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venerdì 24 maggio 2013

Eredità


Vi è capitato mai, che uno vi dica: "Senti, questa cosa non mi serve più, te la regalo".
Viene da pensare: "Perbacco, che generosità ..."

Beh, se ci pensate, l'eredità è esattamente così.
Piuttosto meschino, non vi pare ?
Anche perché spesso si accompagna a sentimenti anche più brutti: "Te li sei tenuti stretti, eh ? Non mi hai mai dato nulla, eh ? Adesso che sei schiattato, è tutto mio"

Ti va di essere generoso ? Fallo finché sei vivo.
L'eredità è un atto meschino, che si spaccia per generoso, ma non lo è affatto,
io l'abolirei.

Uno dice: "sì, bravo, così rischio di morire in misera"
Se uno pensa così, vuol dire che non ha una gran opinione del destinatario del dono.
Però riconosco che potrebbe avere ragione.
Ma la soluzione c'è,
eccome.

Bisogna riscrivere il diritto di successione,
Completamente.
Fa solo danni
Basta pensare ai frazionamenti delle proprietà, che le rendono ingestibili.

Tutte le proprietà vadano ad un fondo destinato -guarda un po'- al sostentamento degli anziani.
Adesso le case di ricovero si finanziano con i soldi regionali del capitolo sanitario.
Assurdo.
La vecchiaia è un fenomeno naturale, non è un problema sanitario.
Il capitolo sanitario lo finanziamo noi, soprattutto i lavoratori.
E' invece giusto che sia finanziato dalle proprietà degli anziani, che lasciano quando muoiono.
E' cosa "loro", parlando di loro come categoria.
Deve restare a loro.

Se uno non riesce a goderlo, perché muore prima, lo useranno quelli che vivono più a lungo, ma sempre della stessa categoria !
Un erede ci tiene, per motivi affettivi ? Avrà un diritto di prelazione nella compravendita, o un diritto di riscatto, anche ad un prezzo particolarmente basso (ad es.: un quarto del valore di mercato).
Esente da imposte.
Se sono in più parenti a competere, o si accordano per la suddivisione, o viene dato a chi offre di più.

Avremmo migliorato il costo della spesa sanitaria
Risolto il problema finanziario dell'assistenza agli anziani.
Eliminato una prassi sociale moralmente discutibile.

Non siamo mica più in monarchia, o no ?

giovedì 16 maggio 2013

Beati voi


"beati i poveri di spirito"
oh bella, e chi sarebbero ?

Quelli che non ridono mai ? Potrebbe anche essere: mai sentito che Gesù ridesse.
Arrabbiarsi sì, ma ridere no, neanche scherzare.

oppure quelli un po' tonti.
Come dire: "Beato te, che non ti rendi conto che stiamo affondando"

Ma chi saranno veramente i poveri di spirito ?
Beh, quelli furbi, no; quelli nelle beatitudini non rientrano.
Ma neppure quelli troppo intelligenti.

Poveri noi, che dell'intelligenza stiamo facendo merito.
Andiamo a scuola fin da piccoli, per allenarci.
(invece di giocare)
Isoliamo quelli che non capiscono
Costruiamo congegni sempre più complessi, senza minimamente temere che un giorno possano sfuggire alla nostra comprensione, ed diventino fuori controllo.
Sviluppiamo modelli di comprensione dell'universo, che richiedono molti anni di studio, e di esercizio, per essere decifrati.
Impostiamo le nostre relazioni su un'entità virtuale -il denaro- che non può sopravvivere senza la matematica

Gesù ci commisera
Forse non ha tutti i torti

martedì 7 maggio 2013

Allenamento

Forse è solo un problema di “attenzione”

Per via che, in genere, facciamo bene una sola cosa per volta.

In cucina ?  
Una telefonata ti distrae, ed ecco la pentola sul fuoco brucia tutto.

Il tifo ?  
Una squadra è quella preferita, le altre sono avversari.

Il partito politico ?  
Casomai ti stanno sulle scatole tutti, ma se ne apprezzi uno, difficilmente ne apprezzi anche un secondo.

La gelosia ? 
Per forza: se compare la seconda donna,  avrai meno attenzioni per la prima.

“Avrai un solo dio”  ? 
Già: con due, uno verrebbe trascurato.

Può capitare perfino con i figli: al piccolino vuoi bene. 
Ovvio. 
Meno ovvio che spesso l'affetto per il compagno cala.
Nasce il secondo, ed ecco che il primo cominci a dimenticarlo.

La legge dell' “uno solo” sembra collegata alla nostra capacità di attenzione.

Ma, in effetti, si possano benissimo guardare più cose contemporaneamente; solo ci vuole un po' di allenamento.
Anche per ascoltare più discorsi contemporaneamente, è questione di allenamento.

Forse anche voler bene a tutti, è solo questione di allenamento.

Insomma: non teoria, ma pratica.