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venerdì 7 novembre 2008

Perdere

Che bello vedere Obama e Mc Cain riconoscersi l'onore delle armi: “Sei stato il mio avversario, adesso sei il mio presidente”


Fair play


Non è un caso se è così difficile tradurre questo termine. Noi siamo quelli che spargevano il sale sulle rovine di Cartagine, ed il nemico catturato fuggitivo lo abbiamo impiccato a testa in giù.


Vincere e perdere sono per noi sempre pieni di rancore, e mi sono chiesto come mai nella cultura americana sembra essere così diverso.

Vien da dire che Mc Cain, con l'esperienza del Vietnam alle spalle, sa che la sconfitta è meglio riconoscerla rapidamente, ma è un ragionamento troppo semplicistico.


Perdere è qualcosa difficilmente slegabile dall' “adesso”. Intendo dire, che se sono certo che perderò, in pratica ho perso già adesso. Se avevo perso una cosa, e poi l'ho ritrovata, è inesatto dire che l'ho persa. Perdere si riferisce ad ora; la sofferenza e la rabbia della perdita sono “adesso”.


Tutto cambia se vediamo le cose in un arco di tempo più lungo. “bisogna saper perdere” diceva una canzone di Caterina Caselli, e poi completava “non sempre si può vincere”: cioè “hai vinto che basta, ora accetta anche un po' di sconfitta”.


Il fairplay che viene insegnato ai ragazzi sportivi significa “in questa partita puoi vincere o perdere, ma il bello è giocare, il campionato è lungo e ci sono molte possibilità”. Le regole del gioco sono poi un ingrediente essenziale: devono garantire la possibilità di avvicendamento tra sconfitto e vincitore. Nessun vincitore, sapendo che prima o poi perderà, ha interesse a sovrastare l'avversario.


Mi vengono in mente quegli animali che lottano, e chi soccombe si getta a terra mostrando la vena giugulare come per dire: “Ormai sei in condizione di uccidermi, pensaci bene se ti conviene”.  La diluizione nella dimensione tempo serve a smorzare l'eccitazione del momento.


Poi, nel caso della lotta per la presidenza USA, la chiave del fair play è stato, secondo me, lo spostamento di “campo”: dalla partita tra loro due, sono passati alla partita tra gli USA ed il resto del mondo: “Da noi nulla è impossibile”, come per dire: “Voglio vedere chi è capace di fare come noi, siamo i migliori”... in quella sfida, se vincono, vincono tutti gli americani.


E chi ci perde ? Beh, che la Casa bianca, sia un po' meno bianca, io credo non ci perda nessuno, e spero che nessuna multinazionale di detersivi venga a proporci il candeggio.

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