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martedì 24 agosto 2010

Stoccolma

La gara interna alla destra (Bossi, Fini, Berlusconi) serve per farci puntare tutti, su uno dei tre, cioè per portare voti a destra.

Una straordinaria operazione di marketing

Solo loro hanno i titoli dei giornali: quando verrà chiesto di scegliere, la gente avrà quei tre nomi in mente, non altri.


Schierarsi dall'altra parte, non è facile, sia per carenza di candidati "popolari" (cioè amati da molta gente), sia - si dice spesso - per carenza di linee politiche condivise, cioè un elenco di promesse agli elettori, che la destra (e Fini ne fa parte a pieno titolo) non possa scimmiottare.

Aspetta un momento... perché "condivise" ?

Mi sono fatto questa idea: come nella sindrome di Stoccolma, non ci accorgiamo che stiamo usando gli schemi mentali del nostro tiranno: chi l'ha detto che la maggioranza debba fare promesse agli elettori ?

La nostra costituzione esclude esplicitamente, per gli eletti, l'obbligo di mandato verso l'elettore, e tanto meno verso la sua maggioranza.
Il capo del governo ha il compito di scegliere la squadra di governo: che siano competenti, onesti, capaci, ma nel parlamento ognuno risponde solo alla propria coscienza.
Ed il capo del governo non risponde al Popolo, ma al Parlamento, e solo il Parlamento può sfiduciarlo.

Chi l'ha detto che i ministri si debbano dimettere, se non c'è la maggioranza sul processo breve ? Ve lo dico io: solo Berlusconi e i suoi servitori (una volta -chi si ricorda ?- si diceva lacché).

Ma come fare per ripristinare i concetti dei nostri Padri Fondatori ?
Mi sono fatto questa idea: solo la “moderazione” può vincere l'attuale supremazia della destra (uso il termine "destra" per abitudine, ma intendo dire: "coloro che hanno a cuore solo gli interessi immediati dei più agiati, e dei loro amichetti").

Provate a seguirmi...
Moderato è opposto di eccessivo
La democrazia deve essere moderata ?

Ad Atene il popolo deliberava in piazza, in riunioni di migliaia di persone, e vinceva chi arringava la folla, chi aveva maggiori qualità oratorie.
Oggi, in Italia, è lo stesso.
Stiamo imitando ciecamente quella forma di democrazia, ignorando decine di secoli di vicende umane.
Oggi la volontà popolare non può essere trasformata “tale e quale” in delega. E’ come se facessimo guidare l’areo ai passeggeri.

Non si può... è troppo complesso...
Occorre preparazione, conoscenza dei meccanismi, capacità di comunicare, e di prendere decisioni, ci vogliono sistemi di controllo, ci vogliono regole da rispettare.

Ecco, ci vuole moderazione

se posso… ci vuole anche amore

Chiunque sia mite, è moderato.
Mite è la pecora, cioè la maggior parte di noi.
Ma neanche la pecora ama farsi comandare da un pastore egoista bastardo
Anche se non ha le corna dell'ariete, quando ci sarà l'occasione un meritato spintone glielo darà.

Forza, pecore !

lunedì 9 agosto 2010

Febbre

Quando ci veniva, era d'obbligo restare a letto, ma se era forte, lo si faceva volentieri.

La febbre ti altera davvero.

Ed i sogni diventano prepotenti.
Di solito si ritraggono al primo cenno di risveglio... con la febbre padroneggiano.
Non è che siano diversi dal solito.
Il mondo dei sogni è pazzesco sempre, solo non ne teniamo ricordo.
Due mondi che non si intersecano.
E se lo fanno, lo fanno di nascosto.

Qual'è il tabù che devono rispettare ?
Quali sono i guardiani che li fermano, e che la febbre distrae ?

Nel sogno le cose accadono in modo non molto dissimile dalla realtà, e difatti sono molto realistici, ma seguono percorsi che anticipano, o aggirano la realtà

La legge che non rispettano, è quella del tempo.


Il sogno è anarchico di nascita
Leggi non ne conosce: ti spiattella di fronte le tue, di leggi, per deriderle, e farti capire quanto sono assurde.
Il sogno segue il senso
non rispetta le precedenze
Non si ferma agli stop
Sregolato
Indisciplinato
Irrispettoso


Il sogno di Luter King si è realizzato

Bisogna crederci
E' quello che manca tanto oggi
Un bel febbrone collettivo, che bene che ci farebbe !

martedì 27 luglio 2010

Creanza

Quando il vassoio con gli antipasti stava finendo il giro, qualcuno spesso sentenziava: "Beati gli ultimi, se i primi i ga creansa", sorridendo sconsolato, perché i bocconcini migliori si erano dileguati.
Oggi si compensa la mancanza di creanza con l'abbondanza, e difficilmente il vassoio si riesce a vuotarlo.

