Volo...
sì, sì: cambio posizione senza camminare
Volo sopra un osso di seppia abbandonato sulla riva.
Aspetta il domani.
Sto cercando una traccia, ma il sapore è sbagliato ed i bordi non si accostano.
C'è come un gradino tra di noi, e non filtra nessuna luce
Tornerà il sole a scaldare, ma per ora c'è solo odore di chiuso
Una stella è apparsa: sarà una notte chiara , ma quanto lunga non lo so dire.
No, non devo lasciare che le parole siano disperse.
Devo disporle con pazienza, a disegnare un quadro bellissimo.
Ora però è il sonno a comandare: gli occhi si inchinano, ed un brivido leggero percorre la schiena, come un brevissimo lampo.
Ho il tepore addosso, ed un cuscino morbido su cui posarmi, ma strani esseri svolazzano attorno, ed ombre improvvise ci ricoprono.
Occhi sconosciuti ci scrutano.
Una lingua incomprensibile risuona nelle nostre orecchie
Che serve restare svegli ?
domenica 3 novembre 2019
lunedì 16 settembre 2019
Compleanni
Il tempo che passa è come un rumore di fondo.
Per la precisione, un boato sotterraneo, un motore cupo.
Impossibile "piantare cippi".
Chi festeggia compleanni mi commuove; mi fa tenerezza.
Il vero sollievo, nei compleanni, è un cielo stellato
Non credo ci sia un progetto comprensibile.
Il tempo è sopportabile solo se lo inganniamo
[se ci inganniamo]
E siccome detesto ingannarmi, quel rombo non posso fare a meno di sentirlo
[che siano acufeni ?]
Invece al cielo è come se appartenessimo.
Gli anni che passano li sento sfuggenti, ma il cielo no, lui sembra essere lì che mi sta aspettando
come fosse l'unica certezza
Per la precisione, un boato sotterraneo, un motore cupo.
Impossibile "piantare cippi".
Chi festeggia compleanni mi commuove; mi fa tenerezza.
Il vero sollievo, nei compleanni, è un cielo stellato
Non credo ci sia un progetto comprensibile.
Il tempo è sopportabile solo se lo inganniamo
[se ci inganniamo]
E siccome detesto ingannarmi, quel rombo non posso fare a meno di sentirlo
[che siano acufeni ?]
Invece al cielo è come se appartenessimo.
Gli anni che passano li sento sfuggenti, ma il cielo no, lui sembra essere lì che mi sta aspettando
come fosse l'unica certezza
mercoledì 11 aprile 2018
Diavolo
"Qui c'è lo zampino del diavolo" si usava dire, quando qualcosa ostinatamente andava storta, nonostante le migliori intenzioni.
Il diavolo, della cui esistenza, è doveroso dirlo, io non credo...
Il diavolo, dicevo, credo sia sinonimo di stupidità.
Stupidità quando gli attribuiamo colpe nostre
Quando agiamo senza renderci conto delle conseguenze.
Quando presumiamo di avere tutto sotto controllo
Quando ci convinciamo di essere dalla parte del giusto
Nel detto, c'è un dettaglio importante.
Non si dice: "zampaccia"
bensì: "zampino"
Il diavolo (ops. la "stupidità") non si presenta in modo clamoroso.
E' sottile
Leggera
Fa di tutto per non farsi notare
mercoledì 27 settembre 2017
Stelle lontane
La notte scorsa il cielo era stellato.
Dicono che la luce di quelle stelle è antica: sarebbe partita nel passato, molti anni fa.
Dicono addirittura che il passato diventa tanto più lontano, quanto più lontane sono le stelle.
Che se potessimo guardare abbastanza lontano, tutto attorno a noi vedremmo la nascita dell'universo.
Si potrebbe dire che il presente è solo qui, da me che guardo le stelle.
Essere circondato dal passato, mi rende euforico.
"Tocca a me" mi dico
E quanta gente attorno, nella mia stessa situazione.
Vorrei abbracciarli tutti: "Ehi, ragazzi, che avventura straordinaria ci è capitata".
Però subito mi fermo: "E se sbaglio ?"
