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domenica 3 marzo 2013

Ripariamoci


Quand'ero piccolo, il mio divertimento preferito era smontare.
Vittima poteva essere un giocattolo, una sveglia, un piccolo elettrodomestico.
Ovviamente nel rimontarlo avanzava sempre qualche pezzo, per cui alla fine non era esattamente "come prima".
Però mi divertivo un sacco.

Più grande, ero diventato un po' più abile nella ricostruzione, ed ero spesso quello del: "Per favore, mi aggiusti...", ma continuavo a divertirmi...

Da adulto, ho avuto sempre meno tempo per questo passatempo, ma, a dir la verità, il gioco l'ho smesso solo perché...gli oggetti non sono più smontabili !
L'avete notato ?
Viti con la testa fatta apposta per non essere svitata; pezzi che possono essere montati solo da macchine; materiali talmente deboli da rompersi al primo sforzo; minuterie di formato bizzarro, che non troverai mai dal ferramenta... per non parlare dell'elettronica.
Sembra che i fabbricanti evitino la riparazione come la peste.
E noi ci siamo convinti che: "Non ha senso riparalo..." ...
...e ti ritrovi il sabato mattina, a fare viaggetti in discarica, per conferire oggetti che "non funzionano", dei quali sei ormai costretto a disfarti.
E lì trovi decine di tuoi compaesani, anche loro a gettare ogni ben di Dio.

Tutto bene ?
No

Prima di tutto, mi hanno tolto il mio maggiore divertimento.
E poi, dico, a quei poveretti che hanno lavorato per costruirlo, non dispiacerà un pochino che il loro prodotto venga gettato così ?
Parlo dei signori che hanno scavato in miniera i minerali per l'estrazione dei metalli; dei signori dell'impianto siderurgico che l'hanno lavorato; dei signori camionisti che l'hanno portato in giro da uno stabilimento all'altro; parlo di quei signori che hanno manovrato macchine, per trasformare i materiali, nell'oggetto funzionante.
Capite bene che potrei andare avanti un bel pezzo.
Magari qualcuno di loro s'è anche fatto male, in tutto questo trafficare.
C'era chi tossiva per il fumo, chi era assordato dal rumore, chi aveva il mal di schiena per la fatica...
Magari la paga che gli è stata data, non era neppure tanto alta.
E dopo tutto questo, noi glielo buttiamo via ?
Ma siamo matti ?

Eppure, non ci vorrebbe molto per cambiare questo andazzo.
Qualche normativa su come devono essere costruiti questi oggetti: standard sulle filettature delle viti; caratteristiche minime di robustezza dei componenti; obbligo di fornitura di parti di ricambio...

Dice: "Ma così gli oggetti costerebbero di più". Beh, se dura anche di più, sono soldi ben spesi
Dice: "Ma così la fabbrica ne produrrebbe meno".  Ok, ma guadagnando di più su ciascuno; per non parlare dei pezzi di ricambio
Dice: "Limiti la libertà delle imprese"

... e allora, il mio diritto a divertirmi, dove lo mettiamo ?




giovedì 28 febbraio 2013

Appello


Tutti preoccupati per il risultato elettorale.
Si da per scontato che i nostri rappresentanti (cioè centinaia di eletti), non riusciranno a mettersi d'accordo sulle cose da fare.

Perché ?
Siamo convinti che non abbiano a cuore l'Italia ?

Macché: questa convinzione deriva dalle parole che i capi-delegazione si sono detti in campagna elettorale.
Ma non sono mica loro che devono mettersi d'accordo
Sono gli eletti che devono mettersi d'accordo.
Né Grillo, né Bersani, né Berlusconi né nessun capo partito ha autorità su questo 

E gli eletti NON HANNO nessun obbligo, proprio verso nessuno: né verso di noi che li abbiamo eletti, e tanto meno verso i loro capi.

C'è scritto chiaramente nella Costituzione.
Queste sono le regole del gioco

Perché dobbiamo dare per scontato che ci deluderanno ?

