L'inizio sarebbe “La luce fu”. Uno capisce che prima c'era il buio. Cioè: se anche ci fosse stato qualcosa, non lo vedevi.. come dire: una gran confusione...
A tante persone, specie i bambini, il buio fa paura. Percepiscono come una minaccia, un'incognita, un rischio. Uno dei primi neologismi coniati da mia figlia, riguardava gli occhi del lupo nella favola di Cappuccetto Rosso. Per lei erano “buiosi”, cioè suscitavano le stesse emozioni che suscita il buio.
A me personalmente il buio piace. Se mi capita di alzarmi di notte, mi piace cercare di orientarmi al buio. So che una volta mi prenderò uno spigolo sul muso, ma è più forte di me, come se volessi prepararmi al buio che verrà.
Ma, evidentemente, è questione di gusti. Di sicuro “fare luce” è sinonimo di comprensione, conoscenza, così nel buio resta l'incognito, il mistero, ed è normale cercare di ripristinare in fretta l'illuminazione.
Quando viene la sera, gli uomini andavano a dormire, come tutti gli altri animali... salvo alcuni predatori, molto sicuri del fatto loro, che preferiscono il buio per sopraffare meglio le loro vittime. Bestie da cui è meglio stare lontani. Io penso che tanta vita notturna non ci sarebbe senza l'illuminazione elettrica. Se volessimo far chiudere le discoteche alle 2 di notte, basterebbe sospendere a quell'ora l'erogazione dell'energia elettrica: fine del surrogato del sole, fine della musica, fine della festa, tutti a nanna.
Penso che la luce artificiale sia uno dei segni del potere dell'uomo, e lo abbia reso un po' troppo arrogante.
Ma torniamo al buio, ed alle sue emozioni. Qualcosa spesso associato al silenzio: la privazione del suono. A me capita talvolta di dormire in una casa isolata, e devo dire che lì il sonno è 100 volte più ristoratore. Io credo che al rumore che ci circonda crediamo di esserci assuefatti, perché non lo notiamo più, ma invece ci disturba, e ci fa più cattivi. Ricordo i primi giorni passati in una casa situata adiacente una strada di grande traffico. La prima notte, il rumore disturbava, la seconda notte ho dormito, il sabato, alle 2 di notte mi sono svegliato di soprassalto: “Come mai questo silenzio ?”: ah, era sabato, non passavano i TIR....
Abbiamo bisogno di un po' di buio, e di silenzio.
Così il “fiat lux” ci lascia un po' di rimpianto di quello che c'era prima. Ma la cosa che mi turba di più di quell'incipit, e che se prima mancava la luce, ed ogni cosa era come se non ci fosse, però il tempo, quello c'era. Le scritture ci parlano dell'inizio della luce, non dell'inizio del tempo. Anche quando i cosmologi ci parlano del “big bang”, viene subito da chiedersi “e prima ?”. Stentiamo a immaginare un muro nel tempo, e ci piace immaginarlo infinito nelle due direzioni.
Ma è veramente così ? Esiste un “buio” del tempo ?
Trovo affascinante quel brano dei vangeli apocrifi, dove si descrive la sospensione del tempo che sarebbe accaduta alla nascita di Gesù: tutto restava immobile, perché una cosa straordinaria stava accadendo. In quel momento i movimenti erano impediti (le leggi di Newton valevano perfettamente: niente tempo, niente moto), ma gli angeli glorificavano, e quello che doveva manifestarsi lo faceva senza problemi.
Come nei sogni, che non puoi muoverti, ma il pensiero continua, non senza una sensazione di terrore.
Credo che sia proprio il pensiero che può andare oltre il buio del tempo, che però c'è, eccome, e -per quel che mi riguarda- credo non si farà attendere troppi anni ancora.
Un abbraccio a tutti