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mercoledì 25 aprile 2012

Bela ciao



Questo l'ha scritto Paola, qualche giorno fa. Per passare il tempo, a scuola, durante un'ora passata in una classe che non era la sua.  La sua maestra era malata, e l'organico disponibile non consentiva l'organizzazione di una supplenza.

Chissà come mai le è venuta in mente proprio questa canzoncina.
Forse a Paola questo partigiano, morto per la libertà, sta simpatico.
Forse è ben lontana dal pensare che si trattava anche della sua, di libertà.

Oggi, alla radio, hanno letto delle lettere di partigiani, scritte poco prima di morire.
Poco prima di morire per la libertà mia, per la libertà della Paola, e anche per la tua, che mi stai leggendo.

Tanto diverse tra di loro, queste lettere, ma tutte uguali per un dettaglio: una persona a cui scrivere, a cui si è legati da un sentimento forte, a cui è difficile spiegare perché ha senso morire per la libertà di qualcun'altro.

Che poi, magari, ne farà un uso trasandato.

Per me, libertà, è pensare con la propria testa
dire quello che si pensa
non trovare strade sbarrate
poter lavorare
poter studiare
avere cure quando siamo malati
avere assistenza quando siamo vecchi, e non possiamo badare a noi stessi

è un'organizzazione sociale umana, ragionevole e rispettosa.
Per il partigiano, era chiaro quale fosse l'ostacolo al buon governo.
Oggi lo è molto meno



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