Ecce ancilla domini. Un atto di sottomissione ? ...Sottomettersi … è come dire: mettersi sotto.. chi guarda non vede te, ma quello che ti sta sopra... è lui che comanda. Domina, o, più semplicemente, guida ?
Nell'atto di “mettersi sotto”, l'attore è chi sceglie di farsi sottomesso. Perché dovrebbe farlo ?
Capita, in certe gite in montagna, con comitive numerose, che si faccia un po' fatica a prendere le decisioni: “andiamo sul ghiacciaio, o ci fermiamo al rifugio” ?
Se c'è un leader, decide lui. Se è bravo, lascia che sembri che siate voi a decidere.
Se è bravo, ti sta bene che sia lui a decidere.
Se non è bravo, la comitiva si disfa, e la gita non si ripete, finché non si trova un altro più bravo.
Ciao, sembra voglia dire “sciavo vostro”: semrava un saluto, invece è ancora un atto di sottomissione...
Chi si mette al servizio di qualcun altro, in genere si aspetta qualcosa in cambio. Mangiare, essere protetto, nei tempi antichi. Oggi si monetizza tutto, ma in fondo è la la stessa cosa: il denaro, di per sé, non è particolarmente utile, ma viene scambiato facilmente con altre cose.
Essere sottomessi -credo- vada riscoperto, come vada approfondita la dialettica tra chi guida e chi è guidato, e vadano anche ridefinite le regole di avvicendamento di chi sta alla guida, ed i diritti di chi è guidato, ed i doveri di chi guida.
Con una serie di regole ragionevoli, la sottomissione non pesa. A voi pesa essere sottomessi alle leggi della fisica ? Me ne faccio una ragione, e smetto di fare i 150 sul bagnato...
Ma lasciatemi sconfinare su un'altra categoria di leggi naturali, legate alla procreazione, per cui siamo distinti in maschio e femmina.
La festa della donna è passata, così non rischio di fare il guastafeste. Ma mi chiedevo in che misura la parità tra uomo e donna, sia segno di civiltà, o retaggio ideologico.
Parlo di una ideologia “della liberazione dall'oppressione”, ineccepibile e razionale, ma evidentemente fallace (visti i risultati), della quale ancora stento a capire la possibile evoluzione.
Aspettate un attimo a spararmi addosso... voglio dire che si è cercato il rimedio alla disparità, con la parità, ma oggi dovremmo apprezzare il valore della diversità...
Forse si è cercato di risolvere il problema dello sfruttamento, con una soluzione semplice e applicabile universalmente: "siamo tutti uguali"... una specie di principio di conservazione della quantità di moto, ma tutto da dimostrare.
Come dire: “siamo tutti ricchi”, oppure: “siamo tutti belli”
... non è mica così...
E neanche possibile. Magari non sarebbe poi neanche così divertente
Non dico che uno brutto debba essere perseguitato, ma neanche farci più di tanto caso, o pretendere di essere considerato bello...
Ma più che dire qualcosa dei questa diversità, vorrei tornare alla sottomissione, che sento essere un terreno insidiosissimo. Ma solo per chiedermi se questa sia necessariamente un male da debellare, o solo un tabù.
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