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martedì 25 marzo 2014

Non è la mia

 


 

L'altro giorno mi sono svegliato con una brutta sensazione.
Qualcosa non mi convinceva.
Come mai mi ero vestito in quel modo ?
A colazione mi sono chiesto perché stavo mangiando quel biscotto, che non mi piaceva.
Mi sono guardato attorno. Dove cavolo ero finito ?
Tutto era contemporaneamente familiare, e strano.
Ho detto qualche parola, ma anche il suono della bocca era insolito, ed il significato delle parole non del tutto chiaro.

Quella non era la mia vita.

Nel sonno doveva esserci stato uno scambio. Si sa, quando dorme uno non sta mica attento.
Così qualcuno si era presa la mia, ed io ero finito con quella sua.
Non c'era nessun dubbio.
Sono sicuro che nella mia vita c'erano suoni dolcissimi, le cose funzionavano, non c'era mai motivo di arrabbiarsi.
Nella mia vita ci si sorrideva, per via che si era contenti.
C'erano passioni da coltivare, cose da conoscere: ogni giorno si costruiva qualcosa di duraturo.

Accidenti: questa qui, è la vita di qualcun'altro, non la mia.
Ma come fare a ritrovare la mia ?
Qualcuno mica sa aiutarmi ?
Che sia da fare un annuncio su "QuiC'è" ?
Una denuncia ai carabinieri ?
Una lettera a Napolitano ?
Mica per niente, ragazzi, questa qui è di scarto: che me ne faccio ?
Ma possibile che quello che si è preso la mia, non si sia accorto dell'errore ?
Di sicuro avevo a che fare con un farabutto !

Così pensavo l'altro giorno, ed ero un po' cupo.
Capirete, era un bel pasticcio.

Poi è squillato il telefono: "Ecco, l'hanno ritrovata" ho pensato, ma era una voce femminile, stanca, che voleva farmi cambiare compagnia telefonica.   Volevo dirle che mi aveva disturbato, che ero con un grosso problema, e che lei non mi stava affatto aiutando.

Ma ho avuto l'impressione che anche lei avesse lo stesso mio problema.
Non ho avuto il coraggio di chiederglielo, e mi sono limitato a salutarla.
Adesso però il dubbio ce l'ho
"Vuoi vedere che lo scambio di vite è un problema comune ?"
Come quando, a tavola, usi il piattino della verdura del vicino, e lui, a sua volta, si prende quello della persona a suo fianco.

Allora sono stato zitto, come si fa in quella circostanza.
Anzi, no
A voi sono venuto a raccontarvelo.
Ed adesso mi sento un po' meglio