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martedì 11 novembre 2008

Echi

Non capita spesso di notarlo, perchè viviamo in ambienti rumorosi, però l'eco della nostra voce arriva sempre, e non solo nelle autorimesse sotterranee deserte.

L'eco è come lo specchio per l'occhio. La voce che senti è la tua, l'immagine che vedi è la tua.

L'eco arriva un po' in ritardo, ma lo stesso sarebbe anche per l'immagine riflessa, solo che la luce è molto più veloce, e non si nota. Quando abbiamo sentito in diretta gli astronauti che giravano attorno alla luna (chi ha la mia età), ci dicevano che li sentivamo in ritardo, per via del tempo di andata e ritorno delle onde radio.

Così quello che senti con l'eco, è il suono che c'è stato, e quello che vedi allo specchio è quello che era.


Ma se la riflessione del suono, o dell'immagine, determinano una sfasatura del tempo (il ritardo), rispetto al momento in cui l'evento si è determinato, cosa si può dire della riflessione del tempo ? Che effetti ha ?


Ma, prima di tutto, c'è qualcosa di simile allo specchio,  per il tempo ?


Sarebbe una cosa che ti riporta ad un tempo diverso dall'attuale. Il tempo sarebbe il tuo, ma più precisamente una sua copia, più o meno nitida.

Non è la macchina del tempo, perché quella è stata immaginata per far vivere in un tempo diverso, mentre uno specchio dà solo un'immagine: se vedi uno che fa le smorfie, sei tu che le stai facendo, ed adesso (o meglio, poco fa).   Se senti “Uilalala iu”, sei tu che lo hai appena fatto, non è la roccia della montagna lì davanti.  Non puoi entrare nello specchio per baciare la donna che vedi riflessa, devi rivolgerti a quella vera.

Così lo specchio del tempo altro non è che una rievocazione, dentro la quale non c'è alcuna possibilità di azione.   Come lo specchio ti da la sensazione di presenza di qualcosa che si trova altrove, lo specchio del tempo ti da la sensazione dello scorrere del tempo, ma in modo simulato.

Un romanzo, un film, se ben preparati, producono questo effetto; se sono un romanzo storico, o un documentario, la verosimiglianza aumenta; un'intervista, una telecronaca, ancora di più;  la moviola è il massimo.

Di questi “specchi” si fa un uso massiccio, e non sempre ci viene detto che sono specchi. Come nei labirinti del luna park, restiamo disorientati, e fatichiamo a trovare l'uscita.

Anche se l'immagine non è la nostra, ci immedesimiamo. Qualche giorno fa Paola,  mia figlia, aveva visto a lungo un film e mi ha detto: “Sai papy, che io ci posso entrare nel film ?”. Intendeva dire che si era accorta di partecipare talmente intensamente, che le pareva di essere “dentro”.  La comunicazione pubblicitaria usa questa capacità di immedesimazione, uno specchio deformante, che ti fa credere di essere dove non sei, e desiderare quello che vogliono venderti.


Ma torniamo agli specchi classici: c'è un effetto particolare, che riguarda la simmetria. Allo specchio, quello che era a destra, lo vedi a sinistra, e viceversa. Detto così però è abbastanza impreciso, perché se vi mettete distesi, allora quello che è sopra, diventa sotto. Cioè, le cose si invertono rispetto ai due occhi che guardano.

Cioè, oltre alla riflessione, abbiamo anche una inversione, rispetto al piano di simmetria dei nostri occhi.  Inversione molto particolare, perchè -ad esempio- è diversa da quella del cannochiale, che capovolge, oltre ad invertire destra e sinistra.


E con l'eco ?

La sensazione di destra e sinistra con l'udito è meno dettagliata, ma pure c'è, ed ormai se non è stereofonica, la musica la sentiamo piatta. Il suono riflesso dall'eco com'è ? Si inverte ?

Se qualcuno lo sa, mi fa un piacere se me lo dice...


Ma torniamo al tempo: esistono “difetti” di “riproduzione” di tipo sistematico ? Intendo dire, qualcosa di simile all'inversione simmetrica ?

Errori di percezione subdoli, dei quali ti accorgi solo con l'osservazione attenta, e inevitabili, perché strettamente legati alla tecnica di riproduzione.


Io credo di sì, ed ho qualche idea, ma se avete delle altre idee voi, fatemele sapere.


Ed è il fatto che non sei tu “dentro” al tempo, ma ne sei osservatore.   Se ci pensate, per l'inversione simmetrica non occorre lo specchio.  Se al dentista spieghi che ti fa male il dente “a destra”, lui sa che lo vedrà alla sua sinistra.   E' esemplare la storiella di quella studentessa all'esame di anatomia, che rispondendo alla domanda sulla posizione dell'appendice, disse che era a sinistra.   Accortasi dell'espressione di disappunto del professore, che avrebbe preferito promuoverla, si affrettò a precisare: “a sinistra, entrando”.


L'inversione simmetrica è legata allo scambio di ruolo tra osservato ed osservatore:  l'io, quando diventa visto, si inverte, anche se sono ancora io ad osservarmi.


Cosa cambia, tra essere nel tempo, e osservarlo ?

Innanzitutto la possibilità di azione


Alle volte racconto delle storie a Paola;  nei momenti più drammatici lei interviene e dice “E allora vengo io che la salvo”, o qualcosa di simile.

Alle volte lo specchio è talmente verosimile che verrebbe la voglia di attraversarlo.. purtroppo non si può... è solo uno specchio...


O, per essere più precisi, non è che la tua possibilità di azione, scompaia, è solo confinata localmente, e se raggiunge la rappresentazione riflessa, è solo perché -prima- ha agito sull'unica versione “vera”, quella qui e ora.


Forse ricordate quei documentari, sulla manipolazione di materiali fortemente radioattivi: l'operatore muove delle pinze, ed il movimento viene riprodotto aldilà di un pesante vetro al piombo, per manipolare dei sinistri bussolotti. Oggi al tempo di second life, ci sono guanti ed altre attrezzature per controllare il movimento dell'avatar.


Ma è possibile, agendo nel qui e ora, produrre un effetto (anche ritardato, anche invertito) sull'immagine riflessa del tempo ?


Verrebbe da dire definitivamente no.


Però sono in vena di provocazioni, e vi ricordo che l'immagine riflessa non è necessariamente la rappresentazione dell'originale: ci sono inversioni, distorsioni, ritardi. Se penso a come viene “letto” un fatto storico, a come questa lettura cambia nel tempo, non credo si stia sempre falsificando i fatti. Credo solo che si mette molto che riguarda esclusivamente l'osservatore, cioè il qui ed ora, ma soprattutto, che è impossibile non metterci nulla dell'osservatore....


Cos'è la riflessione dello specchio, senza il suo uomo che la sta guardando ? Così, tutta la produzione di storie (televisive, scritte, radiofoniche) esistono perchè c'è qualcuno che fa da spettatore.

Quest'uomo non lo sa, ma è proprio lui che determina l'esistenza di tutto quel circo attorno a lui. Non sa che probabilmente ha un potere decisivo... tutto sta riconoscere e rivelare le deformazioni, stanare il falso... also... also.

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