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lunedì 28 settembre 2009

Riposo

Stanotte ho fatto un bel sonno, e mi sono alzato riposato.

Ho detto: “Riposato” … ma qual'è l'azione ?

Se mi rado, alla fine sono rasato: rasarsi è l'azione, ed il risultato è che sono rasato.
Se pulisco la casa, alla fine è pulito: pulire è l'azione, ed il risultato è il pulito.

Ma riposare è un'azione ? Quando dormo non faccio niente... perché, dopo, dovrei essere “riposato” ?

In effetti non facciamo nulla di consapevole, ma qualcosa lavora per noi, e ripristina, ricostruisce, prepara, assimila, metabolizza, senza che facciamo nulla; in alcuni casi, proprio perché non facciamo nulla, purché non facciamo nulla !

Quando siete malati, cosa ci dice il medico ? “Mi raccomando, riposo”, già, perché il riposo è la prima medicina. Capite ? Vi dice: “Non fare nulla, che è meglio !”

A Paola, un mese fa, abbiamo comprato una coniglietta nana. E' stata presa da un mucchietto di animaletti simili, e ce l'anno messa in una scatola per portarla a casa.
A casa ci siamo accorti che aveva una zampetta rotta: le penzolava inanimata. Che fare ?
Abbiamo pensato “amen, mica si può ingessare una zampa di quelle dimensioni”
Fatto sta che lei se la leccava, la stiracchiava... dopo un po' riusciva ad alzarla, e dopo un altro po' funzionavano le unghiette... ed ora è quasi normale.
Riparata da sola, con riposo e alimentazione ...

Credo nessun chirurgo sarebbe stato in grado di fare altrettanto: senza la capacità dell'organismo di fare da solo, nessuna terapia medica funzionerebbe.
Chi riuscirebbe a trasformare le schifezze che le abbiamo dato da mangiare, in quel miracolo di tecnologia microscopica che è una zampetta di coniglio funzionante ?
Beh, il riposo ci riesce...

Ma torniamo al riposo.

Da piccoli giocavamo ai soldati: uno faceva il comandante “Attenti !” gridava, e noi ci si irrigidiva come un bastone, poi diceva “Riposo !” e noi ci si rilassava, ciondolando vistosamente le braccia.
Che gusto ci fosse, non lo ricordo, ma l' “Attenti” aveva senso solo perché seguito dal “Riposo!”, ed era quello che ci faceva ridere.
Riposo è la sospensione dell'attenzione, allentare le difese, disattendere il comando... essere sé stessi...liberati

direi: fiducia.

Ma il riposo mi ricorda anche quella preghiera, che -ahimè- mi è capitato di recitare recentemente: “L'eterno riposo dona loro o Signore”.

Il riposo eterno come dono, equivale alla vita come condanna: che brutta cosa...
O forse un'ipocrita consolazione rivolta a chi soffre un lutto ?
E poi, riferirsi ai morti con: “Loro” ... che brutto distacco...!

Una preghiera, per me, difficile da digerire...

A voi, cosa fa venire in mente ?
Vi dico cosa viene in mente a me...

Quando finisce il nostro tempo “personale”, stop con le attività reattive e consapevoli.
Prende il sopravvento quell'altra attività, del tutto inconsapevole, come sempre nel riposo.
Noi smettiamo di agire, ma alla natura gliene importa nulla delle nostre attività, casomai la disturbano; così cominciano le attività della natura, come sempre nel riposo.
E magari il suo agire rigenera, come sempre nel riposo.
Poi ci si risveglia, e -com'è normale- non si ricorda più nulla.

Che la rigenerazione passi attraverso la ricostruzione della zampetta del coniglio, o prenda un giro più largo, per un metabolismo che includa i batteri della decomposizione, l'assimilazione vegetale, fino alla nascita di un nuovo organismo, sono dettagli... in entrambe i casi “fa tutto Lei”, mentre noi riposiamo.

Ma ci sono un paio di cose, in quella preghiera, che contraddicono la mia ipotesi.
Il riposo “eterno”, e la luce “perpetua”.
In altre parole, c'è il sottrarsi dal ciclo della rigenerazione, per entrare nel binario senza ritorno (si direbbe “morto”) di una luminosità al di fuori del tempo, dove neppure la Natura può più agire (si direbbe “soprannaturale”).

Qualcosa che mi ricorda l' “illuminazione” ben descritta da altre scuole di pensiero.

Strano, no ?

giovedì 24 settembre 2009

Modestia

Berlusconi si felicita del fatto che l'Italia avrebbe un indice di disoccupazione migliore rispetto ad altre nazioni europee.

Noi con lui.