Strano termine la "Creanza", decisamente in disuso. Molto più usato il suo opposto: "Screanzato !"

Creanza sarebbe rispetto, pensare anche agli altri.
Creanza sarebbe anche moderazione, parsimonia nel prendere per sè, se gli altri non ne hanno.

Sembra di parlare di un'altro mondo, vero ?

Metti, ad esempio, i fatti accaduti l'altro giorno, alla "Love Parade" di Duisburg, in Germania.
Tutti ad schierarsi se le colpe fossero degli organizzatori, del comune, o delle forze dell'ordine.

Nessuno, mi pare, ha detto che: "spingere per entrare è da screanzato" ?
...
La folla fa l'elevamento a potenza, ma alla base, c'è la mancanza di creanza.
Uno spintone alla fermata dell'autobus è maleducazione.
Lo stesso gesto, moltiplicato per decine, centinaia di migliaia di persone, fa una strage.
Ma è lo stesso gesto.

Perché abbiamo rinunciato ai principi etici ?
Perché non riusciamo più a vedere che sta proprio lì l'inizio della fine ?
Perché ammiriamo chi prende per sè, e diventa l'uomo più ricco d'Italia ?

"Demonio scatenato" diceva un mio collega (che mi piacerebbe ri-incontrare) quando le cose andavano storte.
Forse lui lo zampino ce l'ha messo, e ridacchia dietro lo stemma rosso nero.


Sarà un caso...

mercoledì 14 luglio 2010

Errori

Si presentano come un problema, magari da punire... ma gli errori hanno anche tanti meriti.

Mi sono fatto questa idea: sono loro che consentono al nostro destino di realizzarsi.

Volete un esempio ? quanti di noi sono a questo mondo per un errore, il più inconfessato ? Forse qualcuno non lo sospetta neppure.

L'errore è una specie di distanza tra il pensiero e la realtà: perchè mai ci stupiamo se c'è ?

Un errore frequente, riguarda le percezioni.

Le distanze sembrano sempre più brevi di quanto non siano veramente, specie in montagna; il tempo che passa sembra scomparire improvvisamente, quando finisce nel passato; la persona di cui ci innamorammo, sembra essersi trasformata... tutti errori quasi inevitabili.

Lo scherzo: "Pesa di più un chilo di ferro, o un chilo di paglia ?" non è stupido: per quasi tutti sembra più pesante il chilo di ferro, perchè non percepiamo tanto il peso, quanto la densità.

Mi sono fatto questa idea: certi errori sono necessari. Ditemi, se avessimo una percezione esatta di quello che stiamo facendo, quanti di noi continuerebbero a farlo ?

La necessità dell'errore, è alla base dei meccanismi di comprensione della realtà. Vi ricordate il famoso "epsilon piccolo a piacere", su cui si base il calcolo differenziale ? Tutta la teoria si appoggia sull'accettazione di una inesattezza infinitesimale. Quell'inesattezza ci consente il salto dal discontinuo, alla immaginazione di uno spazio continuo, che sappiamo bene non esistere.
Paradossalmente, questa finzione è necessaria alla matematica che descrive il comportamento della natura.

Il mondo della politica non è da meno: Berlusconi forse è stato un errore di molti, ma chissà che ci abbia fatto capire qualcosa di buono.

martedì 22 giugno 2010

Respiro

In generale, io sono per l'uguaglianza, ma anche per la coerenza, così l'ugualianza cerco di applicarla senza distinzioni, anche sulle questioni più lievi, come il respiro...

Ad esempio, perché mai dovrebbe essere così importante proprio l'ultimo ?

Perdinci: tutti importanti allo stesso modo, dal primo all'ultimo !

Ma è così: l'essere involontario, ce lo fa trascurare ... come l'acqua, ci si accorge che serve solo quando manca.

Al respiro non facciamo gran caso.

Quando ci svegliamo, al mattino, neanche ci viene in mente che abbiamo respirato tutta la notte.


Il respiro - l'alito - fu sperimentato la prima volta sull'uomo al tempo della Genesi, ed ebbe subito un successone: l'omino di creta cominciò presto a fare il birichino, come Pinocchio. Da morire dal ridere !

Insomma, che una boccata d'ossigeno sia una botta di vita, nessun dubbio, ma se uno non c'è abituato, può dare stordimento.

Noi, probabilmente, non ci siamo ancora abituati, visti i comportamenti, un po' da inebetito...

Un esempio ?

In un paese, in cui nessuno si fa scrupolo di usare il cellulare in pubblico, c'è qualcuno che dice: "tutti sono preoccupati delle intercettazioni telefoniche".

