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mercoledì 30 aprile 2014

Semplice

Una volta, quando uno aveva comportamenti strani, ridicoli, o era "bloccato", si diceva: "poveretto, è complessato"...
Avere dei complessi era un handicap.
Oggi mi pare che non si dica più, forse perché la complessità è diventata un valore...
Le cose complesse sarebbero "superiori" (i corsi universitari si chiamano così...)
Riservate alle menti più acute.
Ma la complessità, è buona o cattiva ?

Facciamo degli esempi:
La meccanica quantistica ? ci sta avvicinando o allontanando dalla comprensione della natura ?
La complessità dei sistemi informatici, è "utile" o "pericolosa" ?
Ci aiuta, o potrebbe ritorcersi contro di noi ?
La complessità della tecnologia, che esclude la maggior parte dei nostri fratelli umani, è "superiore", o semplicemente "ingiusta" ?

Allora mi è venuto da chiedermi se noi, per come siamo fatti, siamo tendenzialmente semplici o complessi.
Ad esempio, il nostro pensiero....
Una rete di associazioni, di conoscenze, di esperienze, di sensazioni... "tanta roba"
Una rete che ci permette di comprendere, ed apprezzare l'opera di qualcun'altro... è "complessa" ?
Ricca, ampia, articolata, sì... ma non complessa no, perché non ha assolutamente bisogno di indagine analitica.
E' immediatamente disponibile.

L'indicatore più significativo di questa ipotesi, è che anche qualcuno più povero di sovrastrutture, incapace di analisi e di riflessioni, recepisce la bellezza.
Anzi, forse più è povero di capacità analitica, più immediatamente viene raggiunto dalla bellezza.
Magari non riconosce i dettagli, ma la sensazione di "giustezza" e "appagamento" ce l'ha

Ed in politica ?
I principi democratici affidano il potere al cittadino qualsiasi, e quindi è escluso che possa valutare -che so- sistemi macroeconomici, o principi giuridici.
La complessità deve per forza starsene fuori.
E quindi purtroppo entra il populismo.
Brutto pasticcio, eh ?