"Tu eri il cacciatore di serpenti, ed io ero la volpe".
Gioco, per Paola (sei anni), è recitare
Quando sono a casa, chiede sempre di giocare: "Aspetta, ti dico io quando cominciare"... la recita è recita. Ha le sue regole !
L'attore è quello che recita una parte
noi, di solito, recitiamo un ruolo
Educare è insegnare un ruolo: non conosco modi diversi di "stare in società".
Il compenso è l'apprezzamento degli altri
Nessuno ha fatto studi
Tutti autodidatti, ma dobbiamo ammettere che non tutto è farina del nostro sacco: copiamo spudoratamente da papa' e mamma.
... (benché neanche loro fossero professionisti).
La recita quotidiana è una forma di mimetismo del tempo, che finge di scorrere, ma evita di appartenerci (chissà, avrà paura di noi).
Mi sono fatto questa idea: il tempo che scorre non è il nostro, ma quello della controfigura che animiamo.
Tutto sembra aiutarci a rientrare nel nostro ruolo.
La televisione ci propone modelli positivi (e negativi)... ci insegna che fard e fondotinta sono "normali".
Il mondo delle possibilità sfiora il reale, ci invoglia, facendoci immaginare quello che non sarà mai il nostro tempo (NB.: il bello dello spettacolo è che non si sa con precisione qual'è il limite da non valicare).
Piedi per terra ? cosa sono ?
Dovremmo essere legati più alla terra o al cielo ?
Il passaggio tra terra e cielo (quello alto) penso sia questione di preparazione.
Forse non siamo ancora pronti per il cielo: forse ci vuole un bel po' di esercizio
Partiamo svantaggiati, ma penso che non sia impossibile costruire una scala lunga abbastanza...
E c'è una stella in cielo che illumina la scena, e non si lascia ingannare
Anzi, nel cielo ce n'è un'infinità di stelle
che non si lasciano ingannare
solo che di giorno io non le vedo
e
di notte
dormiamo