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sabato 3 dicembre 2011

Sacrifizi

Adesso ce li chiedono in coro, come se fosse: “solo per questa volta”

… ma i sacrifici hanno accompagnato tutta la nostra storia

…e, francamente, non hanno mai portato fortuna.


Ricordate Caino ed Abele ? L’istinto omicida è scattato dopo dei sacrifici.

Quello di Caino sembrava sgradito al Cielo.

Abele comunque bruciava animali, mentre Caino solo fascine... oggi si direbbe: “concorrenza sleale”. Il sacrificio, Abele, lo faceva fare alla bestia, mica lo faceva lui


Nei sacrifici, di solito, chi si sacrifica è vittima, spesso inconsapevole, il più delle volte, inutile.


Quelli di Monti, sono sacrifici per il Dio Finanza.

Che, indubbiamente, è un Dio cattivo, e temo resterà insoddisfatto…

…e chissà se dovremo vedere ancora gli effetti dell’istinto di Caino.


Io credo sia sbagliato focalizzare sui sacrifici.


Mi sono fatto questa idea: fare sacrifici, costretti dalla paura, è una situazione da evitare, che porta solo altre disgrazie.


Basta con i sacrifici: abroghiamo la parola !

Ci sarà bene, nelle possibilità future, qualcosa di interessante, che giustifica la “colletta collettiva” che saremo chiamati a fare…

Ci dicessero di essere contenti e soddisfatti, non sarebbe meglio ? Ci aiutassero ad essere veramente più contenti, e soddisfatti, svegliandoci dall'ipnosi collettiva del consumismo, non sarebbe bello ?


Facciamo una festa, vogliamoci più bene, smettiamo di fare gli stupidi


Andrà tutto meglio

3 commenti:

Elena ha detto...

Ciao, interessante punto di vista. Vorrei però focalizzare l'attenzione su un concetto fondamentale: GEN 4:3-5 dice:"Caino portava dei frutti del suolo come offerta" mentre "Abele da parte sua portava i primogeniti del suo gregge, perfino alcuni pezzi grassi".
Ora non credo che Dio disprezzi la verdura. (dopo tutto l'ha fatta lui)
Però, visto che sacrificio significa rinuncia di qualcosa in favore di un altro, la portata di tale rinuncia è indicativa di quanto tieni all'altro.
Mi pare proprio che il sacrificio di Abele sia stato maggiore, non tanto perché lo ha dovuto rincorrere, quanto per la scelta dei capi migliori, cosa che Caino non ha fatto.
E dopo aver fatto il minimo indispensabile si è pure ingelosito perché il fratello ha fatto più di lui e quindi era più apprezzato...
E' la gelosia il problema... e anche la società che insegna che puoi avere tutto senza fatica e subito.
Il punto credo non è non fare più sacrifici (che tra l'altro sono indice di amore per il prossimo)ma che c'è chi si rifiuta di farne e costringe altri al posto suo...
Tatolina

Roberto Montanari ha detto...

Che piacere leggerti, Elena.
Certamente la tua interpretazione della narrazione biblica è più rispettosa del sentire dell'epoca, dato che il pensiero animalista era sconosciuto(mi è piaciuta l'immagine di Abele che rincorre il vitello grasso, e confesso che ho tifato per il secondo).

A me ha sempre stupito questa diffusione della pratica dei sacrifici, in tutte le culture antiche, e sono terrorizzato dal sospetto che delle tracce siano tuttora presenti nella cultura contemporanea.
Le scritture, che iniziano con un equilibrio purissimo tra tutte le manifestazioni del creato, solo con la cacciata dall'Eden sviluppano la necessità dei sacrifici, come cosa apparentemente gradita al Creatore.

Nel racconto di Abele e Caino, c'è senza dubbio il sentimento dell'invidia, e l'occasione è il sacrificio. Posso concordare con te che Caino si è sacrificato di meno, ma qui la follia è la competizione. Quello che fa emergere i cattivi sentimenti, è l'ingiustizia di doversi sacrificare.

Nel racconto biblico, si manifesta malvagio quello che - apparentemente - si è sacrificato meno. Ma era agricoltore... come avrebbe potuto sacrificare una giumenta ?
Oggi si direbbe che, tra i due, era il meno abbiente.

Oggi, i sacrifici richiesti dalla manovra economica non sono proporzionati. Per i meno abbienti, sono sacrifici molto onerosi.
Non credo che questa gente nutra sentimenti di rassegnazione.
Sono curioso di vedere come si esprimerà, nell'urna, tra poche settimane.

Elena ha detto...

Ciao,hai ragione la follia è la competizione e mi pare che si faccia troppa attenzione a quanto uno possiede e troppa poca a quanto uno è GENEROSO. Concordo sul fatto che Caino poveretto una giumenta faceva fatica a trovarla (a meno che non la rubasse meno grave dell'omicidio, certo, ma pur sempre sbagliato) ma c'è differenza tra "dei frutti della terra" e "le primizie del suo povero orto"; non per niente Gesù parlando di una vecchina che offre due monetine nel tempio e viene derisa per l'offerta irrisoria, dice "ella ha dato più di tutti perché pur nella ristrettezza ha dato ciò che aveva".
Non è questione di dimensioni...
Il sacrificio poi non ha sempre e solo connotazione negativa.
Io mi sacrifico volentieri per le persone a cui voglio bene, tu no?
Non credo che chiunque venga eletto cambi molto le cose.
I sacrifici che siamo costretti a compiere ora sono indice di quanto stiamo a cuore a chi ci governa e soprattutto di quanto hanno pensato a noi nel passato (più grande è il buco e più ci vuole per scavarlo)e la sproporzione di cui parli dimostra chiaramente che amano più i privilegi che il nostro benessere.
Ma non ce l'ho con loro nonostante tutto perché se sono dove sono è anche colpa nostra.
Caino, l'errore più grande comunque l'ha fatto non quando non ha dato le cose migliori che aveva ma quando ha lasciato che i cattivi sentimenti che sono nel cuore di tutti, sin dall'alba dei tempi emergessero, facendogli compiere quel primo omicidio.
Chi fa del male ad altri in qualunque modo o per qualunque ragione sbaglia.
E male genera male.
Io avrei chiesto una vacca in cambio di una fornitura di ortaggi, avrei dato inizio al primo baratto della storia e chissà ora sulle banconote ci sarebbe la mia foto!