In questi giorni, al Festival della scienza di Roma, è andato di scena il tempo.
Chiamarla “dimensione” mi suona un imbroglio, ...un tentativo di confonderla con le dimensioni dello spazio. Il tempo è profondamente diverso.
Se avete letto altri post di questo blog, sapete che a me il tema appassiona … e vi vorrei raccontare cosa mi è venuto in mente.
Prima differenza: "Nello spazio, se vuoi, torni indietro... nel tempo no…"
Ben noto.
Ma forse non è ancora l’aspetto più caratteristico del tempo.
Il suo aspetto fondamentale, secondo me, non è il fatto di andare in un solo verso, ma la sua varianza rispetto al numero.
Provo a spiegarmi.
Prendi il tempo individuale. Indubbiamente la sua caratteristica principale, è che si restringe.
Sulla durata (lungo o breve) è soggettivo (Einstein direbbe “relativo”), ma che si consumi è innegabile.
Io difficilmente arrivo alle estreme conclusioni di questa evidenza (se lo facessi, sarei anarchico), ma ogni istante che passa é perso definitivamente.
L’insieme delle possibilità, ad ogni istante, si riduce.
Ma questo è vero solo per il tempo individuale. La moltitudine cambia la prospettiva, e la fine di un singolo individuo, è compensata dalla nascita di altri, e l’organizzazione (cioè in costituirsi in “organo”) fornisce una nuova identità, e per questo insieme il tempo può espandersi.
Il tempo, che singolarmente si stava inesorabilmente restringendo, viene preso d’assalto dalla moltitudine, che lo colonizza, e sembra imporre la direzione vitale della crescita (“La vita va avanti” si borbotta nei funerali).
Che questa crescita abbia poi la sua parabola discendente, poco importa, perché ogni organismo si può strutturare in organismi più estesi, ed il tempo può essere gabbato ancora.
Senza dubbio, il merito della vittoria delle moltitudini sul tempo, sta nel meccanismo della nascita.
Senza questo meccanismo, la moltitudine più tecnologica del mondo non sopravviverebbe più di una generazione.
Ed anche di questa evidenza, sembra esserci poca consapevolezza: ci fanno combattere la guerra contro lo spread, quando rischiamo di perdere la battaglia contro il tempo. Parliamo di diritti della persona, mentre è la gente che conta. Ci focalizziamo su di noi, come individuo, mentre ci può essere futuro solo come collettività.
Gente, dai che siamo forti !