Nessuno dice di chi è il merito.

Gli ammortizzatori sociali, per caso, li ha introdotti lui ?
I Sindacati dove sono ? È diventata una vergogna ricordare che è stata la contrapposizione tra lavoratori organizzati, e potere economico, tutta giocata in parlamento (un parlamento “proporzionale”), che ha dato origine all'attuale legislazione a protezione dei lavoratori “in organico” ?

Ma poi, l'indice di discoccupazione è calcolato in modo omogeneo in tutte le nazioni ? Un precario che resta a casa, conta o no ? I contratti di lavoro nei diversi stati sono equivalenti ? L'incidenza dei contratti a tempo indeterminato è la stessa in tutti i paesi ?
A scuola, quando facevamo errori di questo tipo, ci dicevano che sommavamo carote con patate.
Lo so anch'io che 7 è minore di 10, ma 7 carote non sono né minori né maggiori di 10 patate.

Possibile che nessun statistico abbia niente da dire ? Una volta si diceva “Ma ti ho fatto studiare per niente ?!”.

Ma supponiamo che i numeri siano confrontabili, e che il nostro candidato a Nobel abbia mantenuto lontana la sfiga dal nostro paese con le sue barzellette (cosa possibilissima dati i tempi, e l'entità di barzellette profuse).

Bene

mi viene da riflettere tra la somiglianza tra parola “modestia” e “molestia”.

La prima, è chiaro, non fa parte del corredo genetico del padrone della Fininvest.
Ma la seconda, che pure egli pratica frequentemente contro la Verità, possibile che non sia perseguibile ?

Ah, già, scusate, dimenticavo: il lodo

venerdì 18 settembre 2009

Mea culpa

Mia figlia Paola ha 5 anni, e sta passando il periodo “frignone”: ogni piccolo inconveniente è un problema enorme, e motivo di pianto.
Ma c'è un caso in cui si dimostra straordinariamente coraggiosa, ed è quando si fa male per colpa sua, magari facendo qualcosa che noi le avevamo proibito.

Non fiata: si frega la botta e cerca di far finta di niente.


Che sia per questo che anche noi si sta tutti buoni e zitti ?

Subiamo una programmazione TV alla Ceausescu (dopo cena, tutti ad ascoltare il Capo che parla);

e noi zitti

trovano la prima di 30 navi cariche di scorie nucleari, e la notizia transita e scompare con la velocità del vento

e noi zitti

vanno avanti con progetti faraonici per il rilancio di un nucleare che sarà come il parmigiano: caro e stravecchio;

e noi zitti

Già: lo abbiamo eletto noi Berlusconi...

giovedì 10 settembre 2009

Riconoscenza

Da piccoli, prima di ogni pasto, si stava in piedi davanti al piatto, papà diceva qualcosa del tipo “Grazie Signore per il cibo che ci hai dato”, ci si faceva il segno della croce, e finalmente si poteva mangiare.

Altri tempi.

A noi bambini non era perfettamente chiaro il motivo di questa riconoscenza: in qualche modo eravamo “più fortunati di altri”, ma questo non ci sembrava una colpa, da scontare con quel piccolo sacrificio.

Ma perché “riconoscere” ci costa sacrificio ?
Come mai la “riconoscenza” è passata di moda ?

Uno ri-conosce qualcosa che sapeva già. Possiamo dire: dimenticato ? Comunque fa tornare quella cosa, tra le cose che sono evidenti.

Dimenticato, o rimosso ?

Se è stato rimosso, evidentemente un po' di fastidio lo dava … Ma cosa può dare fastidio, dell'essere riconoscenti ?

Riconoscenza è dire “Grazie”
Grazie a chi ?
Grazie a te.
Mica grazie a me.
Che sia questo che va rimosso ? Dimenticare che non siamo così potenti come ci piacerebbe credere di essere ?

Insicurezza

Ovvio, no ? Uno insicuro non ama riconoscere i propri limiti. Preferisce credersi Superman, come il nostro povero premier (mica povero lui: poveri noi), uno che non deve chiedere mai.

E difatti la riconoscenza è legata ad un altro atteggiamento, anche questo fuori moda, cioè il chiedere.

Se uno fa qualcosa, di cui tu gli sei riconoscente, probabilmente prima gliela avevi chiesta: mica tutti sono indovini, no ?

Secondo me noi chiediamo poco. Caso mai pretendiamo, cioè chiediamo quello che ci è dovuto. Ma chiedere, per poi riconoscere e ringraziare, non ci è abituale.

Per questo adesso ve lo chiedo: fatemi una replica quando leggete questi post ... mi pare di parlare al vento !

Grazie di cuore