Faccio un appello, a tutti gli eletti, con qualsiasi casacca: spolverate la buona volontà, e l'atteggiamento del "buon padre di famiglia"


  • Trovate i punti d'accordo
  • Trovate una squadra di persone che possa governare
  • Accettate che possa essere trasversale agli schieramenti
  • Dategli la fiducia
  • Sui singoli punti, votate secondo coscienza
  • Accettate le eventuali singole sconfitte, accettando le scelte della maggioranza, senza per questo rinnegare la squadra

E' questo che ci aspettiamo da voi
davvero tutti !
Fatelo per quelli che in questo momento, stanno soffrendo, e parecchio.
Dateci dimostrazione del cambiamento che avete promesso

mercoledì 20 febbraio 2013

State attenti


Votare è una figata.
Mamma mia: se penso a quando ero ragazzo: non vedevo l'ora di essere maggiorenne, per andare a votare.
E difatti è veramente una cosa incredibile: tutti quei signori potentissimi e pieni di soldi, non possono fare niente se non glielo dai tu il permesso.

Veramente da sballo !

Hanno perso mesi per mettersi d'accordo ? Macché: arrivi tu, e voti il micro partitino, e li sbaragli tutti: sarà proprio quello che farà le leggi, nomina il capo dello stato, nomina i presidenti delle camere, il presidente del consiglio, i servizi segreti; insomma, tutta la declinazione del potere la decidi tu.
Beh, tu, e tutti gli altri che come te votano.
Intendevo dire, noi.
Cioè noi, non loro.
Capito ? Non loro

Loro, poveretti, mendicano la nostra delega.

Mi fanno un po' di pena: per tanti di loro è in gioco il posto di lavoro.
Per non parlare della figuraccia: hanno spergiurato davanti a tutti che vinceranno, ma non è mica così: a decidere chi vince siamo noi.
L'ho detto: una vera figata !

Davvero un po' mi dispiace di dover deludere le aspettative di tanti bravi signori: se di deleghe ne avessi parecchie, ne darei un po' per ciascuno.
D'altronde, se loro sono disposti a fare la faticaccia di andare a Roma, fare tutte quelle riunioni lunghissime, scrivere quelle leggi complicatissime, litigare con i tedeschi, francesi (che poi neanche parlano italiano)...
No, no, perdinci: io non andrei al posto loro per nulla al mondo.

E' che purtroppo di voto ne ho uno solo: come faccio ad accontentarli tutti quanti ?
Ah, perbacco, una soluzione c'è.
Siccome siamo in tanti a votare, facciamo che uno vota uno di quei signori, un'altro ne vota uno diverso, e così via, così li accontentiamo tutti.
Siete d'accordo ?
Che poi non occorre che ve lo chieda, tanto lo farete lo stesso, anche se non ve lo chiedo.
Ah, adesso mi sento più tranquillo.

Però mi viene un dubbio.
E se per caso tra quei signori ci fosse qualche farabutto ? Ladri professionisti, che ci mettono le tasse, e poi il malloppo se lo spartiscono tra banditi ?
Oppure uno stupido, uno che va alle riunioni dei capi di stato a palpare il posteriore delle signore.
Oppure un ignorante, che non sa contare gli esodati, o che le leggi se le deve far scrivere da altri, perché non saprebbe da che parte cominciare...
Cavoli, quella sì che sarebbe una fregatura.
Questo proprio non ci voleva: il voto era una figata, ma come faccio ad essere sicuro di non sbagliare ?
Bisogna che sto attento
Beh, io ho già in mente qualcuno che non va assolutamente votato.
Ah, state attenti anche voi

sabato 19 gennaio 2013

Nuclei


Avete presente un nucleo ?
Vi è venuto in mente il nucleo atomico ?  Centro pesante dell'elemento materiale più piccolo.
Quello che trattiene gli elettroni, determinando la loro struttura, e -via via- tutta la chimica
Quello che fa un gran casino quando scoppia, per via dell'energia che racchiude.

No ?
Avete pensato ai nuclei di condensazione, quelli che favoriscono la formazione le goccioline di pioggia, o di grandine: infinitesimali, ma determinanti.
Oppure ai nuclei di cristallizzazione, dai quali parte spontaneamente la crescita del cristallo.

Io, l'altro giorno, pensavo ai nuclei familiari.
Non c'è poi una gran differenza: per quanto piccoli, custodiscono una incredibile vitalità, e sono il punto di partenza di manifestazioni vistose.

