingresso in casa mia, e finalmente la vita: la corrente elettrica.

L'ho lasciato parlare, ed ha rilassato anche me.
Una di queste sere però la storia gliela racconterò io, perché ho capito che posso fidarmi.

E vuoi un consiglio ? Prova a farlo anche tu !