In questi tempi di olimpiadi, l'argomento dovrebbe essere di attualità, invece nessuno che ce lo ricorda:
"Gli utimi saranno i primi"
Potrebbe sembrare una eccezionale occasione per gli ultimi... con poco sforzo salgono sul podio.
E invece no, perchè appena sono saliti -colpo di scena- non sono più gli ultimi, e riprecipitano in coda.
Una specie di gioco dell'oca.
Così nessuno vorrà essere proprio l'ultimo, ma neppure il primo.
Penso che molti filosofi si siano cimentati con questo paradosso, prima di arrivare al famoso "in media stat virtus". Motto ben recepito da Berlusconi, che in effetti con i media s'è dato da fare, e mi pare siano tutt'ora la sua fortuna.
Come si può vedere, la regoletta dell'inversione delle graduatorie è ricca di retroscena... Sovversione totale dei principi dell'agonismo (qualcuno mi può spiegare, per favore, come mai quella parola è così simile ad "agonia" ?).
A questo punto, uno si potrebbe chiedere "Perchè correre ?".
Sotto sotto, c'è un grande senso di vacuità, che sa da paesi caldi, o di deserto del Qoelet. Ma non c'è fatalismo, piuttosto una sorprendente, cristallina razionalità... riflettiamo un'attimo: perché fare ?
Il fare è una delle malattie della nostra civiltà. Il fare inutile potrebbe rivelarsi la nostra condanna. Vi faccio un solo esempio:
L'altro giorno mia figlia mi ha mostrato dei pupazzetti con cui giocava. Piccole sagome di plastica colorata. Guardanoli bene, si vedeva che erano colorati a mano. Ne aveva 4 di uguali, ed ovviamente, guardati da vicino erano ben diversi, proprio perchè fatti a mano. Credo fossero un omaggio di qualche prodotto da supermercato.
Immagino che oggetti così piccoli siano stati dipinti da bambini, in qualche laboratorio all'estero.
Pensandoci bene, io ho pagato quei bambini
Ma non era quella la mia volontà
Io non volevo che quei bambini perdessero la giornata per dipingere quei pupazzetti, avrei sicuramente preferito che giocassero...
Quella piccolissima frazione di euro che io ho pagato, e che è andata a finire per pagare il loro lavoro, gliel'vrei data volentieri lo stesso...
A me non servono 4 esemplari unici di pupazzetti colorati. Anche mia figlia poteva farne tranquillamente a meno.
Finiranno nell'immondizia tra poco tempo. Neppure riciclabili.
Questo è un esempio della stupidità del fare, ma ne potremmo trovare tantissimi.
Un mio ex capo, che stimo molto, una volta mi sorprese dicendomi: "Guardi Montanari, che qui da noi la bravura è non fare ...". Era da poco il mio capo. Devo precisare che la mia professione è l'informatica, e che se noi facessimo tutto quello che i nostri utenti ci chiedono, dilapideremmo rapidamente l'azienda per cui lavoriamo. Io invece ero ancora sul modello "primo della classe", è quell'indicazione all'inizio mi suonò da sabotaggio industriale, ma dopo mi aprì un po' gli occhi.
Come coi bambini, bisogna saper dire di no. Per il loro bene.
Alla fine, "i primi saranno gli ultimi" mi ha portato al concetto di rinuncia: ad essere il primo, ad avere più degli altri, per un principio di "buona educazione", cioè una regola di base della convivenza.
Potenza delle parole...
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