Ci pensavo per via del martellare, dei mezzi di informazione, sui matrimoni gay.
Il tema sembra fatto apposta per creare orrore, perché si inquina l'idea di famiglia, con un termine che richiama la perversione sessuale.

Ma la famiglia, cos'è?
Beh, appunto, è un   nucleo.
Un punto potente di attrazione di persone.

Immagina il caso di un papà, una mamma, e poi il loro figlio. Cosa sia il nucleo, è chiaro.
Se allo stesso tavolo mangiano quotidianamente anche due zie, fanno parte del nucleo ?
Forse qualcuno può dubitare, se invece di due zie, sono due persone senza parentela.
Ma se diciamo di sì, che quello è un nucleo (di interessi, di relazioni, di affetti, di protezione, di opportunità). allora quel nucleo resta tale, anche se papà e mamma dovessero -ad esempio- lasciare orfano il bambinello.
Non per legge, ma per buon senso, e certamente il giudice tutelare ne terrebbe conto.

Chi ha scritto la costituzione italiana, ha riservato un ruolo importante alla famiglia. 
Penso che l'abbia fatto perché si tratta del nucleo dove cresce la nazione, nel senso proprio della crescita umana, che ha bisogno di procreazione, alimentazione, protezione, affetti, e tutte quelle belle cose che sappiamo bene.

Ora si sa anche che non tutti i nuclei familiari mettono a disposizione tutto questo ben di Dio, e spesso la famiglia è luogo di soprusi e maltrattamenti; però chi ha scritto la costituzione italiana intendeva dare un vantaggio a tutti i nuclei, senza prevedere un esame preventivo di abilitazione. Se qualcuno poi abusasse di quel privilegio, sarebbe peggio per lui.

Allora, siccome i privilegi di cui stiamo parlando, sono concreti, io sarei favorevole ad estenderli a chiunque intende costituire un nucleo, soprattutto se questo nucleo cresce dei piccoli, e sarei molto attento a qualsiasi situazione di abuso.

Guai a chi predica bene, e razzola male.

lunedì 31 dicembre 2012

Gemma


Uno dei motti di mio padre, che mi è rimasto per molto tempo oscuro, fa più o meno così "Ciascun del tronco ne abbiamo un ramo".
Aveva a che fare con la somiglianza che abbiamo con i nostri genitori
Tu, che stai leggendo, lo conoscevi ?

Questa somiglianza appare più agli altri che a noi, che magari dei nostri genitori notiamo più quello che non vorremmo essere.
La critica ai genitori, che una volta si chiamava "contestazione", è tutt'ora molto praticata, e sembra essere una tecnica di liberazione suggerita con gran facilità da coloro che -a pagamento- ti dovrebbero alleggerire il peso del vivere quotidiano (ma principalmente alleggeriscono il portafoglio).

Così spesso non fa piacere riflettere sulle somiglianze.

Però io credo che questa continuità sia importante, perché non riguarda solo noi  con i nostri avi, ma anche i nostri fratelli, ed i nostri figli.

La ripetizione di certe caratteristiche comunque non è un cerchio che si chiude, ma piuttosto una spirale che si allarga, ed il bello è che ad ogni giro percorre sempre spazi diversi.

Quest'anno che finisce, e la gemma del nuovo anno che spunterà tra poche ore, fanno parte dello stesso tronco.

Ma tronco e ramo sono due parti - una più vecchia e l'altra più giovane - con funzione di servizio alla pianta, come lo sono le foglie, i fiori ed i frutti.
Ma forse né il tronco, né il ramo sono consapevoli del frutto che verrà.
Quale sarà -a maturazione- il nostro frutto ?
Come andremo ad utilizzare, questi prossimi 365 giorni ? Queste 8.760 ore ? Questi 525.600 minuti ?

Quasi quasi ci dormo sopra: la notte porta consiglio

lunedì 17 dicembre 2012

Soccorso


Hanno fatto una legge che ti punisce, se non soccorri un animale ferito.

Bello, no ?

Ricordo ancora quella notte che vidi una gallina bianca sul ciglio della strada.
Se fosse morente, o defunta, non so, perché non mi fermai.

Oggi sarebbe un reato.

