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martedì 23 febbraio 2016

Pesce palla


Questa è la storia di un pesce palla
vero campione nel restare a galla
aveva qualche difficoltà
solo nei tuffi in profondità.

La storia comincia in un piccolo stagno, un giorno di primavera, con ninfee e farfalle sul pelo dell'acqua.
Il sole di mezzogiorno scaldava il nostro pesciolino, nato da poco.
Era davvero piccino
era appena un pallino...

"Che meraviglia la vita" diceva mordicchiando un'alga
"come vorrei che non fosse mai finita".

Ma ecco all'orizzonte le nuvole nere del temporale: corrono così veloci che il cielo ne è già tutto coperto, e cadono le prime gocce.
Che saette, che frastuoni; il nostro pesciolino cerca un riparo, ma lo stagno è un rigagnolo, e poi un fiume che lo trascina al mare.

Il primo giorno che uscì dall'atollo, la mamma disse: "Come farai ?"
"il mare è grande ed è pieno di guai!"

Ma il pesciolino, torcendo un po' il collo, rispose piano: "Dai, ce la fo"
"vedrai che un giorno, ritornerò"

Ma il mare era spaventoso: profondo e buio più della notte.
Le onde scuotevano l'acqua senza posa.
Enormi pesci sbucavano affamati dagli abissi,
dal cielo si tuffavano uccelli poderosi, col becco spalancato.

"Povero me" 
pensava il pesciolino.

Gli altri pescetti d'argento striati
sembravano meno preoccupati.
"Vieni con noi a giocare" 
Ma i pesci son muti, non posson parlare
neppure Pallino li volle ascoltare
restava a crucciarsi, girandosi in tondo
che ricordava un bel mappamondo

Ecco, viene la notte, ed una giovane luna sorride dal cielo....

"Ti vorrei raggiungere"
gridava Pallino, spiccando rapidi guizzi
"Abbassi un po', ti voglio abbracciare"

Spingeva le pinne, con l'occhio spalancato
ed ansimava, il malcapitato

Chi lo vedeva diceva: "Che pollo
farebbe meglio a tornar nell'atollo
i gamberetti farà scappar via
e disonora la categoria"

Adesso però vado a farmi un caffè
così questa storia finisce da sé
aggiungo solo: "pensiamoci su
che un po' pesce palla  lo sei anche tu "

martedì 19 gennaio 2016

Non devi piangere

E' venuto il freddo, ed ho potato la vite.
In primavera, da quei tagli gocciolerà linfa.
Si dice che la pianta lacrima.
Ed io mi son chiesto: "Ma piange, o ride ?"
Chi l'ha detto che debba per forza piangere ?

Le lacrime sgorgano per un sacco di motivi:

  • emozioni drammatiche 
  • risate a crepapelle
  • sbadigli per sonno

anche quando hai tanta fame, capita di sbadigliare con qualche lacrimuccia
ed anche quando tagli le cipolle
il coccodrillo dicono che lacrimi quando ha la pancia piena...

E la vite ?

Che poi le lacrime sono salate
Come se ci fosse rimasto un po' di mare, da qualche parte, dentro di noi.
Sale
Ma poi sul viso scende
??
Indecisa !

E quella della vite ?

Bisogna che l'assaggio, sono curioso.
Dite che non è bello fare esperimenti con uno che si sfoga ?
Non posso darvi torto
Ho sempre detestato chi ti vien vicino, e dice: "Non piangere"
Che fastidio dà, uno che piange ?
Così la mia vite, a primavera, la lascerò piangere
Al massimo le farò un po' di compagnia
Come dicevo, c'è sempre un buon motivo, per qualche lacrima



giovedì 19 novembre 2015

Avamposto

Un altro rapporto è giunto all'avamposto 10BA7.
Questo è un plico pesante con l'etichetta dell'indirizzo applicata con cura dove la carta finisce.
Ogni giorno qui passa un identico pacco, il cui colore familiare può cambiare ogni tre o quattro mesi, quando termina la scorta della carta da pacchi.
Noi dell'avamposto dovremmo solamente rilevarne il transito, leggendo il codice a barre, e separare quelli che -come questo- sono indirizzati alla Direzione Centrale del Nucleo Operativo.
Noi della stazione dovremmo ignorare il contenuto della merce in transito, e manipolare quegli oggetti con l'indifferenza delle macchine.
Questo ovviamente non avviene, e per questo gli spedizionieri legano il plico con dello spago, e lo stringono con particolare cura, ma noi sappiamo bene come fare per frugare dove ci interessa.