E nel darne la notizia, nessuno precisa che probabilmente si tratta di un buffone...

Ora ditemelo: siamo o no inebetiti ?

mercoledì 2 giugno 2010

Legami

La prima cosa che fa Paola, appena sveglia, è chiamare.
I cuccioli sono sempre molto legati ai genitori.

Ma cos'è un legame ?

Qualcosa che "unisce" ?
Una connessione che contiene energia (o significati) ?

Prendiamo il legame tra due atomi in una molecola: è qualcosa che li fa stare in determinate posizioni ... riduce lo spazio delle possibilità.
Più forte è il legame, più improbabile -per i due atomi- allontanarsi.

Parlare di forza di legame, o di improbabilità dell'allontanamento, è la stessa cosa.

Immaginare un "ruolo attivo", di una forza che "tiene unito", è solo un modo di descrivere la vicinanza. Tirare in ballo le forze, è un vizio che -secondo me- converrebbe abbandonare.
La domanda successiva, infatti, diventa subito: "e che cos'è questa forza ?", e siamo daccapo... non abbiamo chiarito proprio nulla !

Pensate alla pallina della roulette, che gira attorno all'asse, ma non più di quanto il bordo le consenta. Se non vedessimo il bordo, inventeremmo una forza speciale, che agisce sulla pallina e l'attira verso l'asse. L'asse, in questo caso, non c'entra proprio nulla: è solo un luogo geometrico.

L'energia che passa nella connessione, è solo un modo di rappresentarci il vincolo.
Il significato che passa nella connessione, è solo un modo di escludere altri significati, ed allontanarci dal caos.

I legami sono utili:
  • L'ancora, è utile alla barca.
  • Un legame di parentela, può dare sicurezza.
  • Un contratto, è un legame alla base del commercio.
  • Un legame tra due concetti, può anche farci ridere.
  • Il matrimonio, beh, è lecito avere dei dubbi...
Ma il legame è legato al tempo. Ogni legame -prima o poi- scade, o si allenta, o si rompe.
L'improbabilità dell'allontanamento non vuol dire "mai".
E cosa c'è oltre il legame ?
Perché tentenniamo quando ci sarebbe da recidere un legame ?

Paura, vero ?Corsivo

Già, ma di cosa ? del Caos ? dello spazio di possibilità che si aprirebbe improvvisamente ?


Forse, quello più difficile da recidere è il legame con questa terra.
All'idea della morte ci ribelliamo, come se ci stessero togliendo un diritto acquisito.

Non ci sono diritti acquisiti, dovremmo saperlo bene: oggi basta un decreto legge...

sabato 22 maggio 2010

Rotazioni

Chi l'ha detto che il tempo non torna indietro ? Ho forti indizi che sia proprio il contrario.

Pensate ai giorni. Potremmo contarli se non ci fosse il ritorno sistematico di giorno e notte ? Prendete qualsiasi sistema di misura del tempo: che so, un pendolo. Se non tornasse sempre al punto di partenza, cosa conterebbe ?

Non si scappa, il tempo ha il vizio di ritornare al punto di partenza, anzi, è tutt'uno con il conteggio di quante volte ritorna.

Anche una clessidra non misura gran che, se non contiamo quante volte la rigiriamo. Prendiamo il cronometro più preciso - l'orologio atomico - non conta proprio delle oscillazioni ?

(mettete una lucciola su una giostra, di notte: vi sembrerà che oscilli. Una oscillazione è una rotazione, appiattita da un rullo compressore)

Il tempo sembra strettamente legato ad una qualche ciclicità, e - secondo me - una rotazione.

Nella misura delle altre dimensioni, si conta quante volte un regolo copre la distanza tra due punti. Il tempo invece misura quante volte un punto "ruota" rispetto ad un'altro.

La differenza rispetto alle altre 3 dimensioni, sembra stare nella sua natura oscillatoria.
Per questo tempo e musica stanno così vicine.
La materia dimostra le sue caratteristiche ondulatorie quando si muove, cioè quando tira in ballo il tempo (una particella ferma è estranea alla meccanica quantistica).

Mentre lo spazio potremmo immaginarlo sconfinato, la ciclicità è nella natura del tempo, anzi, questa ripetizione le è proprio necessaria per esistere.

