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sabato 30 gennaio 2010

Tocca a me

Ad un certo momento, arriva il proprio turno.

Per qualsiasi cosa

Quando si giocava, da bambini, c'era “la conta”: una lunga filastrocca che aveva lo scopo di rendere casuale la scelta di uno di noi, per il ruolo meno piacevole del gioco.

Quando toccava a te, non potevi rifiutarti.

Oppure all'ora di ginnastica: tutti in fila davanti all'attrezzo... l'esercizio lo fa un tuo compagno, poi un'altro, poi un'altro, ed alla fine … tocca a te.
Sei tu che lo devi fare.
Se sei preparato, non è difficile, ma non è come vederlo fare ad un'altro. E' tutta un'altra cosa.

Anche per cose meno importanti, come salire sull'autobus: prima si aspetta, si guardano gli altri che salgono, ma poi lo devi fare tu il movimento giusto, e salire.

La differenza tra veder fare qualcosa, ed essere tu che la fai, non è questione di punto di vista, è questione di tempo.

L'azione sembra esserci a prescindere da chi la fa; come una lente, che mette a fuoco un solo punto, e spostandosi cambia il punto illuminato, così nel mondo delle possibilità, le azioni esistono, ed il fatto di farla tu, l'azione, è come se il "fuoco" della lente del tempo passasse sopra di te e, per un momento, l'azione improvvisamente diventasse il tuo presente.
Sei tu il soggetto prescelto, finché il fuoco non ti lascia, e passa su qualcun'altro.

Se l'azione non la fai tu, ma qualcun altro, vuol dire che non è ancora il tuo tempo.
Quando tocca a te, vuol dire che è giunto il tuo tempo.

E allora non avrai troppo tempo per quell'azione.
Difficilmente potrai tirati indietro.
Qualcuno ti guarderà, pensando a quando verrà il suo turno.

E' inutile nascondervi a cosa sto pensando: anche per l'ultima cosa da fare su questa Terra, l'addio, è solo questione di tempo.

Beh ? Cosa sono questi musi lunghi ?
Dai, era solo un esempio.
Che so, anche per un governo senza Berlusconi è solo questione di tempo. Poi alle prossime elezioni, potremmo anche dargliela noi, una mano, al Tempo... mica può fare sempre tutto Lui !

martedì 26 gennaio 2010

Windows7

Da un po' sono passato, sul mio portatile, a Windows7, l'ultima versione di sistema operativo di massa di Microsoft.
Quando parte, fa il suono classico, anche se stavolta è decisamente migliore, più armonico.
Uno lo sente, e dice: "Che bel suono"

Poi però sono rimasto col dubbio: quel suono l'avevo già sentito
Non la melodia: quella è chiaramente la stessa del vecchio windows XP
Il suono, intendo dire, quel timbro di suono.

Alla fine me ne sono ricordato.
E' la Glassarmonica... siete d'accordo ? Quello strumento fatto di bicchieri di cristallo, che ruotano, e che vanno suonati sfiorandoli con i polpastrelli.
Provate a confrontare: ci assomiglia un sacco.
Non è facile fare questa prova, perché è stato abolito due secoli fa, per "gli effetti sulla psiche del suono dello strumento, ritenuto troppo penetrante e capace di produrre profondo turbamento"

Strano, no ?

Poi mi sono accorto che non c'è più la clessidra.. al suo posto c'è un cerchio, che ruota, ruota, ruota...

Non è così che si ipnotizza la gente ?

Non so cosa pensare. Di sicuro, se uno vuole avvelenarti, non te lo dice.
Ti devi accorgere tu, da piccoli indizi.

Ragazzi, io direi che se ci teniamo in casa un gatto, è meglio...
non si sa mai

sabato 2 gennaio 2010

Uguaglianza

L'altra sera, con Paola, la nostra piccolina di 5 anni, si parlava dell'anno che finisce, ed a me è venuta la classica metafora dell'anno vecchio che se ne va, e dell'anno giovane che arriva.
Paola mi fa: “Va, ma poi ritorna ?” In effetti no: il 2009 è stato un esemplare unico, non ci sarà mai più un altro 2009. Piuttosto di dire che se ne va, sarebbe stato corretto dire che l'anno vecchio schiatta del tutto, ma mi pareva brutto.