Il mio errore viaggerà nell'universo, allargandosi a dismisura, al punto che nessuno, che si trovasse casualmente nell'universo, potrebbe ignorarlo.
ma chissà se c'è davvero qualcuno...
Chissà se al passato che osservo attorno a me, corrisponde un futuro, dove il mio presente si sta proiettando.
O se mancano pochi minuti alla fine dello spettacolo.
venerdì 19 maggio 2017
La misura del tempo
Chi ha inventato il tempo, era proprio un buontempone.
Ha finto di essere un precisino: 60 secondi in un minuto, 60 minuti un'ora, ma poi, per burla, in un giorno ha messo 24 ore.
Credo pensasse che ce ne saremmo accorti solo dopo un po', e rideva pensando alla nostra faccia.
Per fare una settimana ha messo 7 giorni, e con i mesi poi, ha lasciato che ognuno facesse quello che voleva: chi 30, chi 31, chi 28, ma neppure tutti gli anni.
Insomma, quello che si chiama un gran casino.
Per questo io ho deciso di usare un'altra unità di misura per il tempo.
E ne avrei scelta una che è di tutto rispetto: il metro.
Perché farne una nuova, se quella che c'è già funziona benissimo ?
Facciamo un esempio.
Muore Tizio. Quanto era vecchio ? Facile: 150 metri.
Come l'abbiamo misurato ?
Niente di più semplice: un numero fisso.
La vita di una persona è sempre 150 metri.
Un terzo 50, e così via.
Che mi sembra molto democratico: uguale per tutti.
"Quando si va in pensione ?" "A 100 metri"
Così non è che uno crepa appena andato in pensione, che è veramente uno scherzo di cattivo gusto: ognuno si gode la sua meritata pensione, come chiunque altro.
Basta con questi piagnistei "poveretto, è morto giovane": per tutti la vita è 150 metri.
Certo, bisognerà cambiare qualche abitudine; ad esempio, invece di dire: "Hai un minuto ?" diremo: "Hai un millimetro ?", ma sono sicuro che ci capiremo benissimo.
E se uno ti chiede: "Quanti anni (metri) hai ?" bisognerà rispondere: "Aspetta che muoio, e poi te lo dico", che francamente, questa storia di farsi gli auguri, solo perché ce lo dice Facebook, la trovo una gran stupidaggine.
E così, invece di avere un campione del tempo in un museo (che è un posto tristissimo), sulla misura esatta del tempo, ci sarà poco da discutere: la tua vita.
Ma io dico, non ci potevamo pensare prima ?
sabato 10 dicembre 2016
Babbo Natale
Caro Babbo Natale
toglimi una curiosità
fai Natale di nome, o di cognome ?
perché magari sei come quelli che si chiamano Natale perché sono nati il giorno di Natale
no, non scherzo, è una cosa importante
perché allora sarebbe anche il tuo compleanno
e se fosse il tuo compleanno, il regalo dovremmo fartelo anche noi
tutti noi
ed immagino che ricevere miliardi di regali sarebbe un bel casino
così spero davvero che tu faccia Natale di cognome.
però
allora...
...Babbo allora cos'è ?
Nessuno fa "Babbo" di nome: sul calendario non l'ho mai visto
è la tua professione ?
Ho conosciuto anch'io una persona che faceva il babbo
Sì sì, proprio lui, mio padre
Era tuo collega ?
Come mi sarebbe piaciuto vedervi lavorare assieme.
Lui metteva sempre la giacca: tu con quel vestito rosso avresti fatto un po' di scompiglio in ufficio, ma magari sotto hai giacca e cravatta anche tu...
Chissà
Chissà chi dei due avrebbe fatto meglio i pacchettini
Lui era bravo sai ?
Erano proprio come i tuoi
Così ho imparato anch'io
Anch'io ora faccio il babbo
No, renne non ne ho
e francamente mi sarei stufato anche di fare i pacchettini
ma se un bambino buono mi sorride vado in brodo di giuggiole
ora però scusami, ti saluto
devo lavorare
eh, sai, il babbo è solo il mio secondo lavoro
un abbraccio
martedì 23 febbraio 2016
Pesce palla
Questa è la storia di un pesce palla
vero campione nel restare a galla
aveva qualche difficoltà
solo nei tuffi in profondità.
