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mercoledì 29 agosto 2012

Stampelle

Facendo certi lavori, su dei vecchi balconi, giorni fa, abbiamo scoperto un grosso bozzolo bianco.

Con un bastoncino lo abbiamo spostato su un'assicella di legno, per osservarlo meglio, e si è rivelato essere la culla di una miriade di minuscoli ragnetti, ciascuno più piccolo di un granello di zucchero.

Esposti alla luce del sole, gli esserini si sono subito agitati, e gradualmente sono usciti dal bozzolo.

Erano sicuramente diverse centinaia.

Raggiunta la parte inferiore dell'assicella (che era in ombra), sembrava di vedere un parco giochi, pieno di altalene, perché ciascuno si appendeva ad un filo invisibile, e se ne stava a penzolare nel vuoto.
Noi li vedevamo perché sapevamo che c'erano, altrimenti erano talmente in  miniatura, che sarebbero passati inosservati.

Lo scopo di quel penzolare, ci fu chiaro dopo poco, perchè i fili, toccandosi, si attaccavano, formando una rete, che i ragnetti presto perfezionarono, correndo avanti e indietro, fino a ricostruire, in pratica, il bozzolo originario, ma ora in un posto non esposto al sole.


Di fronte a quella esibizione, Paola ed io, spettatori, eravamo a bocca aperta.

  • Che intelligenza ci può stare, in esseri così minuscoli ?
  • Come hanno fatto a coordinare, tra di loro, l'operazione ?


Ma forse l'errore è cercare di interpretare quel fenomono (e, in generale, i fenomeni collettivi) con schemi celebrali.

  • Che intelligenza possiamo attribuire ad un cristallo ?  Nessuna ... eppure innumerevoli atomi si sono posizionati ordinatamente, come militari in una parata.  
  • Che coordinamento c'è stato, tra di loro, per evitare che il cristallo crescesse in modo anarchico, disordinato ?   Nessuno ... eppure ogni atomo ha aspettato il suo turno.

Forse intelligenza e comunicazione, sono dei surrogati, di cui abusiamo, perché abbiamo perso gli schemi naturali della crescita.

Noi abbiamo bisogno di quelle stampelle per camminare, e ci stupiamo se qualcuno può farne a meno.

Come di tante altre cose