Poco dopo ne vidi un'altra: nella notte, bianche com'erano, illuminate dai proiettori erano visibilissime.
E subito dopo ancora due, e poi altre ancora: "Cavoli, che succede ?" mi sono chiesto.
Finché non ho raggiunto il camion.
Era carico con decine di cestoni - ne avrete notati sicuramente anche voi, di simili - pieni di galline, come quelle che avevo visto sull'asfalto.
Tutti stipati di galline, eccetto uno, che aveva lo sportellino aperto, e che ormai era vuoto.


  • Ricapitoliamo: non soccorrere la gallina sull'asfalto è un reato.
  • Trasportarle in quel modo, per macellarle, invece no.

Ok: basta mettersi d'accordo, no ?

Costruire, e fare commercio delle mine che hanno ucciso proprio oggi 25 bambine in Afganistan, no, non è un reato.
Ignorare, e lasciar morire di fame decine di migliaia di bambini (3 ogni secondo), ogni giorno, no, non è un reato.
L'elenco potrebbe essere lungo...
A voi non sembra una incredibile ipocrisia ?

Poi mi è capitato sotto gli occhi, un articolo sulla  «patatona» Toutatis, l'asteroide 4179 che è passato mercoledì scorso, ad una distanza da noi, pari a 18 volte la distanza Terra-Luna.
Ho approfondito un po' la notizia, ed ho trovato che Toutatis è stato fotografato da un satellite cinese, a 3 km di distanza...
Voi, quest'ultimo particolare, lo avete visto sulle prime pagine ?
Chi di voi è al corrente dei progressi della Cina in astronautica ?

Allora, forse, non è ipocrisia, ma piuttosto una accurata selezione.

Leggi da fare, informazioni da diffondere, idee che ci dovremmo formare, visione del mondo, e di noi stessi, che dobbiamo avere.
Per la stabilità.
Stabilità ? Ma cos'è la stabilità ?

E la stabilità, è lo status quo. Cioè il nostro equilibrio squilibrato, che riserva grossi privilegi a pochissime persone.
Gli altri devono starsene buoni, sotto la minaccia che uno squilibrio peggiori le loro condizioni di vita.
E sentirsi buoni, perché soccorrono un gatto.

mercoledì 5 dicembre 2012

Estinzione


Il nostro animale domestico, in questo periodo, è una piccola tartaruga.
Che, per la verità, non è molto di compagnia, per via del letargo.
Ha ritirato le sporgenze (zampe, capino) ed aspetta fiduciosa, immobile, il tepore della primavera.

Se mi guardo attorno, un sacco di esseri viventi fanno come lei; senza andare in cerca del solito orso, molti alberi, in questo momento, stanno riposando, e si direbbe stiano benone.

Anch'io, che di solito dormo poco (penso che sia per via dei capelli bianchi), con questo freddo mi ritrovo a pisolare volentieri.

Chissà...
forse, quando, nudi, vivevamo nelle grotte, passavamo anche noi un bel periodo di letargo.

Se trovo quello che ci ha fatto perdere quell'abitudine...

Ora le ferie le facciamo in estate, che sarebbe il periodo meno adatto per riposare.
E difatti in ferie non ci riposiamo affatto...

A pensarci meglio, si direbbe che non ci riposiamo mai un gran che.
Con la disoccupazione al 30%, invece ripartirci le poche cose da fare, ci ripartiamo la sofferenza di lavorare troppo (qualcuno), e di stare senza reddito (gli altri).

Non è masochismo ?
Non so voi, ma io mi sto facendo l'idea che non ci vogliamo un gran che bene, noi, proprio per nulla...
Come se il nostro limite fosse quello, prima ancora di volerci bene l'un l'altro...

Vi siete chiesti come mai ?
  • Paura di essere sopraffatti nel sonno ?
  • Paura di non svegliarci ?
  • Paura di risvegliarci in un ambiente ostile ?

L'unico che sembra non avere paura, è il nostro Parlamento, caduto da mesi in letargo pre-elettorale.
In questo caso, credo, l'estinzione non sarebbe un gran danno...

giovedì 29 novembre 2012

Lavoro

All'ILVA, a Taranto, da una parte della bilancia c'è la salute, dall'altra il lavoro.
Tutt'e due oggettivamente importanti, e riconosciuti tali dalla nostra Costituzione.