Ora sta tramontando il sole sulle mie mani che stanno staccando i sigilli e svolgendo la carta marrone.
Nel cielo stanno sfrecciando le rondini mentre svolgo i fogli del rapporto, ed un po' di brezza fa rotolar via lo spago.

Qualcosa da leggere anche stasera -mi alzo arrotolando le carte- altre informazioni che non arriveranno mai alla sede centrale, ad aumentare i vuoti d memoria dell'intero sistema informativo.

Non so perchè ti racconto queste cose, io che sono un semplice impiegato della stazione 10BA7, con funzione di controllore di intertappa.
Non so neppure perché ogni tanto ci comportiamo così, in questa stazione sperduta nel nulla, nè come mai da questo vuoto non giungano altro che plichi, come quello.
Fatto sta, che quando ho visto il tuo indirizzo su uno dei fogli che stavo leggendo, ho capito che dovevo scriverti.
Bene, ora ti ho scritto

sabato 31 gennaio 2015

Scorta

L'avevamo scorta in molti.
Nonostante fosse stata una fugace apparizione, ne conservavamo lo stesso ricordo.
A memoria, avremmo potuto garantire che c'era stata
...che in un tempo ormai scomparso,  l'avevamo scorta...

Ma la scorta è anche una riserva
Qualcosa in più, che ti porti dietro, che ti potrebbe tornare utile.
Come la ruota di scorta.
Molte case automobilistiche l'hanno sostituita con il ruotino,
per via che la riduzione delle scorte è la parola d'ordine.
Se qualcosa è in più, dovremmo abituarci a farne a meno
più che si può...
meno che si può.

Come fosse una scorta di grasso, che ci viene consigliato di eliminare.
Vivere giorno per giorno, sarebbe la soluzione economicamente ottimale,
così i "giorni di scorta" fanno il posto alle consegne all'ultimo momento.
Viene chiamata: ... flessibilità
Lasciare che la scorta finisca, senza timore di quello che può accadere...
[perché hai tutto sotto controllo]

La scorta viene eliminata
Anche quelle che servono a proteggere le persone
Quelle che viaggiano in auto assieme alla persona da proteggere
E che vengono sterminate assieme a quella.
[perché credi di avere tutto sotto controllo] 

Era solo per dire che la scorta è una parola magica, perché può richiamare pensieri distanti

Come un cristallo, che genera riflessi molto diversi, a seconda di come lo guardi
Mi sono fatto questa idea: le parole sono uno scrigno di significati, ed è forse il dono più importante della nostra evoluzione cerebrale.

lunedì 15 dicembre 2014

Ancora rotazioni

Gira anche se non fai nulla.
Gira sempre.
Non c'è un motivo comprensibile.
Non c'è un motore.
Non ci sono spettatori.
Gira con una forza sopra ogni immaginazione.
Non si ferma.
Non ci chiede di salire.
Non ci chiede di scendere.

La terra, sotto di noi,
dentro questo spazio vuoto,
qui, dove sono ora, a parlarmi....
A parlare a te che mi stai leggendo...

Ho perso l'orientamento ... aiutatemi
Siamo minuscoli
o MAIUSCOLI ?

vediamo un po':

  • Siamo NOI ad esserci
  • E la terra è sotto di NOI
  • E il cielo sopra di NOI
  • E sembra che giri .... per noi.

Ma forse è solo che qui ci siamo persi,
ed il fragore del tempo che passa lo stiamo solo immaginando

domenica 30 novembre 2014

Gocce

Piove
gocce d'acqua dappertutto
stavolta senza eccessi.

