Ho sentito usare questo termine per quelli che frequentano i social network, o per chi si fa un sito personale, o -come me- un blog.
Tu che stai leggendo sei - probabilmente - un navigatore abituale, e quella definizione ti lascia abbastanza indifferente, perché sai bene che in rete, per esserci, bisogna in qualche modo esporsi.
Vorrei però spiegarti due pensieri che non riesco a tacere.
Esibizionismo sarebbe una specie di infamia che commette chi abbandona il pudore (“Spudorato !” sarebbe l'insulto). Il concetto nasce in un contesto “sessuale”, e quindi appare particolarmente disdicevole.
Secondo me, che ci sia una componente sessuale in ogni aspetto della nostra vita, non è una gran scoperta. Come scoprire che c'è acqua in ogni essere vivente... è ovvio: siamo nati lì... Nella nostra breve parabola di nascere e morire, l'atto sessuale è senz'atro essenziale, e guai se non permeasse la nostra effimera esistenza: sarebbe letteralmente la fine della specie.
Quindi, con tutto rispetto, Freud ha scoperto l'acqua calda, ma ha comunque il grande merito di averci stanati nei nostri assurdi tabù sull'argomento. Senza peraltro ottenere una vittoria completa, visto che i tabù permangono.
Così, è probabile una componente erotica nel pubblicare sul web, cioè nel “farsi vedere” da sconosciuti. Le piume un pavone le allarga per rimorchiare, mica per farsi fare una foto... Se poi da un post nascesse una relazione, lo decide il destino, mica noi...
Trovate la cosa particolarmente disdicevole ? Uno dovrebbe andare in clausura per evitare di creare occasioni di peccato ?
Una volta si andava in piazza, o in chiesa la domenica: era lì l'esposizione: come eri vestito, cosa dicevi, come ti muovevi, era sotto gli occhi di tutti. La scuola è un importante momento di visibilità pubblica, dove -cioè- non scegli tu chi ti guarda. Oggi resta solo il lavoro, ed è stupefacente il numero di relazioni (intendo dire sessuali) che si creano in quell'ambiente: Clinton è stato solo la punta dell'iceberg.
Credo che sia troppo poco.
Facciamo una vita che ci segrega, per questo abbiamo bisogno di un po' di esposizione, dove questo è consentito. Che ci resti solo il web e la discoteca è abbastanza triste... soprattutto per chi -come me- in discoteca non ci va.
Ma c'è un'altra riflessione, relativa al pudore. Concetto che potremmo declinare in “riservatezza”, e “privacy”, cioè: lasciare che le cose intime restino nascoste.
Ce l'hanno venduta come un diritto, ed anche importante, ma -secondo me- sono ben altri i diritti da difendere.
E la pubblica esposizione su Web di pensieri e cose personali lo dimostrano in modo clamoroso. Ma aggiungerei (come mi ha fatto capire un post di Roberto Venturini) anche il telefonino. Come non notare che la gente non ha nessun problema a parlare al telefono in pubblico ? Alla gente “normale” non crea gran problema che sconosciuti ascoltino quello che dicono al telefono. Casomai dà fastidio a chi ascolta, perchè lo distrae.
Ma chi l'ha detto che la privacy va difesa ? Ve lo dico io: quelli che hanno cose da nascondere, e -per fortuna- sono pochi, ma -per sfortuna- potenti.
1 commento:
Condivido la tua analisi dell'esibizionismo, per la ragione per cui la gente parla al telefonino di fatti personali ho invece l'impressione che questo sia il triste risultato del fatto che gli altri sono "trasparenti": una persona che non si conosce non esiste! e ora vado a dormire. Un abbraccio Elisa
PS, ma diamine, hai un sacco di blog. Forse ti sei sbagliato di carrièra, ti vedo molto avere un programma di "talk" notturno, più radiofonico che televisivo, non so pérche...
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