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lunedì 18 maggio 2009

Violenza gratuita




Nel dare la notizia, di quel bambino che aveva torturato il cane, alla radio, hanno riferito il capo d'imputazione “violenza gratuita”.

Quante cose mi sono venute in mente... ve ne racconto qualcuna.

Quand'ero adolescente, diciamo: prima media, c'era uno scherzo che i bambini più grandi facevano a quelli piccoli. Inseguivano il malcapitato, finché non lo acchiappavano, e atterrato, giù una botta, proprio lì, dove ai ragazzi fa più male. Ricordo che lo scherzo era fatto anche all'insaputa, con l'ombrello, da dietro, infilando il manico tra le gambe dello sventurato, e dando un tirone. Lo scherzo era ripetuto finché il tapino non capiva che i propri testicoli andavano difesi a tutti i costi, e allora era diventato grande.

Violenza.... gratuita ?

Cosa intendeva dire il legislatore ? E' il fatto di essere senza tornaconto, che rende illecita la violenza ?

E mi vengono in mente i camion stipati di animali da macello, che sorpassavo sempre sulla tangenziale di Mestre (loro fermi in coda, sotto il sole, noi a sfrecciare con l'aria condizionata).
Chi di noi avrebbe il coraggio di macellare uno solo di quegli animali ?

Già, ma quella non è gratuita, di violenza, è un mestiere.

L'ipocrisia, sul tema della violenza, si spreca: sono il primo a magnificare un buon insaccato.

Ma tornando alla violenza gratuita, mi è venuto in mente che anch'io, che pure mi considero un mite, da piccolo ho carbonizzato formiche, concentrando con una lente la luce del sole, ed ho staccato la testa a mosche, per vedere l'orrendo spettacolo che continuano a volare, anche senza testa.


Cosa passava per la mia testa di adolescente ?

Certo, non mi immedesimavo in quegli animaletti (non è comunque un esercizio tanto facile neppure adesso). Direi che non partecipavo ad una loro possibile sofferenza. E questo credo che sia una cosa comune alla maggior parte di coloro che fanno soffrire altri individui, o di chi spiaccica la zanzara che si vorrebbe cibare del suo sangue.

Non credo provi empatia chi usa ordigni al fosforo.
Neanche chi arma il veivolo.
Neanche chi fabbrica il materiale esplosivo.
Neanche chi fa il revisore dei conti dell'azienda produttrice.

L'orrore della violenza, che credevamo di aver soffocato, emerge in momenti inaspettati, quando arriva la notizia del bambino che impicca il cagnetto, o negli incubi notturni.

E ogni volta, mi fa emergere dubbi di complicità.

domenica 17 maggio 2009

Scuole di canto

Quando mia figlia è contenta, lo si capisce subito, perché canta. In questo periodo la preferita fa: “C'era un ragasso, che come me, cantava i bitol e i rolli sto”. L'ha sentita qualche settimana fa, da una vecchia musicassetta. Forse la voce della signora Baez, forse quel “ratta tatta ta tara ratta ta”, ma è rimasta come rapita, ed ha voluto sapere tutto delle parole.
Cosa rappresenta una canzone, per una bimba di 4 anni e mezzo, io proprio non lo so.

Per certo a me, ed a tanti, la musica dà veramente tanto.

Quando piace, la musica la senti giusta, come lo sbadiglio quando hai sonno: dopo lo sbadiglio dormi meglio, dopo la musica, vivi meglio.

La musica serve a tutti, ed è per forza di tutti. Avete mai sentito qualcuno, dal palco, dire: “Guai se la cantate anche voi”: casomai il contrario, e se tutti la cantano con lui, è straordinariamente bello.
...altro che diritto d'autore. Io penso che il denaro ci stia trascinando in una perversione sconfinata. Abbiamo a pagamento la musica, l'acqua, tra un po', vedrete, ma davvero, anche l'aria. La perversione, è che ci sembrerà normale, come adesso la musica e l'acqua.

Secondo me (so di essere ingenuo) in qualche modo la Comunità si dovrebbe preoccupare di sostenere chi ha talento musicale, perché se lo coltiva, va bene a tutti, ma non vedo perché ne dovrebbero beneficiare gli eredi: magari sono pure stonati.

