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sabato 21 settembre 2013

Prodigo



Quella del figliol prodigo, è proprio difficile.
Sarà per quella parola insolita ("prodigo") ...

= prodigioso ? tutti i figli fanno prodigiosi agli occhi dei genitori (specie quando i genitori ne parlano, sperando di suscitare invidia)

no, no: un figlio così stupido da perdere tutte le sue ricchezze,  non era certo "prodigioso"..

"Prodigo" sarebbe uno che elargisce.
Se poi resta al verde, pochi gliene farebbero una colpa.

La storiella finisce con il papà che festeggia, come nelle migliori fiabe
(ma se ha speso tutto, cosa c'era da festeggiare tanto ?)

Dice: "Si è pentito"... macché, ha finito i soldi !
Dice: "E' tornato a casa"... vabbé, giusto il tempo di rifare scorta.
Dice: "Quello che sbaglia è il fratello, che si lagna"... legittima difesa, no ?

Insomma, io non la capivo.

Fino a l'altro ieri, quando una signora, su "Prima pagina" (RAI3) ha dato la sua interpretazione.

Le parabole non avrebbero finalità morali, e descrivono quello che accade, non quello che è giusto, o sbagliato.  Sarebbe un genere letterario che ha lo scopo di far rivivere delle emozioni, e darcene consapevolezza.

Insomma, quella che oggi chiameremmo: "intelligenza emotiva".

Io però, non mi sono fermato là, e sono partito per la tangente, per via della "parabola".

Che sarebbe un modo di affettare un cono.
Se lo tagli orizzontalmente, ti viene un cerchio; se vai storto un'ellisse, e se inclini ancora, eccola qua, la parabola.

Un cono, però, se non gli diamo vincoli (base, vertice) è infinito, e continua verso il basso, e anche  -oltre il vertice- verso l'alto, con un cono capovolto.

E proprio lì, quando tagli bello dritto, compare una seconda curva, come il secondo arcobaleno, dopo certi temporali.

Quasi una seconda parabola, esattamente opposta.

Direte: "cosa c'entra ?"
Anche le parabole del vangelo le puoi leggere al contrario.
Perché quando dici "generoso", hai anche l'idea di "avaro".
Quando dici "felice", hai anche l'idea di triste, e così via.

E "prodigo" ?
Lì, prodigo intendeva: spendaccione.
L'opposto sarebbe parsimonioso, un tantino avaro.
Perché ?
Come la formica, per .. il futuro
Il prodigo, cicala, pensa ad adesso
Il suo opposto, la formica, pensa al futuro

Ma il futuro non ci appartiene
Ce lo dice in mille modi: "guardate i gigli del campo"
Come dire: "se lo fa spontaneamente un vegetale, come mai te proprio non ci arrivi ?"

La festa, a pensarci bene, è perché uno almeno se l'è goduta, e cosa c'è di meglio di continuare la festa ?

A Monti si drizzerebbero capelli.


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