Prese una per una, le gocce sono miti.
Spesso sono prese come simbolo di uguaglianza ("uguali come due gocce d'acqua")
Altre volte come esempio di moderazione ("dammene solo una goccia").
Le gocce sarebbero anche affidabili, tanto da assumerle come unità di misura ("dieci gocce prima di coricarsi")
Qualcuno le mette nel bicchiere, per veder lo zampillo quando cade nell'acqua, altri direttamente in bocca, per sentire, leggero, il loro arrivo sulla lingua.
Prese singolarmente non sono mai eccessive.
Avete mai visto una goccia "grandissima" ? Io no
E piccolissime ? Quelle della nebbia, se lasci loro un po' di tempo, si riuniscono, e riecco le goccioline.
Sarebbe la tensione superficiale che stabilisce la dimensione più probabile. Il miglior compromesso tra la tendeza a sparpagliarsi e riunirsi nuovamente.

Quando in laboratorio di chimica versavamo i reagenti "goccia a goccia", quel modo era il massimo della lentezza.
Però c'era il momento del "viraggio", e la soluzione cambiava improvvisamente colore.
La classica "goccia che fa traboccare il vaso"
Perché il fatto di essere piccola, non esclude la loro potenza quando sono tante.
Ed il fatto di essere d'acqua (la sostanza dove siamo nati) non ne riduce la capacità distruttiva.

Stasera però no: è una tranquilla pioggia di novembre
E mentre sono qui a scrivere di loro, loro, intanto, cadono
ed il ticchettio sembra scandire il tempo
anche se in modo casuale
ma forse, se sono qui ad ascoltarle, è poco più di un caso.

venerdì 24 ottobre 2014

Svitato

I più delicati si limitano a pensarlo, ma qualcuno me lo dice proprio: "Roberto, mi sembri un po' svitato"
Tanto riguardo, secondo me, non serve: come offesa, non è grave.
Svitato sarebbe uno insolito, fuori dal gregge ... incomprensibile.
Perché uno sia fatto così, bisognerebbe chiederlo a Madre Natura, ma io piuttosto vorrei chiedere a voi perché si dice così...

Svitato...

Sta cosa un po' mi turba:
non mi pareva che  fossimo imbullonati... !
Ci deve essere dietro qualcosa... vediamo un po' assieme

Una cosa avvitata è piuttosto rigida, solida ma anche bloccata
Quando ad uno dici "ti stai avvitando" non gli fai un complimento; significa che tutta la sua razionalità sta girando in tondo, e non lo porterà da nessuna parte.
Viene da dubitare che l'avvitamento sia proprio una virtù...

Prendi per esempio la mamma di tutte le viti, la Signora Vite; pianta generosa, ma poco solida.

La vite, con i suoi viticci, si avvita.
Perché lo fa ?
Avvitando, applica un fattore moltiplicativo. Un giro di vite regge un certo sforzo; due il doppio, e così via.
Ad ogni iterazione la resistenza aumenta.
Un trucco...

Senza, è una pianta gracile.
Nelle mani dell'uomo, poi, è diventata anche spiritosa.
E che si faccia fatica a reggersi, per chiunque abbia un po' esagerato, è subito ovvio.

Dalla vite l'uomo ha preso ispirazione per fare quelle di metallo. Che non si avvitano da sole: occorre il cacciavite... Il nome è un programma: "caccia" - "vite": capite ?  non c'è molto amore tra la vite, e l'attrezzo che le rende solide
Per farsi avvitare, le viti hanno la testa... ma mica per pensare... solo per farsi stringere meglio.
Più andiamo avanti, più sembra una storia di sopraffazione.

Allora l'invito che vi faccio, prendetelo in senso buono:  svitiamoci tutti !

sabato 31 maggio 2014

Bianco

Da tempo lo sospettavo, ma adesso è certezza: è proprio lui.
Sarà capitato anche a te: quel vasetto di marmellata iniziato da poco: così buona... c'era fino a ieri, ed adesso: sparito.
Avrai rovistato da cima a fondo i ripiani del frigo, prima con gli occhi, poi spostando vasetti di yogurt scaduti, e limoni rattrappiti, ma la marmellata sempre introvabile.
Solo quando hai comperato un altro vasetto, e lo hai aperto, ecco che salta fuori.
Ti sarai detto: "sto diventando smemorato", oppure avrai dato la colpa a qualcun'altro, ma intanto, lui, il vero artefice dello scherzo, nascostamente -te lo assicuro- ridacchiava.