La storia comincia in un piccolo stagno, un giorno di primavera, con ninfee e farfalle sul pelo dell'acqua.
Il sole di mezzogiorno scaldava il nostro pesciolino, nato da poco.
Era davvero piccino
era appena un pallino...
"Che meraviglia la vita" diceva mordicchiando un'alga
"come vorrei che non fosse mai finita".
Ma ecco all'orizzonte le nuvole nere del temporale: corrono così veloci che il cielo ne è già tutto coperto, e cadono le prime gocce.
Che saette, che frastuoni; il nostro pesciolino cerca un riparo, ma lo stagno è un rigagnolo, e poi un fiume che lo trascina al mare.
Il primo giorno che uscì dall'atollo, la mamma disse: "Come farai ?"
"il mare è grande ed è pieno di guai!"
Ma il pesciolino, torcendo un po' il collo, rispose piano: "Dai, ce la fo"
"vedrai che un giorno, ritornerò"
Ma il mare era spaventoso: profondo e buio più della notte.
Le onde scuotevano l'acqua senza posa.
Enormi pesci sbucavano affamati dagli abissi,
dal cielo si tuffavano uccelli poderosi, col becco spalancato.
"Povero me"
pensava il pesciolino.
Gli altri pescetti d'argento striati
sembravano meno preoccupati.
"Vieni con noi a giocare"
Ma i pesci son muti, non posson parlareneppure Pallino li volle ascoltare
restava a crucciarsi, girandosi in tondo
che ricordava un bel mappamondo
Ecco, viene la notte, ed una giovane luna sorride dal cielo....
"Ti vorrei raggiungere"
"Abbassi un po', ti voglio abbracciare"
Spingeva le pinne, con l'occhio spalancato
ed ansimava, il malcapitato
Chi lo vedeva diceva: "Che pollo
farebbe meglio a tornar nell'atollo
i gamberetti farà scappar via
e disonora la categoria"
Adesso però vado a farmi un caffè
così questa storia finisce da sé
aggiungo solo: "pensiamoci su
che un po' pesce palla lo sei anche tu "
martedì 19 gennaio 2016
Non devi piangere
E' venuto il freddo, ed ho potato la vite.
In primavera, da quei tagli gocciolerà linfa.
Si dice che la pianta lacrima.
Ed io mi son chiesto: "Ma piange, o ride ?"
Chi l'ha detto che debba per forza piangere ?
Le lacrime sgorgano per un sacco di motivi:
anche quando hai tanta fame, capita di sbadigliare con qualche lacrimuccia
ed anche quando tagli le cipolle
il coccodrillo dicono che lacrimi quando ha la pancia piena...
E la vite ?
Che poi le lacrime sono salate
Come se ci fosse rimasto un po' di mare, da qualche parte, dentro di noi.
Sale
Ma poi sul viso scende
??
Indecisa !
E quella della vite ?
Bisogna che l'assaggio, sono curioso.
Dite che non è bello fare esperimenti con uno che si sfoga ?
Non posso darvi torto
Ho sempre detestato chi ti vien vicino, e dice: "Non piangere"
Che fastidio dà, uno che piange ?
Così la mia vite, a primavera, la lascerò piangere
Al massimo le farò un po' di compagnia
Come dicevo, c'è sempre un buon motivo, per qualche lacrima
In primavera, da quei tagli gocciolerà linfa.
Si dice che la pianta lacrima.
Ed io mi son chiesto: "Ma piange, o ride ?"
Chi l'ha detto che debba per forza piangere ?
Le lacrime sgorgano per un sacco di motivi:
- emozioni drammatiche
- risate a crepapelle
- sbadigli per sonno
anche quando hai tanta fame, capita di sbadigliare con qualche lacrimuccia
ed anche quando tagli le cipolle
il coccodrillo dicono che lacrimi quando ha la pancia piena...
E la vite ?
Che poi le lacrime sono salate
Come se ci fosse rimasto un po' di mare, da qualche parte, dentro di noi.