Ma vorrei tornare a questo mistero della musica, così futile, così immateriale, e così importante per la nostra vita.

Cosa succede, dentro di noi, che ci fa piacere ?

Chi ha letto altri miei post, sa che sul tema sono un fissato.. ma la mia idea ve la devo proprio dire (ovviamente potete smettere di leggere)...
beh, per me, il piacere della musica è strettamente legato al tempo, ed esattamente alla giustezza del tempo.

Provo a spiegarmi meglio: in un brano musicale, non c'è solo il tempo del ritmo, o quello più lungo delle strofe musicali: i suoni sono vibrazioni che si distinguono per il tempo che caratterizza l'oscillazione.

In una canzone si intersecano tempi scansionati in una moltitudine di regolarità, e tutti vengono riverberati dentro di noi.
Grazie a queste regolarità, che la nostra mente recepisce bene, la musica dà -al tempo che scorre- un senso inspiegabile.

La musica rende tangibile il tempo, ne scova la giustezza, e collega questa giustezza all'esperienza della vita... specie se, con la musica, ci sono parole.
E' come se la musica riuscisse a isolare, nella nostra vita, qualcosa di giusto... a chi, questo, non fa piacere ?

Una canzone stonata, una stecca in un brano, distruggono il senso di giustezza, e risultano sgradite.

Ma cos'è questa giustezza ?
Penso che il senso della giustezza sia come gli aminoacidi delle nostre proteine: siamo fatti così, c'è poco da spiegare: con poche variazioni, il senso della giustezza è uguale per tutti, come le sequenze di aminoacidi.

Ma lasciatemi fare una domanda... secondo voi, tra Giustezza e Giustizia, qual'è la distanza nello spazio dei significati ?

Entrambe, secondo me, non possono essere spiegate.
Entrambe, secondo me, non possono sottostare alle leggi dell'economia. Penso che se ci trovate uno specifico tornaconto, nell'adozione dei Principi etici di Giustizia, io credo sia stato inventato apposta, per farli digerire agli economisti.
Entrambe, secondo me, sono universali: come il senso della giustezza, anche la giustizia, è uguale per tutti, e per questo che anche la Legge dovrebbe esserlo.

Peccato che da noi, in Parlamento, qualcuno si ostini a suonare solo per sé stesso.
Le leggi le chiama “lodo”, così si capisce meno che hanno a che fare con la Giustizia...
La cosa strana, è che nessuno fa più di tanto caso alle stonature: forse perché ci sono altri, nell'orchestra dell'opposizione, che magari suonano anche peggio di lui.

Io sento una gran mancanza di scuole di canto... e voi ?

domenica 3 maggio 2009

Necessario

Ieri osservavo una rana in uno stagno. Teneva fuori dal pelo dell'acqua appena gli occhi e le due narici. Dopo la metamorfosi da girino - mi avevano spiegato a scuola - le rane perdono le branchie, e per respirare devono uscire dall'acqua. La rana che stavo osservando non aveva nessuna intenzione di uscire dall'acqua, ma le era necessario respirare.

Necessario

E' necessario quello che serve . . . e c'è poco da discutere, quando qualcosa è necessario, non puoi fare a meno. Se per vincere è necessario partecipare, non ci sono alternative: se non partecipi non puoi vincere.
Il senso della necessità lo impariamo: un po' l'esperienza, un po' l'istinto, un po' l'educazione.
Se uno ha un senso profondo della necessità, può apparire un eroe, uno che sacrifica sé stesso, invece non aveva alternative... solo che a lui era chiaro che non c'erano alternative, agli altri no. O non in modo così netto.

La necessità ha a che fare con la conoscenza delle regole del gioco. Una rana stupida potrebbe credere che può stare sott'acqua all'infinito, ed è forse un'intelligenza molto molto profonda, che la spinge ad emergere, almeno con le narici.
Io però non credo che la rana conosca le regole della respirazione, così temo che anche per noi il senso di necessità abbia poco a che fare con la consapevolezza.
E forse tante cose che riteniamo necessarie, non lo sono affatto.