Questa è la storia di un pesce palla
vero campione nel restare a galla
aveva qualche difficoltà
solo nei tuffi in profondità.
La storia comincia in un piccolo stagno, un giorno di primavera, con ninfee e farfalle sul pelo dell'acqua.
Il sole di mezzogiorno scaldava il nostro pesciolino, nato da poco.
Era davvero piccino
era appena un pallino...
"Che meraviglia la vita" diceva mordicchiando un'alga
"come vorrei che non fosse mai finita".
Ma ecco all'orizzonte le nuvole nere del temporale: corrono così veloci che il cielo ne è già tutto coperto, e cadono le prime gocce.
Che saette, che frastuoni; il nostro pesciolino cerca un riparo, ma lo stagno è un rigagnolo, e poi un fiume che lo trascina al mare.
Il primo giorno che uscì dall'atollo, la mamma disse: "Come farai ?"
"il mare è grande ed è pieno di guai!"
Ma il pesciolino, torcendo un po' il collo, rispose piano: "Dai, ce la fo"
"vedrai che un giorno, ritornerò"
Ma il mare era spaventoso: profondo e buio più della notte.
Le onde scuotevano l'acqua senza posa.
Enormi pesci sbucavano affamati dagli abissi,
dal cielo si tuffavano uccelli poderosi, col becco spalancato.
"Povero me"
pensava il pesciolino.
Gli altri pescetti d'argento striati
sembravano meno preoccupati.
"Vieni con noi a giocare"
Ma i pesci son muti, non posson parlareneppure Pallino li volle ascoltare
restava a crucciarsi, girandosi in tondo
che ricordava un bel mappamondo
Ecco, viene la notte, ed una giovane luna sorride dal cielo....
"Ti vorrei raggiungere"
"Abbassi un po', ti voglio abbracciare"
Spingeva le pinne, con l'occhio spalancato
ed ansimava, il malcapitato
Chi lo vedeva diceva: "Che pollo
farebbe meglio a tornar nell'atollo
i gamberetti farà scappar via
e disonora la categoria"
Adesso però vado a farmi un caffè
così questa storia finisce da sé
aggiungo solo: "pensiamoci su
che un po' pesce palla lo sei anche tu "