Allora ho detto: “Sì, ma il nuovo anno in effetti sarà come quello precedente: comincia con l'inverno, poi ci sarà la primavera, sbocceranno i fiori, e poi verrà il caldo dell'estate...”

Ed è lì che mi sono incasinato...

Sono uguali o diversi ?

Perché l'uguaglianza non è che sia un concetto tanto chiaro. “Siamo tutti uguali”: sì, come le gocce d'acqua, che non ce ne sono due di identiche, neanche per sbaglio !

Ci sono uguaglianze veramente vigliacche, come quando allo specchio ti riconosci, e dici “Quello sono io”, e invece, se provi a sovrapporre, ti accorgi che la destra è finita a sinistra !

Mi ha sempre colpito il fatto che a noi, i cinesi sembrano tutti uguali... loro però si riconoscono perfettamente. Poi un cinese mi ha spiegato che anche noi, per loro, siamo difficilmente distinguibili uno dall'altro: incredibile, no ?

Quando comprammo il cagnolino di casa, lo andammo a prendre da un allevatore. La mamma aveva appena sfornato nove cuccioli. Quando siamo attivati, dalla cuccia è uscita prima la madre, e poi uno alla volta, i piccolini. A noi sembrano tutti uguali. Per la mamma però sono tutti ben diversi.

Come con i vini, se non sei allenato, puoi fare fatica a distinguerli, non è facile riconoscerli.
Per distinguere, bisogna conoscere.

Ma vorrei attirare la vostra attenzione, su una uguaglianza, che sembra ovvia e banale, ma non lo è poi tanto, secondo cui ogni cosa è uguale a sé stessa, e su un'altra, che sembra falsa, ma che ha del vero, per cui ogni cosa è uguale a qualsiasi altra cosa.

Se confrontiamo una cosa con... se stessa, vuol dire che la stiamo osservano in due, da due punti diversi, oppure anche da soli, ma in momenti diversi. E sì, perché altrimenti il confronto non avrebbe senso.
In entrambe i casi, le due osservazioni NON POSSONO COINCIDERE. Supponete che sono io l'oggetto osservato: in un momento diverso, quanto meno sarò più vecchio; invece, visto da due persone diverse, non c'è nessun modo di dimostrare che stanno vedendo la stessa cosa, salvo un atto di fede, o se mi chiedono la carta d'identità.

L'esempio più evidente siamo noi stessi. Non so dove ho letto, che gli atomi che costituiscono il nostro corpo sono ricambiati abbastanza spesso, soprattutto quelli dell'acqua.
Credo che tra me, e me dieci anni fa, non siano molti gli atomi nello stesso posto.

Ma non c'è solo il tempo, che crea confusione.

Forse gran parte delle diversità, sono solo l'effetto di una nostra confusione.
Quando studiavo fisica, mi stupiva la semplicità dell'espressione matematica delle leggi dell'elettromagnetismo, e di quanto si assomigliassero le equazioni di leggi relative a fenomeni così diversi tra di loro, come la legge gravitazionale, o dell'attrazione elettrostatica.
L'impressione è che da qualsiasi punto tu parta, arrivi sempre allo stesso risultato, e che sotto sotto, di leggi ce ne siano ben poche, chissà, magari una sola.

Così puoi studiare le interazioni tra particelle, oppure tra pianeti, oppure tra persone, e le conclusioni sono trasferibili con una facilità incredibile...

Ma provate ad immaginare il nostro mondo, ed allontanarvi, finchè non lo vedete nella galassia, ed allontanari, finchè non lo vedete in un ammasso, e poi allontanarvi ancora, e ancora, e ancora.
Non vi sembra che allora veramente ogni cosa diventa uguale ad ogni altra cosa ?

Beh, salvo di fronte alla legge, perché lì c'è sempre (almeno per un'altro po') qualcuno che è più uguale degli altri (almeno qui in Italia).