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domenica 19 aprile 2009

Scelte

Non so se è capitato anche a voi, la mattina, di sbagliare strada. Magari quando avete cambiato lavoro, e distrattamente avete imboccato ancora la direzione che eravate soliti prendere.


Distrazione


Capita quando si cambia un'abitudine, e non si sta attenti... ma a me sembra che il vero problema non sia la mancanza di attenzione, quanto piuttosto il fatto che di norma non é necessario stare attenti.


In effetti, il nostro fare quotidiano è prevalentemente la ripetizione di comportamenti, e davvero poco spesso sono richiesti atti volontari... le “scelte”... per le quali è strettamente necessaria la nostra attenzione.

Un mio amico sosteneva che noi crediamo di essere molto più razionali di quanto non siamo effettivamente. Ad esempio, quando acquistiamo un'automobile, crediamo di aver fatto una scelta razionale, e di aver individuato l'auto migliore, come prezzo e caratteristiche... ma se questo fosse vero, avremmo in circolazione molte meno varianti di automobile...


Così le nostre scelte non sarebbero molto diverse da quella della foglia che “ha voluto cadere”.


Volontaria o meno, consapevole o meno, scegliere apre una biforcazione del tempo: ci sono due possibili universi di sequenze di eventi, e la scelta rende impossibile uno dei due. Un fatalista direbbe che uno dei due universi era già impossibile prima che la scelta fosse fatta, solo che chi fa la scelta non lo sa... ma a me il fatalismo non piace, perché mi fa sentire deficiente.


Poi, apparentemente, abbiamo spesso la possibilità fare delle scelte. Ma quali scelte ?


Quando ero, per lavoro, a Roma, se ordinavo un caffè al bar, mi chiedevano “tazza o vetro ?”; io pensavo “ma il caffè non è lo stesso ?” e davo la prima risposta che mi capitava. Magari un altro, a cui non lo chiedevano, poteva pensare “beh, però poteva almeno chiedermi se lo volevo in vetro”, e restarci male. Così la libertà di scelta non ha lo stesso valore per tutti...


Ma ci sono scelte subdole: “Volete libero Gesù o Barabba ?” io dico: ma che cavolo di domanda è ? ... a me andava bene che fossero liberi entrambi.


Viene proposta una scelta: sembra “libertà di scelta”, invece questa libertà viene barattata con l'accettazione di qualcosa ben più vincolante: uno dei due deve comunque finire in croce. Ce ne sono un sacco di casi così...


Tra un po' voteremo per il referendum. Leggeremo un quesito poco comprensibile, e potremo “scegliere” se accettare o abrogare quella norma. Se non siamo sicuri, però, possiamo non votare, e così anche le scelte fatte da chi si sentiva sicuro della scelta fatta, verranno annullate. A me sembra una regola fatta da qualcuno non vuole assolutamente che noi si faccia delle scelte, perché è una regola che fa decidere gli incerti.


Dice: “Ma questa è democrazia” ... Cosa ? “Governo del popolo”... Di chi ? “Il popolo, io, tu, tutti: è il modo più moderno per governare”.... Ma, chi lo vuole veramente un Popolo che ti comanda ? La folla è sinonimo di ingovernabilità, di efferatezza, tipo: “La folla inferocita voleva linciare il poveretto” …. Diciamocela tutta, la maggior parte delle persone, non vuole affatto governare, ma essere governato bene. Vuole qualcuno che si prende cura dei problemi, ed abbastanza scaltro da sorprenderti con le decisioni che prenderà, decisioni a cui tu non avresti mai pensato, e che ti lasciano ammirato.

Così, come si vede, non sarebbe di democrazia che c'è desiderio, ma di buon governo.


Molti di noi, in cambio di questo, rinuncerebbero volentieri all'onere della scelta, e si accontenterebbero di quella offerta dal telecomando, senza nulla in cambio.

Molti già lo fanno.