Aveva appena piovuto.
La macchina era parcheggiata poco distante.
Dai giardini a fianco, giungevano odori intensi...
forse fiori, ma appassiti dalla pioggia; anche odore di terra, o di certe cortecce bagnate.
Odori familiari, ma che noti di rado, solo quando l'acqua dal cielo ha fatto pulizia.
Decisi di prolungare la passeggiata.
Mi concentrai sulle sensazioni suscitate da quegli odori
Avrei voluto riconoscere le piante, ma non è affatto facile
C'era, ad esempio, anche l'odore di una cantina,
e quello della spazzatura del sacchetto, pronta per la raccolta del giorno dopo.
Qualcuno aveva lavato il pavimento mettendo della varecchinna nel secchio.
Da qualche parte avevano cucinato una minestra.
Sentivo anche, da finestre spalancate al fresco della serata estiva, voci che dicutevano,
asserivano...
chiamavano.
Gli alberi dei giardini, grati per la pioggia, ascoltavano muti, ma di certo ascoltavano.
Ed io, ascoltando con loro, ero come fratello.
Finché non è passata un'automobile.
Il suo rumore ha coperto tutto il resto, lasciando una scia persistente di odori di combustione, che per un po' l'hanno fatta da padroni.
Sono tornato alla mia, di automobile, e sono ripartito.
"Chissà" mi sono chiesto "se mai un giorno sarà considerato un diritto, l'ascoltare profuni, e rumori, e sarà considerata prepotenza l'uso dell'automobile,
come oggi il fumo passivo".
Nessun commento:
Posta un commento