Sale
Ma poi sul viso scende
??
Indecisa !
E quella della vite ?
Bisogna che l'assaggio, sono curioso.
Dite che non è bello fare esperimenti con uno che si sfoga ?
Non posso darvi torto
Ho sempre detestato chi ti vien vicino, e dice: "Non piangere"
Che fastidio dà, uno che piange ?
Così la mia vite, a primavera, la lascerò piangere
Al massimo le farò un po' di compagnia
Come dicevo, c'è sempre un buon motivo, per qualche lacrima
giovedì 19 novembre 2015
Avamposto
Un altro rapporto è giunto all'avamposto 10BA7.
Questo è un plico pesante con l'etichetta dell'indirizzo applicata con cura dove la carta finisce.
Ogni giorno qui passa un identico pacco, il cui colore familiare può cambiare ogni tre o quattro mesi, quando termina la scorta della carta da pacchi.
Noi dell'avamposto dovremmo solamente rilevarne il transito, leggendo il codice a barre, e separare quelli che -come questo- sono indirizzati alla Direzione Centrale del Nucleo Operativo.
Noi della stazione dovremmo ignorare il contenuto della merce in transito, e manipolare quegli oggetti con l'indifferenza delle macchine.
Questo ovviamente non avviene, e per questo gli spedizionieri legano il plico con dello spago, e lo stringono con particolare cura, ma noi sappiamo bene come fare per frugare dove ci interessa.
Ora sta tramontando il sole sulle mie mani che stanno staccando i sigilli e svolgendo la carta marrone.
Nel cielo stanno sfrecciando le rondini mentre svolgo i fogli del rapporto, ed un po' di brezza fa rotolar via lo spago.
Qualcosa da leggere anche stasera -mi alzo arrotolando le carte- altre informazioni che non arriveranno mai alla sede centrale, ad aumentare i vuoti d memoria dell'intero sistema informativo.
Non so perchè ti racconto queste cose, io che sono un semplice impiegato della stazione 10BA7, con funzione di controllore di intertappa.
Non so neppure perché ogni tanto ci comportiamo così, in questa stazione sperduta nel nulla, nè come mai da questo vuoto non giungano altro che plichi, come quello.
Fatto sta, che quando ho visto il tuo indirizzo su uno dei fogli che stavo leggendo, ho capito che dovevo scriverti.
Bene, ora ti ho scritto
Questo è un plico pesante con l'etichetta dell'indirizzo applicata con cura dove la carta finisce.
Ogni giorno qui passa un identico pacco, il cui colore familiare può cambiare ogni tre o quattro mesi, quando termina la scorta della carta da pacchi.
Noi dell'avamposto dovremmo solamente rilevarne il transito, leggendo il codice a barre, e separare quelli che -come questo- sono indirizzati alla Direzione Centrale del Nucleo Operativo.
Noi della stazione dovremmo ignorare il contenuto della merce in transito, e manipolare quegli oggetti con l'indifferenza delle macchine.
Questo ovviamente non avviene, e per questo gli spedizionieri legano il plico con dello spago, e lo stringono con particolare cura, ma noi sappiamo bene come fare per frugare dove ci interessa.
Ora sta tramontando il sole sulle mie mani che stanno staccando i sigilli e svolgendo la carta marrone.
Nel cielo stanno sfrecciando le rondini mentre svolgo i fogli del rapporto, ed un po' di brezza fa rotolar via lo spago.
Qualcosa da leggere anche stasera -mi alzo arrotolando le carte- altre informazioni che non arriveranno mai alla sede centrale, ad aumentare i vuoti d memoria dell'intero sistema informativo.
Non so perchè ti racconto queste cose, io che sono un semplice impiegato della stazione 10BA7, con funzione di controllore di intertappa.
Non so neppure perché ogni tanto ci comportiamo così, in questa stazione sperduta nel nulla, nè come mai da questo vuoto non giungano altro che plichi, come quello.
Fatto sta, che quando ho visto il tuo indirizzo su uno dei fogli che stavo leggendo, ho capito che dovevo scriverti.
Bene, ora ti ho scritto
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