Poi, sulla ciclicità del tempo, e della Storia, ci da ampia dimostrazione il governo nazionale: quando mette il bavaglio alla stampa, non sembra anche a voi che ritornino proprio "quei tempi" ?

lunedì 26 aprile 2010

Negativi

I numeri incuriosiscono Paola, che quest'anno andrà alle elementari, così noi abbiamo provato a spiegare le prime operazioni.
2 + 1 = 3 viene fatto con quello che si ha sotto mano: possono essere noci o mandaranci.
Che 2 più 1 faccia 3, è facile convincersi, contando le noci.
Subito dopo viene il 3 - 1 = 2: invece di mettere una noce, la si toglie.
La difficoltà di spiegare 2 - 3 = -1, si supera passando dalle noci (che richiederebbe l'introduzione delle anti-noci, o del "credito di noci"), alla scala graduata, ma Paola deve accettare di chiamare "negativi" i numeri sotto lo zero.
Ora, com'è noto, "negativo" ha una connotazione negativa, e sembra poco appropriata per dei numeri che non hanno fatto niente di male... ma grazie alla sconfinata fiducia che i bimbi hanno nei loro genitori, lo scoglio è superato.

Non sono andato oltre (a Paola voglio bene), ma ho provato ad immaginare cosa succederebbe con altre, semplici, operazioni.

Ad esempio, le moltiplicazioni sono facili con la scala graduata: 2 x 3 si fa con 2 quadretti verso destra, 3 verso l'alto, e viene fuori un rettangolo fatto proprio da 6 quadretti.

Rispetto alla somma, però, c'è una bella differenza; seguitemi...
2 noci più una noce fanno 3 noci; se avessimo fatto 2 noci + 1 mandarancio, venivano -che so- 3 frutti.
Se avessimo fatto 2 noci + 1 starnuto, sarebbe stato difficile dire cosa fa...

La somma ha senso se parliamo di oggetti uguali, o con qualcosa in comune.
La somma di numeri puri, è difficile da spiegare.

Sotto intendere (=nascondere) a cosa si riferiscono i numeri (come fa la matematica), è qualcosa di simile ad un imbroglio. Come quelle pubblicità che fanno di tutto per non farti capire dov'è la fregatura.

Nella moltiplicazione, i 2 lati che si moltiplicano per i 3 lati, intanto devono starsene ortogonali (con un punto in comune), e poi il risultato non sono lati, ma quadratini, cioè una "roba diversa"...

Direte: uno dei due fattori lo devi leggere come: "numero di volte".

Vero: la moltiplicazione può essere letta in due modi, o come ripetizione di un conteggio (conta 2, per 3 volte), o come sviluppo di una dimensione, su una dimensione ortogonale, ma in questo caso si forma qualcosa di diverso rispetto all'oggetto moltiplicato.
I due concetti a me sembrano molto diversi.

Ma provate ad applicare la tecnica del "numero di volte", con un fattore negativo... imbarazzante, vero ?

Per fare 2 x -3, bisogna prendere il -3 dalla parte prima dello zero (avevamo spergiurato che erano quelli i numeri "negativi"). Il risultato sono sempre 6 quardratini, ma, a quanto pare, negativi... sembrano del tutto simili a quelli che si ottengono con 2 x 3, ma quel benedetto zero gli porta male.

Vogliamo provare con -2 x -3 ?
Un gazzabuglio...
Come si fa a spiegare ad un animo puro, che il prodotto di due negativi è positivo ?

Qui ci vuole tanta immaginazione; anzi forse proprio lui, "i", il numero immaginario, che quando fa i quadrati, li fa negativi.

Eccesso di fantasia ?

Ma, ditemi, cos'è più vicino alla realtà: due numeri negativi che moltiplicati tra di loro danno un numero positivo, oppure proprio la "i", che -guarda caso- compare nelle equazioni della meccanica quantistica ... proprio quelle che descrivono così precisamente il comportamento della materia ?

Ma scusatemi la divagazione; in effetti l'intersezione più attuale tra matematica e fisica, è il principio di Conservazione Universale. Fa più o meno così: "per quante elezioni si facciano, i soliti privilegiati conserveranno i loro privilegi".
Gli anglosassoni, che sono dei precisini, li chiamano "Conservatori"..

mercoledì 21 aprile 2010

Distrazione

Una regola per scrivere bene, è quella di evitare le ripetizioni.
Per rispettarla, si usano i sinonimi.
Così, ad esempio, nei resoconti dei recenti battibecchi romani, invece di “Fini” trovi scritto: “la terza carica dello stato”.
La scelta del sinonimo è libera: uno avrebbe potuto dire: “il delfino di Almirante”, o “il fondatore di Alleanza Nazionale”. La cosa importante, è che si capisca bene di cosa si sta parlando.

Così, per fare un altro esempio, per certi furti nella Pubblica Amministrazione, si usa il termine: “peculato per distrazione.
Tanto si capisce...
In effetti è un sinonimo azzeccato: se il politico usa per sé (o per i suoi amici furbetti) del denaro pubblico, vuol dire che chi doveva controllare era distratto...

No ?