Oppure quella volta che hai trovato due cartoni di latte aperti, o quando è ricomparso all'improvviso il sacchetto di pasta fresca, dato per disperso.
Distrazione ?
No, no, caro mio, non siamo affatto rintronati: c'è qualcuno che si diverte alle nostre spalle.

Si, parlo di lui, quel santerello che sta sempre zitto, e solo la notte lo senti borbottare, piano piano, per poi interrompersi con un sussulto, come un adolescente colto in fallo.
Lui, pallido come un seminarista, freddo ma disponibile, apparentemente il più docile di tutti gli elettrodomestici in cucina: il frigorifero !

Come faccio ad essere così sicuro ?

Te lo racconto.
Tutti dormivano, e la casa sembrava una segheria. Io sveglio come un grillo. Come altre volte, mi sono alzato, ma stavolta era stata una giornataccia... telefono ... contrasti... auto ... problemi ... malumori ... mi sentivo uno straccio.
Lui deve essersene accorto.

Quando ho aperto lo sportello per un po' di acqua fresca, ha trattenuto il suo solito alito da affettato stanco, ed ha lasciato che il profumo delle pesche mature mi raggiungesse;
quel tanto che è bastato per farmi sorridere.
Poi, mentre richiudevo,  ha sussurrato: "stanco ?"

Già, perché a lui piace fare gli scherzi, ma non per cattiveria: solo per fare allegria.

Subito credetti che la voce venisse dal televisore, ma era spento.
Strano...
Ho riaperto lo sportello, e lui: "Chiudi per favore, possiamo parlare lo stesso"
"...non vorrei che il compressore si svegliasse".

Aveva una voce roca, calma. Un tono basso, da confessionale.
Ero troppo stanco per spaventarmi, così risposi: "Ma tu parli ?". "No, non con tutti, ma credo che di te mi posso fidare".
Così mi ha raccontato di lui, la fabbrica, i mesi trascorsi in negozio aspettando una famiglia, poi la gioia dell'ingresso in casa mia, e finalmente la vita: la corrente elettrica.

L'ho lasciato parlare, ed ha rilassato anche me.
Una di queste sere però la storia gliela racconterò io, perché ho capito che posso fidarmi.

E vuoi un consiglio ? Prova a farlo anche tu !


mercoledì 30 aprile 2014

Semplice

Una volta, quando uno aveva comportamenti strani, ridicoli, o era "bloccato", si diceva: "poveretto, è complessato"...
Avere dei complessi era un handicap.
Oggi mi pare che non si dica più, forse perché la complessità è diventata un valore...
Le cose complesse sarebbero "superiori" (i corsi universitari si chiamano così...)
Riservate alle menti più acute.
Ma la complessità, è buona o cattiva ?

Facciamo degli esempi:
La meccanica quantistica ? ci sta avvicinando o allontanando dalla comprensione della natura ?
La complessità dei sistemi informatici, è "utile" o "pericolosa" ?
Ci aiuta, o potrebbe ritorcersi contro di noi ?
La complessità della tecnologia, che esclude la maggior parte dei nostri fratelli umani, è "superiore", o semplicemente "ingiusta" ?

Allora mi è venuto da chiedermi se noi, per come siamo fatti, siamo tendenzialmente semplici o complessi.
Ad esempio, il nostro pensiero....
Una rete di associazioni, di conoscenze, di esperienze, di sensazioni... "tanta roba"
Una rete che ci permette di comprendere, ed apprezzare l'opera di qualcun'altro... è "complessa" ?
Ricca, ampia, articolata, sì... ma non complessa no, perché non ha assolutamente bisogno di indagine analitica.
E' immediatamente disponibile.

L'indicatore più significativo di questa ipotesi, è che anche qualcuno più povero di sovrastrutture, incapace di analisi e di riflessioni, recepisce la bellezza.
Anzi, forse più è povero di capacità analitica, più immediatamente viene raggiunto dalla bellezza.
Magari non riconosce i dettagli, ma la sensazione di "giustezza" e "appagamento" ce l'ha

Ed in politica ?
I principi democratici affidano il potere al cittadino qualsiasi, e quindi è escluso che possa valutare -che so- sistemi macroeconomici, o principi giuridici.
La complessità deve per forza starsene fuori.
E quindi purtroppo entra il populismo.
Brutto pasticcio, eh ?