Stamattina, andando a prendere l'auto al parcheggio, incrocio una signora.
Gli sguardi si incontrano: non la conoscevo. "Buon giorno" dico io; mi sorride e risponde "Buon Natale".
Già, non ci stavo pensando, ma oggi è natale
Dopo la confusione dei preparativi, la cena, lo scambio dei regali, il Natale l'avevo proprio perso di vista.
Ma lui se ne sta lì, buono buono, dentro ognuno di noi.
E aspetta
Quando è il momento, ci fa sentire uguali.
Per via della fratellanza di specie.
Per via della nostra comune dipendenza dal processo per cui una donna mette al mondo un figlio.
Ecco: a me piace quel Natale lì
senza regali
senza riti
e senza rutti a fine abbuffata.
mercoledì 25 dicembre 2013
domenica 8 dicembre 2013
Porcelli
Perché poi scomodare il latino ? Si è capito subito che era una porcata.
Ora però pare che i saggi abbiano perso tutti i capelli a furia di grattarsi la testa, e -nonostante gli sforzi- il parto della riforma elettorale si faccia attendere.
Credo sia evidente che il premio di maggioranza non ha garantito governabilità... quello attuale, affidato a partiti antagonisti, lo dimostra.
Soluzioni alla francese portano a parlamenti molto sbilanciati in senso maggioritario.
Ma il punto, a mio parere, è il concetto di "maggioritario", che non va applicato all'elezione del parlamento, ma alla scelta dell'esecutivo.
Il parlamento deve rappresentare TUTTI gli italiani, e quindi non può che essere proporzionale.
Il parlamento deve rappresentare TUTTI gli italiani, e quindi non può che essere proporzionale.
Per il governo, invece, è ragionevole che "vinca il migliore":
Allora che si presentino dal capo dello stato più candidati (con già pronta la squadra di governo), e si faccia la conta dei voti in parlamento.
Si faccia pure anche il ballottaggio.
Chi vince governa, e resta in carica senza bisogno di continue verifiche sulla fiducia.
Decade dopo il rinnovo del parlamento, o se si presenta un diverso candidato, che lo sfida in parlamento (come se fosse un nuovo ballottaggio), e lo vince.
Mi è venuto in mente, che più della riforma della costituzione, occorrerebbero pillole di buon senso, ed iniezioni di onestà.
giovedì 5 dicembre 2013
Infinito
Quante
volte sembrerebbe non finire mai, e poi finisce.
Mi
sono fatto l'idea che l'infinito sia solo un'idea, una delle tante
idee sbagliate.
Con
la scusa che continua ad esserci qualcosa dopo, ci sentiamo esonerati dal
capire quanto manca alla fine.
Anche
con la relatività, chi di noi, all'inizio, non è
stato un po' scettico ?
- Accettiamo un limite massimo per la velocità, solo perché ci hanno spiegato che i regoli si accorciano, il tempo s'allunga, ed un sacco di altri scherzetti alla tira-molla, per cui magari uno crede di andare ancora più veloce, ma più della luce non ce la fa proprio.
E
se fosse così anche con l'infinito ?
Intendo
dire, che c'è un numero massimo, e non solo non riesci a fare +1, ma
quando tenti di avvicinarti, succedono strani scherzetti, e la somma
è un po' meno degli addendi...
Come
per la relatività, che a velocità normali non te ne accorgi, così
con i numeri “normali” questo non si verifica, ma per certi
numeri, quelli proprio enormi, magari si verifica...
D'altronde
verso il basso, non è che sia possibile dividere all'infinito: dopo
un po' arrivi alle particelle elementari, che le hanno affettate a
destra e sinistra, ma si direbbe che siamo abbastanza vicini al
capolinea.
Parlando
di numeri grandi, bisognerebbe capire se le operazioni che conosciamo
continuano a funzionare. Però, se il numero è veramente grande, ci
potrebbero essere dei problemi proprio a farlo il calcolo. E se il
calcolo non lo si riesce a fare, come si fa a dire che funziona come per i numeri normali ?
Il
bello è che se scoprissimo che esiste proprio un numero massimo, che
più alto non si può, sarebbe la fine per tutto il castello
dell'algebra moderna, che poggia sul concetto di infinito, come se
fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ma tutto finisce, per fortuna, anche Berlusconi
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