Che una Costituzione parli del lavoro, addirittura, come fondamentale per la Repubblica, potrebbe sembrare una stravaganza tutta italiana.
Come se tra i costituenti, si tollerasse l'animo artistico ed un po' bizzarro che spesso ci contraddistingue.

Mi sono chiesto: "ma cos'è, il lavoro ?"
Sarà deformazione professionale, ma sono partito dalla definizione
provate a seguirmi...

forza per spostamento


  • Cioè, se ti sposti senza sforzo, senza fatica, quello non è lavoro.
  • Se fatichi come un cane, contro un muro, e riesci a spostare nulla, quello non è lavoro.


La Fisica è sempre molto concreta, ma sul tema del lavoro, forse nasconde qualche altro significato.

Il lavoro, apparentemente, sembra non avere a che fare con il tempo: non importa quanto tempo ci metti per fare lo spostamento: il lavoro che fai è lo stesso, anche se ci metti un anno.
Ma come lo misuriamo lo spostamento ?
Beh: si guarda la posizione adesso, e dopo un po' la si controlla di nuovo.
Lo spostamento non è misurabile in un istante: ha bisogno di due istanti diversi.
L'indipendenza dal tempo, significa indifferenza (tanto o poco tempo, non importa), ma guai se il tempo non ci fosse.

Anche nelle Scritture, il lavoro è concomitante alla nascita del tempo: la conoscenza del "bene e del male", per l'umanità ha avuto almeno due conseguenze: la morte (il tempo individuale che si consuma, e poi finisce), e la fatica (il sudore del lavoro, come condizione perché il tempo individuale non finisca troppo rapidamente).

Che il tempo abbia a che fare con il lavoro, è ancora più evidente, se consideriamo il primo dei due fattori: la forza.
Per la forza non c'è altra definizione, che la capacità di cambiare la posizione di una massa (massa per accelerazione), ed esattamente, quanto rapidamente riesce a far acquisire velocità.

Che il lavoro, ed il tempo siano apparentati, è evidente soprattutto se consideriamo il lavoro degli altri, che viene remunerato proprio perché ci mettono il loro tempo.
E quel tempo, è la loro vita.
Forse per questo, per chi compera quel lavoro, potrebbe non sembrare strano, che anche la salute possa essere comprata.
In fin dei conti, è la stessa materia prima.

giovedì 15 novembre 2012

Cocci aguzzi


Chissà quante volte vi sarà successo: all'improvviso, quella strofa, faticosamente imparata a memoria da adolescente, ritorna in mente, 
o semplicemente in bocca.
A me è successo qualche giorno fa, mentre giocavo con Paola.

"cocci aguzzi di bottiglia"  ho ripetuto, tra me e me
"Cos'hai detto, Papi ?"

E siccome non me la ricordavo tutta, siamo andati in internet, e - dopo più di 40 anni - ho riletto con lei quella bella poesia tratta da "Ossi di Seppia".
E siccome non si capisce gran che di quello che dice, ho dovuto cercare delle spiegazioni.

L'immagine prepotente, non è la solitudine del meriggio, ma quei vetri taglienti, posti in cima al muro.

Piazzati lì, apparentemente a difesa.  In realtà, a testimonianza della diffidenza di uomini verso altri uomini, che a loro volta si atteggiano minacciosi.

Versi che parlano, infine, della cattiveria.

Quel muro da non valicare, ed il travaglio dell'uomo, sembrano avere delle similitudini.
Come a dire che l'uomo soffre per sua scelta.
Che i limiti alla sua libertà, se li è costruiti da sé.

Muri a Berlino, muri in Palestina, muri a Belfast, muri tra ricchi e poveri, muri tra privilegiati e sfortunati, tra immigrati e residenti, muri...
Chi li ha costruiti, li voleva invalicabili.

Costruiva qualcosa contrario alla natura (che sembra non poter far nulla per evitarlo), e  profondamente ingiusto.

Tutto questo, è successo qualche giorno fa.
Queste righe, le ho scritte qualche giorno fa.
Oggi, a Gaza si ammazzano veramente.